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Probabilmente qualcuno ci taccerà di estrema ripetitività, ma il fastidio provocato dall’insopportabile accento australiano al malcapitato recensore di turno, è qualcosa che deve sempre essere sottolineato; ma quello del recensore è un duro lavoro e qualcuno deve pur farlo.
Tralasciati i problemi di udito, la seconda stagione dello show di casa FX prosegue sulla falsariga della prima, con Ryan sempre diviso tra il suo peculiare codice d’onore e la violenza che permea il suo essere, meglio se ben remunerata, in un duplice aspetto delle sua personalità che continua a caratterizzare il main character.
In questo doppio episodio, a conti fatti, succede ben poco visto il continuo ripetersi, puntata dopo puntata, delle stesse situazioni violente, ma eticamente giustificate, escludendo gli omicidi su commissione.
La brevissima introduzione di Nasir, fratello di Davros, che sicuramente cercherà vendetta dopo i fatti della scorsa stagione, è l’unica situazione degna di nota che potrebbe realmente influenzare lo sviluppo della trama orizzontale, visto che come già accennato riguardo alle puntate precedenti, trovare il punto di arrivo della narrazione è impresa veramente ardua.
Una volta accettato questo aspetto determinante e resosi conto dell’assoluta mancanza di personaggi, se si esclude il protagonista, lo spettatore non può far altro che godersi un prodotto seriale che, visto con un determinato approccio, non è poi così malvagio e anzi non sfigura all’interno dell’universo black-comedy drama.
In questo doppio appuntamento si trova addirittura il tempo di sorridere, con un paio di siparietti tra 007 e spiegazioni sessuali, da cui proviene il titolo del terzo episodio, che considerato il tenore dello show risultano essere quasi una piacevole sorpresa.
In fin dei conti la serie, per come è stata strutturata sino ad ora, riesce tranquillamente a proseguire senza dover necessariamente cambiare la propria natura, ne sembra in realtà intenzionata a farlo, salvo clamorosi cambiamenti.
Scott Ryan è semplicemente perfetto per il character che interpreta e vista la quasi totalità del minutaggio riservato al protagonista, il killer-buttafuori riesce senza problemi a mandare avanti la serie in solitudine, reggendo la scena senza particolari problemi e, anzi, dando vita ad un personaggio abbastanza interessante.
Mr. Inbetween non è certo un prodotto seriale innovativo o che rimarrà nella memoria, ma nemmeno ha la pretesa di esserlo e come tale deve essere giudicato, visto che può risultare gradevole o meno, ma di certo mantiene sempre un suo determinato senso nella visione d’insieme di Scott Ryan.
Nello sterminato mondo seriale in cui ormai il numero di show prodotti risulta esorbitante e le piattaforme streaming sono in continuo aumento, con conseguenze facilmente immaginabili riguardo l’abbondante quantità di serie che a breve verranno trasmesse, l’esperimento di FX su questa versione australiana di The Magician non è certo deprecabile. Infatti, rispetto a tanti prodotti seriali osceni che infestano ormai l’affollato mondo delle serie tv, Mr. Inbetween mantiene almeno una sua coerenza, risultando ancora guardabile per quella piccola folla di irriducibili che hanno deciso di proseguire nella visione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Nulla è cambiato rispetto alla prima stagione ed è lecito aspettarsi che nulla cambierà. La valutazione resta sufficiente, senza alti ne bassi che contraddistinguono lo show. Mr. Inbetween continua ad essere tale sia nei suoi aspetti negativi che positivi e aspettarsi qualcosa di diverso sarebbe utopico da parte dello spettatore.
Don’t Be A Dickhead 2×02 | ND milioni – ND rating |
I Came From Your Balls? 2×03 | ND milioni – ND rating |
Monsters 2×04 | ND milioni – ND rating |
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.