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Se la qualità di Downton Abbey non si può discutere in termini di scenari, coerenza della trama e soprattutto qualità recitative degli autori, altrettanto purtroppo non si può dire per quanto riguarda la sua capacità d’intrattenimento e di tenere il telespettatore incollato allo schermo, almeno per quanto riguarda quest’ultima serie.
Premetto che sono una grandissima fan di questo telefilm e che da quando l’ho scoperto, mi sono sparata tre stagioni intere in poco meno di un mese, divorando avidamente ogni episodio e maledicendo tutti gli impegni che mi tenevano lontano da questa serie. Ultimamente, invece, aspetto la puntata con meno ansia perchè finora sono stati pochi gli episodi interamente interessanti, mentre la maggioranza presentano molti momenti riempitivi e pochi o singoli avvenimenti significativi.
L’episodio 5 rappresenta, a mio parere, un tipico esempio di quanto detto: l’unico vero avanzamento della trama orizzontale è rappresentato dalla rivelazione del segreto di Anna. Un segreto troppo doloroso, troppo pesante e troppo ricco di conseguenze per essere trattenuto a lungo e che era destinato a saltar fuori a breve con effetti devastanti. Il motivo principale per cui Anna aveva deciso di nascondere al marito la violenza subita, non era solo un profondo senso di vergogna (provato da tutte le persone che passano attraverso questa tragica esperienza), ma la paura della sua reazione. Dotata di un senso di protezione talmente grande come solo un vero amore può generare, Anna ha preferito tenersi il dolore per sè piuttosto che rischiare di assistere alla vendetta del marito e ad una sua conseguente rovina. Purtroppo però, per quanto una donna possa essere forte, è pur sempre un essere umano e un dolore del genere era destinato a presentarsi inevitabilmente sotto qualche forma, così Anna inizia a rifiutare Mr Bates, che non si dà pace per l’inspiegabile comportamento della consorte. Ma, come spesso lui stesso ricorda, il carcere l’ha reso più furbo e non ci mette molto ad individuare e a mettere alle strette l’anello debole della catena, ovvero Mrs Hughes, complice non totalmente consenziente del segreto di Anna. Da quando ha scoperto quanto accaduto, vediamo infatti la coscienza della nostra governante preferita dibattersi tra due sensi del dovere: da un lato, quello che la lega ad una promessa fatta ad un’amica e dall’altro, il senso di giustizia che la porta a voler denunciare quanto accaduto per proteggere una vittima innocente. Una volta scoperta da Mr. Bates, sceglie quel compromesso che poteva risolvere i problemi di Anna senza causagliene di nuovi, ammettendo quanto aveva subito, ma senza rivelare l’autore di quella terribile violenza. Questa soluzione sembra portare una pace momentanea a tutti coloro che erano coinvolti in questa spinosa situazione: Anna e Bates finalmente si riconciliano e sia Anna che Mrs Hughes vengono sollevate dal peso di tale segreto. Purtroppo sappiamo che Fellows è un feroce nemico degli Happy Endings e negli ultimi minuti della puntata svela quello che sia Anna e Mrs Hughes, sia noi inermi spettatori temevamo di più: la rabbia e la sete di vendetta di Bates sono state risvegliate e sappiamo che non porteranno a niente di buono.
Di fronte all’importanza di questa storyline pregna di emozioni, paure e possibili disastrose conseguenze, tutte le altre appaiono un po’scialbe e poco degne di nota. Per quanto riguarda la servitù, assistiamo all’ingiusto fallimento di Alfred, costretto a rimanere relegato nel ruolo di lacchè, che gli sta sempre più stretto. Sinceramente non ho capito molto la scelta di farlo rimanere a Downton, a meno che ci sia l’intenzione di sviluppare una love story tra lui e Daisy, ma mi parrebbe una scelta un po’troppo scontata. Viene riproposto anche quello che sta ormai diventando un classico downtoniano: l’ennesima disfatta di Mr Molesley, personaggio che non ha mai brillato per particolari pregi o virtù, ma che oramai è diventato a tutti gli effetti l’inetto, il vinto della serie.
Rilevanti sono invece due nuovi arrivi: ai piano bassi della casa vediamo comparire la nuova cameriera personale di Lady Cora, Phyllis Baxter, la cui assunzione era stata caldamenta raccomandata da Thomas; sappiamo che Barrow non fa mai niente per niente, per cui nessuno si è stupito nel vederlo manovrare la nuova cameriera per i suoi oscuri scopi. Ai piani alti della casa vediamo invece ricomparire un volto noto, quello di Evelyn Napier, nobile rampollo che aveva portato tanti guai a Mary nella prima stagione, portando nella casa il seme della tentazione incarnato dall’amico Kemal Pamuk. Torna a Downton nelle vesti di impiegato del governo e sembra essere ancora interessato a Mary, ma le serie passate ci suggeriscono che difficilmente porterà qualcosa di buono nella casa.
