“Okay, class, settle down. I know it’s the first day, but we’ve got a lot to get through. The Earth is flat. The devil is real. The sun is crazy. And that is everything that we know. Congratulations, graduates!”
Miracle Workers, forse uno dei prodotti televisivi più strani del passato anno, si ripresenta al pubblico con la conferma del cast originale e con rinnovata verve. La narrazione, approdata al periodo medievale, può trarre energia ed avere come solide fondamenta tratti comici ben definiti e che già nella passata stagione erano valsi il nostro plauso: battute semplici, lineari, non troppo vaneggianti o arzigogolate come talvolta accade.
Niente più alta tecnologia del Paradiso e niente più forsennata corsa contro il tempo per cercare di far concludere in amore una abbastanza dubbia coppia di sconosciuti: è tempo per il medioevo di ritagliarsi il proprio spazio e di fare a suo modo clamore nel palinsesto televisivo.
Miracle Workers si adopera (ed ha la capacità di saper sfruttare) le molteplici antiquate usanze dell’epoca: carriere lavorative già segnate; matrimoni intra-familiari; esecuzioni di dubbia utilità; istruzione assente. I poco più di venti minuti vengono colmati da una sequenza continua di stereotipi ben presentati e lo spettatore gioisce potendo partecipare attivamente alla comicità della serie (non recependola solo passivamente quindi).
“Well, you know the shoveler’s pledge: any time, anywhere, even if it’s big.”
Se il leitmotiv della prima stagione si attestava attorno al tanto solido desiderio dei personaggi di dimostrare di essere all’altezza del compito loro assegnato, questa seconda stagione (dal titolo Dark Ages) non si allontana troppo dal concetto, preferendo piuttosto ridefinirlo leggermente. In questa stagione i personaggi sembrano destinati a dover dimostrare che cambiare è possibile, provando in tutti i modi che bisogna sapersi adattare e soprattutto evolvere.
E’ questo per esempio che cercano di fare i personaggi di Daniel Radcliffe e Geraldine Viswanathan, sempre a loro modo e sempre con la corretta dose di humour per incorniciare il tutto.
Radcliffe si ritrova a dover interpretare il ruolo di principe, figlio di un vero e proprio tiranno che ha fondato tutto il suo grandioso reame sulla paura, sul terrore e sulla continua dimostrazione del proprio potere. Il principe Chauncley si ritrova costretto a vivere all’ombra di una figura ingombrante e con la quale si fatica ad intravedere anche solo un elemento in comune. Starà a lui dimostrare che il cambiamento è qualcosa di possibile, doveroso ed utile. Facendogli capire che, forse, non è poi così salutare per il reame mantenere come appuntamento fisso la decapitazione serale, quasi fosse un aperitivo.
Alexandra, d’altra parte, si ritrova bloccata in una realtà che non le permette di dare libero sfogo alle sue vere potenzialità, bloccata in una “carriera lavorativa” che non le si addice e che la sminuisce enormemente. Partirà proprio da qui la lotta per la propria autodeterminazione.
Miracle Workers porta in scena il consueto pugno di personaggi e la loro lotta contro la predestinazione, celandone la profondità narrativa tra battute e humour di buon livello.
E poi fa sempre piacere vedere Steve Buscemi all’opera, anche solo se si tratta di raccogliere feci per le strade della cittadina.
“You know why this town is so stupid? Because nothing ever changes.”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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1 Hour 1×07 | 0.93 milioni – 0.3 rating |
Graduation 2×01 | ND milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.