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Come un continuo gioco di specchi e di rovesciamenti di fronte, Counterpart si approccia a ribaltare la propria narrativa mettendo in atto il già anticipato scambio tra i due Howard. E’ proprio attorno a tale elemento ed all’immersione dei due personaggi nel nuovo costrutto sociale che questa puntata cerca di lavorare e di delineare un alquanto improbabile confine di scena.
Gli interrogativi continuano ad essere tralasciati e non sembrano voler essere nemmeno presi in considerazione, anzi, la mole degli stessi sembra lievitare puntata dopo puntata in conseguenza ad una trama in completa e vivida espansione. Tuttavia porre l’accento della propria critica attorno alla mancata spiegazione di particolari meccanismi sarebbe abbastanza futile e distrarrebbe soltanto l’attenzione dal paesaggio variopinto ed arzigogolato che la serie cerca di rappresentare.
Certo è logico domandarsi il perché durante la trattativa della passata puntata fossero stati menzionati determinati dati e specifiche coordinate geografiche come merce di scambio; così come è lecito domandarsi che significato avesse il lavoro iniziale di Howard in “The Crossing”; ma andando ancora più in generale si potrebbero porre domande relativamente alla germofobia (o semplici precauzioni?) di una delle due Berlino portate in scena.
Sarebbe lecito, ripetiamo, porsi queste domande. Ma si perderebbe il focus della narrazione: una storia di spionaggio multiuniverso che vede implicazioni nella politica, nell’economia ed anche in quello che potrebbe essere incasellato come comparto giudiziale/di polizia.
Di molti meccanismi e motivazioni lo spettatore viene mantenuto all’oscuro perché non è al momento un argomento di rilievo nella narrazione, ma potrebbe diventarlo più avanti.
Cercando un paragone forzato con Westworld, sotto l’aspetto qualitativo, si potrebbe far notare come proprio in quest’ultimo si preferisse presentare con ponderazione sviluppi relativi al mondo paesaggistico della serie, preferendo tralasciare il tutto per il finale o per sontuosi colpi di scena.
Counterpart sembra desideroso di sfruttare gli stessi meccanismi.
Ecco quindi che “Both Sides Now” si maschera di intimismo e di narrazione introspettiva per poter far cogliere al meglio al proprio spettatore i cambiamenti in corso in entrambi i due universi.
Forte di un comparto attoriale d’alto livello e di un J.K. Simmons come sempre fenomenale, Counterpart si può permettere la libertà di temporeggiare ulteriormente aggiungendo solo qualche sviluppo qui e là: la fuga di Baldwin ed il tentativo di assassinio nei suoi confronti; la rivelazione della presenza di una spia all’interno del comparto di controllo nel quale Peter Quayle lavora.
La scorsa puntata si era conclusa con un duplice colpo di scena ed un universo narrativo che sembrava stesse per seguire le orme del suo gemello: una Emily era una spia, che si è tentata di eliminare in diverse occasioni (incidente e sparatoria all’ospedale); la sua controparte viene drogata in maniera pesante e gettata nel fango, considerati i suoi precedenti.
La narrazione specchiata, in cui le controparti convergono in determinati frangenti, mentre si discostano grazie ad altri, è utile per far intravedere e silenziosamente evidenziare una cosa soltanto: i due Howard non hanno nulla di diverso l’uno dall’altro, se non la loro stessa vita. Spieghiamo meglio: la personalità di un individuo, il suo carattere ed il suo essere vengono plasmati e costruiti in una determinata maniera a seconda delle vicissitudini che la vita gli contrappone. Il non aver avuto una figlia (o averla avuta) ha rappresentato una sorta di bivio dove le due personalità si sono costruite ed evolute in maniera differente. Ma è difficile non scorgere in un Howard il carattere ed alcuni atteggiamenti dell’altro, sia nel bene, sia nel male.
Questo non è solo sintomo di un cast che deve interpretare due personaggi, ma è piuttosto il merito di sceneggiatori e registi che riescono a far cogliere allo spettatore determinati aspetti. Si tratta, quindi, di una narrazione che procede usufruendo dei continui controcampi e di silenziose e mentali contrapposizioni tra un lato e l’altro, cercando di carpirne le sfaccettature e le differenze che a volte sono insondabili..
