
La cosiddetta trama orizzontale ad un certo punto fa infatti sonoramente il capolino. Nella realtà del David/impasticcato Amy fa intuire che la causa della situazione del fratello sia, in qualche modo, colpa sua, per la sua protezione.
“Chapter 14” è, quindi, innanzitutto la puntata successiva all’addio di Amy alla serie, almeno per come la conoscevamo. L’ennesima perla di Hawley si consuma qui: tutte queste realtà sono accomunate da una sola presenza, che si palesa prima, dopo, o addirittura in assenza. “I am the great uniter” dice il David/Citizen Kane e, manco a farlo apposta, un istante dopo viene annunciato l’arrivo di sua sorella, la sua Rosebud, o, come direbbe Damon Lindelof, la sua costante.
Succede però, con il commovente ma allo stesso tempo amaro arrivo al Clockworks, che tutto si ricongiunge. Tutto quello che si è visto potrebbe anche essere successo in un solo David, nella sua schizofrenica e potentissima mente. Alla fine, non c’è un vero ed unico significato, se non che Amy, nel bene e nel male, sia stata un elemento cruciale e di forte riferimento per la crescita del protagonista. Non una sorella perfetta, in nessuna della realtà, spesso non l’ha capito, spesso ne ha avuto paura, spesso finisce per mollare la presa: “It’s just until It’s just for a few weeks.” gli mente in macchina (sappiam bene che David ci resterà molto più a lungo). Eppure c’è sempre, fino a portargli i fiori sulla tomba. La “great uniter”, ancora, è soprattutto lei, perché se ci sono realtà in cui David si salva e altre no, in molte è Amy la vittima costante.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Life and Death of David and Amy Haller, o meglio: le vite e le morti dei David ed Amy Haller, come solo Legion sa regalarci. Semplicemente, l’ennesimo capolavoro di Noah Hawley.
Chapter 13 2×05 | 0.46 milioni – 0.2 rating |
Chapter 14 2×06 | 0.35 milioni – 0.1 rating |
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Laureato in Letteratura Musica e Spettacolo (no, non è il DAMS) e nella Magistrale di Musica e Spettacolo (sì, tanta fantasia), cresciuto a pane Harry Potter, Lost e Ritorno al Futuro. Nasce scrittore, diventa recensore, vuole fare il regista. Idee molto chiare a parte, ogni giorno si ritrova a prendere appunti dall'HBO dei primi anni 2000, dai vari Lindelof, Moffat, Nolan (quello buono) e da tutta la cricca di Judd Apatow, senza aver paura del tempo speso davanti al monitor, confidando nell’arrivo di una DeLorean volante o, al massimo, nel prestito di una Giratempo...