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“I was targeted. By a vengeful individual. He pursued me publicly, relentlessly… oh, and wrongfully. And he lost. His job. His standing. His highest aspirations. As people who line up against me tend to.”
Dopo una puntata incentrata sul complicato rapporto familiare sia di Chuck, sia di Bobby, questo sesto episodio sembra voler tirare le somme relativamente a quanto mostrato fino ad ora per quanto concerne il lato finanziario ed il lato giurisprudenziale della serie. Insomma, la famiglia viene messa da parte per fare spazio al vero nocciolo della questione.
Questo sesto episodio, considerata la produzione a rilento causa Covid-19 rappresenta anche il penultimo appuntamento prima della pausa di metà stagione. Era prevedibile quindi che le storie venissero riprese in mano (anche se sommariamente) per cercare di riportare lo spettatore al giusto livello di attenzione sui svariati elementi narrativi fino ad ora introdotti.
L’elemento famiglia, come si appuntava all’inizio della recensione, risulta messo da parte, sì, ma solo relativamente all’albero genealogico degli Axelrod: Rhoades Senior, infatti, unitamente alla sua problematica salutare, diventa nuovamente oggetto di minutaggio sia per rendere edotto lo spettatore dell’impossibilità da parte di Chuck di una donazione del proprio rene, sia per riavvicinare le figure di Chuck e di Wendy, lentamente portate agli opposti di uno schieramento che è facile immaginare li vedrà ben presto avversari diretti. Sempre che Bobby non decida di mettere i bastoni tra le ruote alla loro separazione in qualche modo, per qualche discutibile motivo magari collegato a Nico Tanner, il grande artista moderno assoldato proprio da Axelrod.
In cinque stagioni di Billions il pubblico ha avuto la fortuna di osservare i più disparati interessi di Bobby passando dalla pizza, alla musica metal. In questa stagione, evidentemente, i produttori lo hanno immaginato ancora più filantropo e magnate, andando ad introdurre un’intera sottotrama, legata all’arte, di cui si percepiva la distanza siderale (a livello concettuale) da quello che era stato Billions fino a quel momento.
Con il passare degli episodi e con il progressivo avvicinamento tra Wendy e Tanner, però, il reale senso di questa sottotrama è stato presto mostrato, ossia permettere all’ormai ex signora Rhoades di trovare un nuovo compagno in amore. Risvolto interessante soprattutto perché pone la forte figura di Wendy stretta all’interno di una tenaglia a tre: Tanner, il neo spasimante; Axe capo suo e di Tanner, rallentato nella sua produzione artistica proprio da questa storia; Chuck, l’indomito ex marito. È auspicabile che Tanner riesca a diventare personaggio attivo della storia, in un certo tal senso, evitando che finisca nell’ingrato ruolo di Spyros: un soprammobile utile quanto lo può essere una spalla comica in una serie dalle tinte drama che non perde occasione, quando gli viene concessa parola, di ricordare al pubblico della sua esagerata sopravvivenza all’interno di questo show.
In “The Nordic Model” gli viene concesso addirittura attivo minutaggio utile per fargli ottenere l’effettiva entrata nel gruppo ristretto del Mensa, ovviamente con test falsato. Utilità e collegamento con qualsiasi altra sottotrama presente nell’episodio, nella stagione o nella serie stessa? Nessuna, per l’appunto.
Il maniacale controllo di Bobby nei confronti di Wendy e Tanner viene evidenziato dalla lunga scena sequenza finale in cui il miliardario si ritrova a passare la nottata in bianco pur di verificare direttamente la quantità di tempo passata insieme dai due. Un’attenta ispezione che può trovare giustificazione nel desiderio di Axelrod di averla vinta su Prince (per questo motivo era stato messo sotto contratto Tanner), ma risulta decisamente eccessivo come approccio. Non è quindi avventato ipotizzare che dietro questa smania di controllo si celi ben altro di non ancora identificabile.
Questo sesto episodio, considerata la produzione a rilento causa Covid-19 rappresenta anche il penultimo appuntamento prima della pausa di metà stagione. Era prevedibile quindi che le storie venissero riprese in mano (anche se sommariamente) per cercare di riportare lo spettatore al giusto livello di attenzione sui svariati elementi narrativi fino ad ora introdotti.
