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Dopo che le iniziali puntate della serie antologica di Murphy si sono concentrate sulla “faida” tra Bette Davis e Joan Crawford principalmente sul set e riguardo “Che Fine Ha Fatto Baby Jane?”, ora l’attenzione si sposta su cosa accade alle carriere e alla vita delle attrici (ma anche del regista, del produttore, ecc…) dopo il successo del film, e questo episodio ne è la conferma.
Joan Crawford cerca in ogni modo di non far finire la sua carriera accettando improbabili ruoli come quello in “Strait-Jacket”. La sua dipendenza da alcool e il suo brutto carattere non fanno che peggiorare a causa dell’incertezza e dell’insoddisfazione lavorativa ed il tutto è mostrato con molto aplomb.
Incertezza e insoddisfazione sono i temi portanti della puntata che si possono ritrovare anche nel produttore Jack Warner, ultimo grande produttore degli studios della sua epoca che si sente derubato dal successo che i film del genere Hagsploitation stanno avendo, genere che sostiene di aver fondato. Anche il regista di “Baby Jane” è insoddisfatto creativamente e sta anche affrontando un divorzio.
Secondo la logica hollywoodiana, che i personaggi del telefilm seguono e che Murphy intende far conoscere al pubblico e aspramente criticare, il modo corretto per rimediare ad una crisi creativa e di successo non è altro che ripetere e riproporre ciò che già ha avuto successo. Quindi Aldrich decide di mettersi a capo della produzione, della scrittura e della regia di “What Ever Happened To Cousin Charlotte?” con gli stessi temi e con protagoniste le stesse Crawford e Davis. Le due dive decidono per mezzo secondo di seppellire l’ascia di guerra ma la fine dell’episodio dà il chiaro segnale che lo scontro tra le due non è affatto finito. E d’altronde non potrebbe esserlo.
Feud continua con successo a mettere in mostra i processi che si celano dietro le quinte del sistema hollywoodiano, di come gli attori e i registi siano solo delle pedine, di come vivano la loro condizione di star con sofferenza, perenne incertezza e paura di rimanere nell’ombra. Inoltre ampio spazio è dedicato nello spiegare come Hollywood abbia ben poco a che fare con l’arte e la creatività, o meglio, le necessità economiche e di produzione hanno sempre la meglio sulla creatività e la bravura degli autori.
Gli attori anche in questa puntata dimostrano estrema padronanza del materiale (ben scritto) e fanno un ottimo lavoro nell’interpretazione, soprattutto nel far trasparire le debolezze e le insicurezze dei protagonisti. Questo non vale solamente per Jessica Lange e Susan Sarandon (Crawford e Davis) ma anche per Judy Davis (Hedda), Stanley Tucci (Jack Warner) e Alfred Molina (Robert Aldrich). In “Hagsploitation”, infine, è da lodare la scelta di dare il giusto spazio ai vari componenti del cast, permettendo quindi a tutti gli attori, di dimostrarsi all’altezza dei ruoli.
Joan Crawford cerca in ogni modo di non far finire la sua carriera accettando improbabili ruoli come quello in “Strait-Jacket”. La sua dipendenza da alcool e il suo brutto carattere non fanno che peggiorare a causa dell’incertezza e dell’insoddisfazione lavorativa ed il tutto è mostrato con molto aplomb.
Incertezza e insoddisfazione sono i temi portanti della puntata che si possono ritrovare anche nel produttore Jack Warner, ultimo grande produttore degli studios della sua epoca che si sente derubato dal successo che i film del genere Hagsploitation stanno avendo, genere che sostiene di aver fondato. Anche il regista di “Baby Jane” è insoddisfatto creativamente e sta anche affrontando un divorzio.
Secondo la logica hollywoodiana, che i personaggi del telefilm seguono e che Murphy intende far conoscere al pubblico e aspramente criticare, il modo corretto per rimediare ad una crisi creativa e di successo non è altro che ripetere e riproporre ciò che già ha avuto successo. Quindi Aldrich decide di mettersi a capo della produzione, della scrittura e della regia di “What Ever Happened To Cousin Charlotte?” con gli stessi temi e con protagoniste le stesse Crawford e Davis. Le due dive decidono per mezzo secondo di seppellire l’ascia di guerra ma la fine dell’episodio dà il chiaro segnale che lo scontro tra le due non è affatto finito. E d’altronde non potrebbe esserlo.
Feud continua con successo a mettere in mostra i processi che si celano dietro le quinte del sistema hollywoodiano, di come gli attori e i registi siano solo delle pedine, di come vivano la loro condizione di star con sofferenza, perenne incertezza e paura di rimanere nell’ombra. Inoltre ampio spazio è dedicato nello spiegare come Hollywood abbia ben poco a che fare con l’arte e la creatività, o meglio, le necessità economiche e di produzione hanno sempre la meglio sulla creatività e la bravura degli autori.
Gli attori anche in questa puntata dimostrano estrema padronanza del materiale (ben scritto) e fanno un ottimo lavoro nell’interpretazione, soprattutto nel far trasparire le debolezze e le insicurezze dei protagonisti. Questo non vale solamente per Jessica Lange e Susan Sarandon (Crawford e Davis) ma anche per Judy Davis (Hedda), Stanley Tucci (Jack Warner) e Alfred Molina (Robert Aldrich). In “Hagsploitation”, infine, è da lodare la scelta di dare il giusto spazio ai vari componenti del cast, permettendo quindi a tutti gli attori, di dimostrarsi all’altezza dei ruoli.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Feud continua ad essere un prodotto ben realizzato dal punto di vista delle performance e soprattutto della scrittura, in particolare nel riuscire a far conoscere e nello stesso tempo criticare il sistema hollywoodiano e chi ne fa parte.
And The Winner Is… (The Oscars of 1963) 1×05 | 1.35 milioni – 0.4 rating |
Hagsploitation 1×06 | 1.06 milioni – 0.3 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.