American Horror Story: Apocalypse 8×08 – SojournTEMPO DI LETTURA 3 min

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Purtroppo quanto si temeva si è avverato. Il calo narrativo della serie è avvenuto e il terzultimo episodio di questa stagione mostra il fianco, rischiando di compromettere il buon livello medio stagionale fin qui visto.
Stavolta, però, il problema non risiede nell’annosa caoticità e caduta di stile della narrazione nel corso della stagione che aveva caratterizzato ‘Coven’, ‘Freak Show’ o ‘Hotel’. L’errore principale sta nell’aver piazzato un episodio estremamente noioso, ambientato ancora nel passato, a tre episodi dalla fine della stagione.
Per esempio, la trama. Seppur era necessario, da un punto di vista narrativo, spiegare da dove venisse la Mead-Robot vista nei primi episodi, il risultato si dimostra assai deludente. L’essere stata creata ad immagine e somiglianza della madre putativa di Michael Langdom era stato già ampiamente spiegato a voce da lui stesso nel presente, quando hanno l’opportunità di rincontrarsi. Peccato che il processo che ha portato alla sua realizzazione è quanto di più banale si potesse mostrare: il presunto figlio del Diavolo che incarica una società informatica all’avanguardia nella robotica di creare un robot su cui sono stati innestati i ricordi di una persona cara. Il tutto narrato senza avere un minimo coinvolgimento emozionale per lo spettatore, di cui fondamentalmente non percepisce il motivo di questa importanza. Detto più brevemente, nulla è coinvolgente. Non lo è per Michael, che guarda il tutto con troppo distacco. Non lo è per Mead, di cui si conosce troppo poco per farsela piacere o per poterle mostrare empatia.
Ci si chiede perché Michael dovrebbe trovare una motivazione per la resurrezione di Mead quando neanche il suo tremendo potere riesce a smuoverlo o perché il loro rapporto non sia stato mai mostrato così cruciale finora, tanto da essere importante per motivarlo.
Occupare un intero episodio per mostrare così poco, quindi, risulta essere decisamente un passo falso. Già troppi episodi sono stati spesi per permettere allo spettatore di capire i retroscena dietro la fine del mondo. Sarebbe stato meglio focalizzare l’attenzione sul tempo presente e letteralmente tuffarsi nello scontro tra le streghe e il figlio di satana.
A questo punto, viene da chiedersi se una tale frenata narrativa non sia coscientemente voluta dagli autori. A tal proposito, si ha la netta impressione che alla fine dell’episodio il viaggio nel passato pre-apocalisse non sia ancora completato e, quindi, il sospetto che questa stagione finisca proprio nel suo massimo climax si fa sempre più forte.
Purtroppo, il problema mostrato finora nella gestione delle linee temporali ha abbassato l’attenzione e il ritmo, rendendo la storia meno appassionante, facendo calare la “presa” durante la visione e facendo così sopraggiungere la noia. Non si può fare un errore più grossolano di questo.
Una piccola nota sulla parte kitch di AHS. La chiesa di Satana si dimostra abbastanza sopra le righe da meritare qualche sogghigno di compiacimento. Questo è lo zampino squisitamente pop di Murphy e Falchuk per  l’episodio. Tremendamente inutile e sopra le righe, ma piacevole.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La regia estremamente “carica” ben si adatta nelle atmosfere barocche del culto di satana
  • Episodio / digressione inutile e senza mordente
  • Personaggi troppo distanti per i quali provare una qualche forma di empatia

 

Non c’è molto altro da aggiungere. L’episodio di per sé non è neanche brutto ma risulta inutile e dannoso nell’economia della serie. Con due episodi rimasti sembra estremamente difficile capire cosa aspettarsi nelle prossime puntate. Non sarà che forse questa stagione sia solo la prima parte di un qualcosa di più grande? Con Murphy mai dire mai.

 

Traitor 8×07 1.85 milioni – 0.9 rating
Sojourn 8×08 1.64 milioni – 0.8 rating

 

 

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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