Defending Jacob 1×04 – Damage ControlTEMPO DI LETTURA 4 min

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Solitamente, le miniserie statunitensi – in particolare se prodotte da HBO, che è un’eccellenza del settore – hanno un numero di puntate compreso tra 6 e 10. Ciò non accade, ad esempio, nel Regno Unito, dove spesso ci si limita a 3 puntate. Questa differenza può essere spiegata da una serie di motivi, che non possono essere affrontati in questa sede. Ai fini della recensione, è importante sottolineare un altro aspetto: le miniserie uscite recentemente, anche quelle di più alto livello, hanno tutte lo stesso difetto: hanno raccontato una storia che poteva essere narrata nella metà delle puntate. Avendo in precedenza parlato di HBO, non si può non citare l’esempio di The Outsider, ossia un prodotto di alto livello, ma che spesso sembrava aver la necessità di dover diluire la narrazione, essendo il minutaggio troppo elevato. Questo problema è palese anche in Defending Jacob. Il prodotto di Apple Tv+, infatti, si basa su una storia che – oltre a essere tendenzialmente classica (nonostante la presenza di qualche guizzo innovativo) – non è particolarmente complessa e articolata. Per questo motivo, giunti a metà del percorso, è possibile affermare che 8 episodi sono probabilmente troppi. Fino al terzo episodio, lo show sembrava comunque poter arginare molto bene la situazione, grazie a una struttura solida, a ottime interpretazioni e a un buon lavoro di sviluppo dei personaggi. In quest’ultima puntata, il meccanismo non ha funzionato altrettanto bene, mostrando una serie di debolezze parzialmente inaspettate.

“This isn’t a game, Jacob”.

Ogni puntata di Defending Jacob mostra un aspetto diverso della vicenda della famiglia Barber. Il terzo episodio, ad esempio, ha raccontato il rapporto tra gli accusati e il mondo esterno, dalla narrazione dei media al rapporto con amici e conoscenti. In questa quarta puntata, invece, il focus era sulle relazioni all’interno della famiglia. Seppur in maniera graduale, la coesione e la fiducia tra Andy, Laurie e Jacob si sta sfaldando. Laurie è sempre più sospettosa riguardo l’innocenza del figlio, e il suo rapporto con il marito sta avendo le prime crepe. Si pensi, in particolare, alla questione del padre di Andy: prima, Laurie nasconde il fascicolo, e poi forza il character di Chris Evans ad andare a fare visita a una persona di cui ha paura e che gli ha rovinato la vita. Andy, invece, cerca di garantire la normalità alla famiglia (cena, serata film etc.), ma questo compito è sempre più arduo, anche a causa della poca chiarezza del racconto di Jacob, le cui falle si sono mostrate tutte nell’incontro con l’avvocato. Andy, inoltre, sta anche indagando su Leonard Patz e, nel farlo, mostra di essere ormai pronto a tutto e noncurante delle conseguenze (la scena con la persona che ha denunciato Patz è emblematica, in tal senso).

Neil:To find out that your husband’s father was none other than… what was the nickname they call him? Comes up in a few of these articles”.
Andy:Bloody Billy”.

La volontà di raccontare questi aspetti della vicenda è sicuramente lodevole a contribuisce a una narrazione tridimensionale. Tuttavia, il risultato non è stato pienamente raggiunto. Rispetto alle puntate precedenti, il rimo – che aveva rappresentato un grande pregio dello show – è rallentato significativamente. Inoltre, c’è stata una lunga scena gravemente insufficiente, vale a dire quella alla tavola calda. Laurie – esattamente come Andy – è una persona intelligente e istruita. Qualche giorno prima, le era stato detto che un giornalista del Boston Globe era arrivato in città per scrivere un articolo sulla vicenda di Jacob. A partire dall’arresto del film, lei ha anche dovuto fare i conti con gli sguardi delle persone, che la riconoscevano ovunque andasse. Per tutti questi motivi, la scena alla tavola calda è non solo poco plausibile, ma anche estremamente banale e prevedibile, una caduta di stile inaspettata.
In ogni caso, questi incidenti di percorso non hanno certamente compromesso in modo definitivo il giudizio sullo show, che rimane nel complesso più che sufficiente. Per riprendere il giusto sentiero, sarà necessario concentrarsi di più su un aspetto che recentemente è stato marginale, vale a dire le indagini (quelle vere, non quelle di Andy) sull’omicidio di Ben Rifkin. In particolare, la speranza è che la vicenda di Derek e Sarah sia sfruttata a dovere. Infine, una previsione sul prosieguo della narrazione, ad opera di un recensore che non ha letto il libro: con ogni probabilità, Andy è davanti al Grand Jury perché è lui a essere sotto processo. Il processo contro Jacob è già iniziato, quindi non si capisce la necessità di un’udienza preliminare 10 mesi dopo l’omicidio. Inoltre, bisogna sottolineare che Neil LoGiudice e Andy parlino sempre del ragazzo al tempo passato.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Sempre ottime interpretazioni
  • I dubbi sull’innocenza di Jacob 
  • J. K. Simmons è il padre di Andy
  • Il processo è contro Andy? Jacob è morto? Sarebbe una svolta interessante
  • 8 puntate sono troppe
  • Scena alla tavola calda imbarazzante
  • Ritmo poco sostenuto 
  • In fin dei conti, la terza e la quarta puntata potevano essere accorpate, dato che gli sviluppi sono ben pochi 

 

Dopo un trittico iniziale molto promettente, Defending Jacob compie il primo passo falso, a causa di scelte narrative prevedibili e di una narrazione non efficace e che non aggiunge quasi nulla di nuovo. Il giudizio, nel complesso, è comunque sufficiente, con la speranza che il prosieguo delle puntate (e J.K. Simmons!) alzino l’asticella.

Poker Faces 1×03 ND milioni – ND rating
Damage Control 1×04 ND milioni – ND rating

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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