L’elemento famiglia, come si appuntava all’inizio della recensione, risulta messo da parte, sì, ma solo relativamente all’albero genealogico degli Axelrod: Rhoades Senior, infatti, unitamente alla sua problematica salutare, diventa nuovamente oggetto di minutaggio sia per rendere edotto lo spettatore dell’impossibilità da parte di Chuck di una donazione del proprio rene, sia per riavvicinare le figure di Chuck e di Wendy, lentamente portate agli opposti di uno schieramento che è facile immaginare li vedrà ben presto avversari diretti. Sempre che Bobby non decida di mettere i bastoni tra le ruote alla loro separazione in qualche modo, per qualche discutibile motivo magari collegato a Nico Tanner, il grande artista moderno assoldato proprio da Axelrod.
In cinque stagioni di Billions il pubblico ha avuto la fortuna di osservare i più disparati interessi di Bobby passando dalla pizza, alla musica metal. In questa stagione, evidentemente, i produttori lo hanno immaginato ancora più filantropo e magnate, andando ad introdurre un’intera sottotrama, legata all’arte, di cui si percepiva la distanza siderale (a livello concettuale) da quello che era stato Billions fino a quel momento.
Con il passare degli episodi e con il progressivo avvicinamento tra Wendy e Tanner, però, il reale senso di questa sottotrama è stato presto mostrato, ossia permettere all’ormai ex signora Rhoades di trovare un nuovo compagno in amore. Risvolto interessante soprattutto perché pone la forte figura di Wendy stretta all’interno di una tenaglia a tre: Tanner, il neo spasimante; Axe capo suo e di Tanner, rallentato nella sua produzione artistica proprio da questa storia; Chuck, l’indomito ex marito. È auspicabile che Tanner riesca a diventare personaggio attivo della storia, in un certo tal senso, evitando che finisca nell’ingrato ruolo di Spyros: un soprammobile utile quanto lo può essere una spalla comica in una serie dalle tinte drama che non perde occasione, quando gli viene concessa parola, di ricordare al pubblico della sua esagerata sopravvivenza all’interno di questo show.
In “The Nordic Model” gli viene concesso addirittura attivo minutaggio utile per fargli ottenere l’effettiva entrata nel gruppo ristretto del Mensa, ovviamente con test falsato. Utilità e collegamento con qualsiasi altra sottotrama presente nell’episodio, nella stagione o nella serie stessa? Nessuna, per l’appunto.
Il maniacale controllo di Bobby nei confronti di Wendy e Tanner viene evidenziato dalla lunga scena sequenza finale in cui il miliardario si ritrova a passare la nottata in bianco pur di verificare direttamente la quantità di tempo passata insieme dai due. Un’attenta ispezione che può trovare giustificazione nel desiderio di Axelrod di averla vinta su Prince (per questo motivo era stato messo sotto contratto Tanner), ma risulta decisamente eccessivo come approccio. Non è quindi avventato ipotizzare che dietro questa smania di controllo si celi ben altro di non ancora identificabile.
“When it comes to the particular agenda I am pursuing, I will do it Rudy Giuliani-style. I will prosecute with a crazy eye and absolutely no sense of boundaries.
Besides, I didn’t put these women in this place. They put their own lives up for sale. And now those lives hang in the balance. Will you ransom them back? Or will you place Dutch paintings and Scandinavian values above the life and liberty of women most at risk?”
Besides, I didn’t put these women in this place. They put their own lives up for sale. And now those lives hang in the balance. Will you ransom them back? Or will you place Dutch paintings and Scandinavian values above the life and liberty of women most at risk?”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Si torna esattamente lì dove tutto era cominciato, attorno a quegli interminabili braccio di ferro mentali tra Bobby e Chuck. Altro ottimo episodio, zavorrato da alcuni elementi ancora di poco interesse.
Contract 5×05 | 0.62 milioni – 0.1 rating |
The Nordic Model 5×06 | 0.65 milioni – 0.1 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.