“Giddy and Gary
having adventures
solving problems
and saving the world!”
Con “I Am Legends” si dà ufficialmente il via al countdown per il finale di questa quinta stagione di DC’s Legends Of Tomorrow. Una stagione iniziata non proprio sotto i migliori auspici e anche i precedenti episodi hanno dimostrato il mood discendente della serie.
Eppure, la puntata in questione, sia per la citazione cinematografica del titolo, sia appunto per il senso di nostalgia che lascia trasparire, unito alla consapevolezza che anche questa stagione sta giungendo al termine, riesce incredibilmente nel suo intento di appassionare alle vicende narrate.
Non mancano ovviamente i soliti difetti che possono tranquillamente essere riassunti in una trama spesso raffazzonata e priva di senso, il tutto mentre affonda però le sue radici nel fatto di aver scelto come tema il fanta-horror apocalittico. Una scelta che si sposa perfettamente con la trama orizzontale degli eventi e con il melting pot di generi narrativi che gli autori vogliono a tutti i costi inserire nelle varie puntate, melting pot che non si addice proprio per nulla a quello che dovrebbe essere il cuore delle vicende stesse, ossia i viaggi nel tempo, sempre più assenti dai radar degli autori.
Con le Leggende diventate semi-dei nella precedente puntata grazie alla Coppa di Dioniso, si poteva (e si doveva) puntare tutto su uno scontro epico contro le altre due Parche infernali. Invece, come di consueto, si sceglie la via più semplice che è quella dell’ironia a tutti i costi (pericolosa in quanto soggettiva) inserendo questi “supereroi immortali” in un contesto da apocalisse zombie, giocando quindi sul concetto di mortalità/immortalità.
Lo stratagemma, a onor del vero, sembra funzionare all’inizio. L’ambientazione londinese è perfetta per mettere in piedi una parodia neanche tanto velata di altri show televisivi (The Walking Dead su tutti, ma anche Downtown Abbey e Doctor Who) e gag basate sugli stereotipi relativi agli inglesi e alle loro abitudini (anche un commento non richiesto sulle macchine italiane). Oltretutto il tema dell’apocalisse zombie causata da un virus cade involontariamente a fagiolo in questo momento storico per cui l’ironia si apprezza ancora di più rendendo iconico pure un semplice cartello con scritto “Quarantine Zone”.
I problemi però cominciano quando si decide di affrontare questa situazione con la solita insolenza a tutto quello che è la logica e il buon senso, utilizzando tutti i peggiori cliché degli horror di serie B (scontri con zombie che sono perfettamente evitabili, personaggi che si separano dal gruppo per addentrarsi in foreste oscure…). Se poi ci si aggiunge una storyline parallela di Gary e Gideon non proprio esaltante, e con parecchie forzature, non c’è molto da rallegrarsi di quanto visto.
Ma per fortuna è il finale dell’episodio a riportare tutto a livelli un po’ più alti. Usando un espediente narrativo “à la Doctor Strange” (con buona pace della faida tra Marvel e DC comics) si scopre infatti che Sarah Lance aveva previsto tutto grazie ai suoi super-poteri divini, perfino il finale, apparentemente tragico, che sembra essere riservato alle Leggende. Tutto questo perché era la sola maniera di far arrivare sulla Waverider l’unico componente del gruppo capace di cambiare il destino di tutti: Charlie/Clotho. Quindi in teoria la strage finale che vede Sarah Lance perire malamente assediata dagli zombie e il resto del team in evidente difficoltà sarebbe “l’unico futuro positivo“ seguendo la logica di Infinity War. Intelligentemente gli autori pongono questa scena come cliffhanger finale lasciando gli spettatori nell’ansia e con numerose domande senza risposte che dovranno inevitabilmente aspettare il prossimo episodio per essere chiariti.
In questo senso la puntata svolge egregiamente il suo compito riuscendo a rinnovare l’interesse per il destino dei personaggi, in particolare di Sarah, le cui ultime parole e lo straziante addio ad Ava suonano terribilmente come una metafora per l’uscita del personaggio dalla serie in generale (sensazione sempre presente dall’inizio di stagione).
Il tutto anticipato da una scena molto intensa al pub in cui la reunion dei vari personaggi celebra il senso di fratellanza fra i vari membri del team, anche attraverso il ricordo costante di Rip Hunter, presenza-assenza mai dimenticata dai fan storici della serie.
Sarà forse l’effetto di questo intelligente climax emozionale nel finale, ma “I Am Legends” riesce nel suo intento, risvegliando nello spettatore emozioni contrastanti, cosa che i precedenti episodi avevano assopito quasi del tutto. In fondo bastava poi poco per risultare una serie quasi decente…
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Freaks And Greeks 5×11 | 0.66 milioni – 0.2 rating |
I Am Legends 5×12 | 0.80 milioni – 0.2 rating |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!