Tanti tanti tanti buoni sentimenti. Buoni sentimenti e lirismo. Buoni sentimenti, lirismo e profondi dialoghi, circondati da una struggente colonna sonora. Strazianti momenti che anticipano ciò che avverrà a Clara, alla sfuggente Clara, con la sua rapidissima vita umana.
Una seconda parte di serial atipica come lo era stata la prima parte: Dottore senza companion, in un contesto diverso, avanti nel tempo, unico filo d’unione il personaggio di Ashildr, o Me, che dir si voglia.
Maisie Williams si cancella dal volto il celebre personaggio di Arya, fa dimenticare tanti personaggi a dire la verità, con un’interpretazione che forse solo Catherine Tate ai tempi di Donna. Un’interpretazione che, accoppiata all’infallibilità di Peter Capaldi, ha reso altamente trascurabili i momenti di “azione” con un improbabile alieno dal volto leonino.
Gli spunti sono innumerevoli. Quando il Dottore se ne va da un posto, o meglio dire, quando scappa, cosa succede alle persone che si è lasciato indietro? I tanti profondi discorsi tra i due pongono una diversa lente nei confronti del concetto di immortalità. Le persone che vediamo morire (come detto nel precedente episodio) vengono dimenticate, dal momento che la memoria di Ashildr rimane a dimensione umana. O forse si sceglie di dimenticare (notare il monologo del Dottore interpretato da Patrick Troughton, nel fondo di questo scritto, per trovare un altro cenno a questo tema ricorrente). Scappare è una soluzione, quando però si può. Come affrontare il tempo che passa lento, senza la possibilità di saltare da un lato all’altro con una cabina blu?
Il Dottore temeva di creare cerchi nell’acqua, addirittura maree. Indubbiamente (come fu per Davros) ha lasciato il segno nella vita di una persona, di conseguenza su coloro che sono entrati ed entreranno in contatto con questa. Sam Swift compreso (sarà lui questo misterioso minister of war?).
Sebbene si stia cercando un “ritorno alle origini” con episodi simili a quelli dell’era Tennant, abbandonando la luminosità del periodo Smith, un nuovo stile si va facendo strada, più coerente con la materia del viaggio nel tempo. Ne abbiamo un esempio concreto proprio con quello che ci è stato presentato come doppio episodio: il Dottore prende una determinata scelta nella prima parte, ne paga le relative conseguenze nella seconda. Lontani i tempi in cui il Dottore “salutava” Jack Harkness a fine prima stagione per ritrovarlo alla fine della terza. E non a caso è stato scelto questo esempio.
A dimostrazione con quanto da poco affermato, si continua ad evocare il passato, dopo lo stravolgente flash di “Fires Of Pompeii” del precedente episodio. Il Dottore evoca Jack Harkness, figura estremamente affine alla giovane Ashildr. Allo stesso modo, Ashildr si candiderà così a figura potenzialmente ricorrente nella futura mitologia targata DW.
Un simile episodio accentua più che mai le possibili diversità di opinioni da parte degli spettatori. A dirla tutta, cosa succede in “The Woman Who Lived”? Il Dottore incontra, per puro caso, la ragazza salvata in “The Girl Who Died”, chiacchierano un po’, salvano la terra da un’invasione di leoni extra-dimensionali, fanno diventare immortale un ladro e alla fine Ashildr fa photobombing. Volendo essere cinici e critici, questo è il succo. Però non si può negare di trovarci di fronte all’ennesimo tassello che va a costruire un mosaico di stagione che punta su forti sentimenti. E’ difficile riportare in una fredda recensione sensazioni dettate dalla semplice (ma non facile) recitazione di attori così diversi tra loro ma così affini. Un episodio come il 9×06 richiederebbe una recensione per ogni scambio di battute, sia nel commentare aspetti tecnico-espressivi, sia per gli innumerevoli spunti di riflessione che ogni battuta regala (vi è persino un riferimento alla serie classica e al quinto Dottore). Non è questo un giudizio oggettivo, analitico, come dovrebbe essere all’interno di una recensione. E’ però giudizio oggettivo dire che Doctor Who suscita un insieme di molteplici giudizi soggettivi.
E sarà giudizio soggettivo quello che determinerà l’importanza che lo spettatore di turno concederà al particolare trash, utile a smuovere la trama. Il tizio che viene da Delta Leonis stona un po’ con il clima sontuoso da dialogo continuo tra i due anzianissimi personaggi, protagonisti dell’avventura in questione. Ma stona quanto? Non è forse premessa di DW stessa, quella che vi siano continuamente invasioni da altri pianeti e dimensioni? Non è forse un’abilità quella di inserire, nell’accompagnare profondissime tematiche, anche un “caso verticale”, più o meno curato? Chiunque sia arrivato a questo punto della serie vuol dire che ha superato momenti ben più trash (superati anche bene, se quei momenti sono così nostalgicamente evocati e rimpianti). Detto ciò è altrettanto legittimo considerare Delta Leonis come un diversivo ben più dozzinale di un The Mire qualsiasi. D’altronde anche i Weeping Angels di Blink erano stati inventati sul momento, scusa per raccontare ben altra storia. Con una certa dose di sicurezza ci si può augurare che un simile passaggio dimensionale non debba verificarsi più. La pecca, infatti, è proprio rendere sbrigativa un’idea contorta come quella della vita umana come veicolo per aprire un passaggio dimensionale. Si poteva fare meno e/o meglio.
Ecco, chi sarà disposto a mettere da parte una scelta più che secondaria dell’episodio e premiare invece un’impostazione così profonda del resto dell’episodio? Oltretutto, “The Woman Who Lived”, osservando anche lo sguardo finale del Dottore, dà il via al brivido che sentiamo lungo la schiena. Clara fa la sua comparsa solo nel finale e iniziamo a capire di trovarci di fronte ad una tipologia di episodio che un paio di settimane fa non avremmo previsto: l’episodio preparatorio. Si inizi pure a prendere coscienza che le vere sensazioni forti sono in procinto di arrivare.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Girl Who Died 9×05 | 4.85 milioni – ND rating |
The Woman Who Lived 9×06 | 4.39 milioni – ND rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.