Proseguono gli allenamenti per l’All Valley Karate Tournament, ormai unico motore pulsante di tutta la storyline orizzontale.
La scelta di concentrare tutta la narrazione su questa attesa messianica per il torneo di karate mostra qui i primi cedimenti, con una sceneggiatura che volutamente allunga il brodo di una storia con fin troppe sotto-trame.
Per fortuna ci pensa il personaggio di Terry Silver (Thomas Ian Griffith) a far sì che Cobra Kai non sprofondi troppo nel già visto e rivisto.
DANIEL E JOHNNY: STORYLINE A CONFRONTO
Gran parte del minutaggio, infatti, continua a seguire uno schema duale nel quale le vicende dei due co-maestri di karate si dividono allenamenti e allievi.
Poco importa che, a questo giro, l’amicizia fra i due sia più solida che mai. Infatti, a parte la scena iniziale (con una colonna sonora sempre molto motivante) e la successiva della cena in casa Larusso, i due co-protagonisti hanno due storyline completamente separate.
Il che fa da dittico ideale (non solo nel titolo) con il precedente “First Learn Stand” in cui i due character evolvevano insieme. Ora il loro cammino evolutivo è separato, e per un motivo preciso che diventa ben chiaro nel cliffhanger finale che rimescola (ancora una volta) le carte in tavola.
MENTORI E ALLIEVI
Johnny Lawrence: “One thing for sure: if I did everything my parents want me to do, I’ve been a tired job in a small office. But I didn’t want that. And now I get to do what I love every damn day. I get to try to help kids like you to find their own way. If you want to sit in the back seat your whole life go right ahead, that’s not a my problem!”
Fra i due è soprattutto Daniel a prendersi il minutaggio maggiore, sia per quanto riguarda la storyline verticale della “lezione delle carpe” (con annesse vibes da Karate Kid), sia per il rapporto che si viene a creare fra lui e Miguel, importante soprattutto per quanto riguarda il già citato cliffhanger finale che fa fare inspiegabilmente ai due un passo indietro nel loro rapporto (comprensibile ma comunque molto forzato).
Ma anche la storyline riguardante lo stesso Johnny, che come al solito si rivela quella più incline al lato-comedy della serie, rilascia non poche emozioni. Soprattutto per quanto riguarda la costruzione dell’evoluzione dei personaggi, i dialoghi motivazionali (mai banali) e la strana “combo” che si viene a creare fra allievi del Miyagi-Do e il loro “nuovo maestro”.
TERRY SILVER IS BACK!
Proprio il discorso motivazionale di Johnny si collega poi direttamente all’altra grande storyline presente nell’episodio, quella riguardante il personaggio di Silver. Il tema principale è infatti sempre quello del libero arbitrio e delle scelte di vita, le quali però portano sempre con sé delle conseguenze.
Silver fece, tempo fa, una scelta di vita che lo ha portato ad uno stile di vita più sereno e rilassato dopo i traumi del Vietnam. Ma è evidente che tale scelta reprimeva terribilmente la sua vera natura di guerrigliero ed è il principale motivo per cui, alla fine, l’episodio mostra chiaramente (con uno stupendo climax di tensione) il suo ritorno sul tatami.
Una motivazione forse un po’ ingenua, ma che comunque pone in un’altra ottica uno dei personaggi che (fino ad ora) erano considerati fra i più trash della saga di Karate Kid.
Una storyline che esce finalmente dal ciclo continuo di mentori-allievi (con dinamiche pressoché sempre uguali) in cui sembra essersi impantanato lo show e che preannuncia molte sorprese da questo punto in poi.
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Classica puntata di raccordo in cui l’unico scossone significativo è il ritorno annunciato di Terry Silver nell’arena del Cobra Kai. Per il resto nulla che non fosse già visto.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!