Marvel’s The Punisher 1×05 – GunnerTEMPO DI LETTURA 4 min

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Paradossalmente una serie come Marvel’s The Punisher è molto più complementare di Marvel’s Luke Cage o Marvel’s Iron Fist, nei confronti di Marvel’s Daredevil o Marvel’s Jessica Jones (prime uscite in ordine di tempo). La coesistenza di questi show, uniti da un unico universo narrativo, non può evitare paragoni da parte del pubblico. L’universo espanso proposto dagli studi Marvel e da Netflix pone chi usufruisce di queste serie con la sensazione di trovarsi di fronte a diverse stagioni di uno stesso show atipicamente antologico. Come detto, inevitabile il confronto tra prodotti più o meno riusciti, tra l’altro tutti caratterizzati da schemi narrativi per forza di cose ricorrenti.
Per questo motivo una serie come Marvel’s The Punisher risulta possedere una complementarità più efficace in questo complesso universo narrativo. Parlare di spin-off sarebbe limitante, tuttavia la narrazione sposta la prospettiva proposta ponendosi nell’ottica di un personaggio molto più complesso, apparso precedentemente come antagonista. Un antagonista dalle moltissime sfumature di grigio, ma pur sempre un antagonista.
“Gunner” è un episodio che conferma quindi l’andamento peculiare di questa serie esterna, come già detto, al disegno televisivo dei 4 defenders. Non c’è stato finora, infatti, un solo episodio della serie che confermasse lo status quo della serie, aggiungendo ogni volta un qualche tipo di stravolgimento nella storia. Anche vero, in questo caso, che le serie Netflix in generale, e quelle Marvel in particolare, spesso sembrano costruire un crescendo nella prima metà di stagione per poi appoggiarsi su altri ritmi una volta catturato lo spettatore. Sta di fatto che in questo quinto episodio viene a confermarsi e a stanziarsi il vero e proprio antagonista della serie. La scena fulcro di “Gunner”, infatti, fa uscire Frank Castle dall’oscurità, rendendo nota la sua presenza a Checco Zalone Rawlins, finora fatto odiare soltanto in un flashback negli episodio precedenti. Volendo essere puntigliosi si potrebbe notare come sia poco chiaro, nell’episodio, il passaggio in cui il membro della CIA venga a conoscenza della posizione di Gunner, se si prende in considerazione la sola intercettazione a Madani che faceva unicamente riferimento ad una lista di cui Gunner faceva parte. Da escludere infatti che Micro e Castle fossero in qualche modo seguiti, se si considera lo stupore di Rawlins nel vedere Castle dalla videocamera di uno dei soldati. In ogni caso la spettacolarità della sequenza, caratterizzata da soggettive in stile videogame, mette il sigillo nel caratterizzare “Gunner” come episodio dall’alto tasso adrenalinico. Cosa che in una serie sul Punisher non fa mai male.
La strada che sta prendendo Marvel’s The Punisher, a confermare ancora di più quella complementarità di cui sopra, è quella di porre al centro narrativo una storia e non un personaggio. La figura di Frank Castle è stata già introdotta nella seconda stagione di Marvel’s Daredevil. A dirla tutta, poi, non è chissà quanto necessario impiegare episodi per descrivere un personaggio portatore di una storia non certo originalissima nella narrativa a stelle e strisce (il soldato duro e puro costretto a fare cose orribili e tradito dal sistema stesso che lo ha reclutato). Ecco quindi che è importante tessere un thriller a sfondo politico-militare che possa rendere avvincente questa prima stagione. Ecco quindi che è necessario riservare parte del minutaggio ai personaggi secondari, utili a chiarire lo scenario in cui Castle e Mirco si muovono.
Marvel’s The Punisher potrebbe essere la serie più oscura e cruenta tra tutte le serie finora presentate. Buio, violenza, proiettili e omicidi a sangue freddo sono gli ingredienti principali, facendo a meno di elementi più “fantastici” tipo costumi, scazzottate, misticismo (e non si può non tirare un sospiro di sollievo dopo tutta quella Mano tra Marvel’s Iron Fist e Marvel’s The Defenders). Insomma, in una serie potenzialmente tetra come quella sul Punitore, è più importante che mai assestare i giusti dialoghi e lavorare sulla caratterizzazione dei personaggi. L’interazione tra Joe Bernthal e Ebon Moss-Bachrach funziona alla grande e “Gunner” è l’episodio in cui si assiste ad un vero progresso nel rapporto tra i due, considerando anche che il personaggio di Lieberman, per il secondo episodio consecutivo, compie un importantissimo intervento nel salvare Frank. Utile e importante, in tal senso, anche un efficace momento di alleggerimento tra i due come quello della cena durante il viaggio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Effetto estetico della sparatoria nei boschi
  • Sotto trame sparse nell’episodio utili a tessere il thriller raccontato in questa prima stagione
  • Micro che si mangia il paninazzo
  • Frank non si presenta alla cena, per fortuna: lo strano triangolo poteva risultare stucchevole (tra l’altro Joe Bernthal ne sa qualcosa di fregarsi le mogli di gente creduta morta)
  • Prepotente l’inserimento di Rawlins nella storia, anche troppo: da presenza astratta – o comunque mostrata nei flashback – improvvisamente viene mostrata la sua scalata nella CIA, riuscendo anche a guidare un’azione nei boschi

 

Scegliere la via dell’atipico spin-off poteva portare l’intera operazione Marvel/Netflix verso un risultato stucchevole. Scegliere di cambiare il format della storia potrebbe essere la via giusta.

 

Resupply 1×04 ND milioni – ND rating
Gunner 1×05 ND milioni – ND rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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