L’episodio 5 rappresenta, a mio parere, un tipico esempio di quanto detto: l’unico vero avanzamento della trama orizzontale è rappresentato dalla rivelazione del segreto di Anna. Un segreto troppo doloroso, troppo pesante e troppo ricco di conseguenze per essere trattenuto a lungo e che era destinato a saltar fuori a breve con effetti devastanti. Il motivo principale per cui Anna aveva deciso di nascondere al marito la violenza subita, non era solo un profondo senso di vergogna (provato da tutte le persone che passano attraverso questa tragica esperienza), ma la paura della sua reazione. Dotata di un senso di protezione talmente grande come solo un vero amore può generare, Anna ha preferito tenersi il dolore per sè piuttosto che rischiare di assistere alla vendetta del marito e ad una sua conseguente rovina. Purtroppo però, per quanto una donna possa essere forte, è pur sempre un essere umano e un dolore del genere era destinato a presentarsi inevitabilmente sotto qualche forma, così Anna inizia a rifiutare Mr Bates, che non si dà pace per l’inspiegabile comportamento della consorte. Ma, come spesso lui stesso ricorda, il carcere l’ha reso più furbo e non ci mette molto ad individuare e a mettere alle strette l’anello debole della catena, ovvero Mrs Hughes, complice non totalmente consenziente del segreto di Anna. Da quando ha scoperto quanto accaduto, vediamo infatti la coscienza della nostra governante preferita dibattersi tra due sensi del dovere: da un lato, quello che la lega ad una promessa fatta ad un’amica e dall’altro, il senso di giustizia che la porta a voler denunciare quanto accaduto per proteggere una vittima innocente. Una volta scoperta da Mr. Bates, sceglie quel compromesso che poteva risolvere i problemi di Anna senza causagliene di nuovi, ammettendo quanto aveva subito, ma senza rivelare l’autore di quella terribile violenza. Questa soluzione sembra portare una pace momentanea a tutti coloro che erano coinvolti in questa spinosa situazione: Anna e Bates finalmente si riconciliano e sia Anna che Mrs Hughes vengono sollevate dal peso di tale segreto. Purtroppo sappiamo che Fellows è un feroce nemico degli Happy Endings e negli ultimi minuti della puntata svela quello che sia Anna e Mrs Hughes, sia noi inermi spettatori temevamo di più: la rabbia e la sete di vendetta di Bates sono state risvegliate e sappiamo che non porteranno a niente di buono.
Di fronte all’importanza di questa storyline pregna di emozioni, paure e possibili disastrose conseguenze, tutte le altre appaiono un po’scialbe e poco degne di nota. Per quanto riguarda la servitù, assistiamo all’ingiusto fallimento di Alfred, costretto a rimanere relegato nel ruolo di lacchè, che gli sta sempre più stretto. Sinceramente non ho capito molto la scelta di farlo rimanere a Downton, a meno che ci sia l’intenzione di sviluppare una love story tra lui e Daisy, ma mi parrebbe una scelta un po’troppo scontata. Viene riproposto anche quello che sta ormai diventando un classico downtoniano: l’ennesima disfatta di Mr Molesley, personaggio che non ha mai brillato per particolari pregi o virtù, ma che oramai è diventato a tutti gli effetti l’inetto, il vinto della serie.
Rilevanti sono invece due nuovi arrivi: ai piano bassi della casa vediamo comparire la nuova cameriera personale di Lady Cora, Phyllis Baxter, la cui assunzione era stata caldamenta raccomandata da Thomas; sappiamo che Barrow non fa mai niente per niente, per cui nessuno si è stupito nel vederlo manovrare la nuova cameriera per i suoi oscuri scopi. Ai piani alti della casa vediamo invece ricomparire un volto noto, quello di Evelyn Napier, nobile rampollo che aveva portato tanti guai a Mary nella prima stagione, portando nella casa il seme della tentazione incarnato dall’amico Kemal Pamuk. Torna a Downton nelle vesti di impiegato del governo e sembra essere ancora interessato a Mary, ma le serie passate ci suggeriscono che difficilmente porterà qualcosa di buono nella casa.
PRO:
- Risoluzione temporanea del conflitto Anna/Bates e liberazione della povera Mrs Hughes dal pesante fardello del segreto.
- Arrivo di nuovi personaggi che sconvolgeranno la calma che si stava diffondendo nella tenuta più ricca di drammi di tutta l’Inghilterra.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.