Gli interrogativi continuano ad essere tralasciati e non sembrano voler essere nemmeno presi in considerazione, anzi, la mole degli stessi sembra lievitare puntata dopo puntata in conseguenza ad una trama in completa e vivida espansione. Tuttavia porre l’accento della propria critica attorno alla mancata spiegazione di particolari meccanismi sarebbe abbastanza futile e distrarrebbe soltanto l’attenzione dal paesaggio variopinto ed arzigogolato che la serie cerca di rappresentare.
Certo è logico domandarsi il perché durante la trattativa della passata puntata fossero stati menzionati determinati dati e specifiche coordinate geografiche come merce di scambio; così come è lecito domandarsi che significato avesse il lavoro iniziale di Howard in “The Crossing”; ma andando ancora più in generale si potrebbero porre domande relativamente alla germofobia (o semplici precauzioni?) di una delle due Berlino portate in scena.
Sarebbe lecito, ripetiamo, porsi queste domande. Ma si perderebbe il focus della narrazione: una storia di spionaggio multiuniverso che vede implicazioni nella politica, nell’economia ed anche in quello che potrebbe essere incasellato come comparto giudiziale/di polizia.
Di molti meccanismi e motivazioni lo spettatore viene mantenuto all’oscuro perché non è al momento un argomento di rilievo nella narrazione, ma potrebbe diventarlo più avanti.
Cercando un paragone forzato con Westworld, sotto l’aspetto qualitativo, si potrebbe far notare come proprio in quest’ultimo si preferisse presentare con ponderazione sviluppi relativi al mondo paesaggistico della serie, preferendo tralasciare il tutto per il finale o per sontuosi colpi di scena.
Counterpart sembra desideroso di sfruttare gli stessi meccanismi.
Ecco quindi che “Both Sides Now” si maschera di intimismo e di narrazione introspettiva per poter far cogliere al meglio al proprio spettatore i cambiamenti in corso in entrambi i due universi.
Forte di un comparto attoriale d’alto livello e di un J.K. Simmons come sempre fenomenale, Counterpart si può permettere la libertà di temporeggiare ulteriormente aggiungendo solo qualche sviluppo qui e là: la fuga di Baldwin ed il tentativo di assassinio nei suoi confronti; la rivelazione della presenza di una spia all’interno del comparto di controllo nel quale Peter Quayle lavora.
La scorsa puntata si era conclusa con un duplice colpo di scena ed un universo narrativo che sembrava stesse per seguire le orme del suo gemello: una Emily era una spia, che si è tentata di eliminare in diverse occasioni (incidente e sparatoria all’ospedale); la sua controparte viene drogata in maniera pesante e gettata nel fango, considerati i suoi precedenti.
La narrazione specchiata, in cui le controparti convergono in determinati frangenti, mentre si discostano grazie ad altri, è utile per far intravedere e silenziosamente evidenziare una cosa soltanto: i due Howard non hanno nulla di diverso l’uno dall’altro, se non la loro stessa vita. Spieghiamo meglio: la personalità di un individuo, il suo carattere ed il suo essere vengono plasmati e costruiti in una determinata maniera a seconda delle vicissitudini che la vita gli contrappone. Il non aver avuto una figlia (o averla avuta) ha rappresentato una sorta di bivio dove le due personalità si sono costruite ed evolute in maniera differente. Ma è difficile non scorgere in un Howard il carattere ed alcuni atteggiamenti dell’altro, sia nel bene, sia nel male.
Questo non è solo sintomo di un cast che deve interpretare due personaggi, ma è piuttosto il merito di sceneggiatori e registi che riescono a far cogliere allo spettatore determinati aspetti. Si tratta, quindi, di una narrazione che procede usufruendo dei continui controcampi e di silenziose e mentali contrapposizioni tra un lato e l’altro, cercando di carpirne le sfaccettature e le differenze che a volte sono insondabili..
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E’ da tener presente che la serie è ancora all’inizio della sua narrativa e della descrizione del suo piccolo mondo seriale, quindi una puntata interlocutoria ed introspettiva non è da intendere come male assoluto. Ma nemmeno da incasellare come un dono benedetto. “Both Sides Now” fa il suo lavoro, però, e lo fa bene: continua a raccontare la propria storia.
The Lost Art Of Democracy 1×03 | 0.30 milioni – 0.1 rating |
Both Sides Now 1×04 | 0.36 milioni – 0.1 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.