“Vedrai un grave dolore e in quel dolore sarai felice. Ecco il mio insegnamento per te: cerca la felicità nel dolore.” (I Fratelli Karamazov, Fëdor Dostoevskij)
My Brilliant Friend, come ampiamente preannunciato dal finale del precedente episodio, decide di abbandonare le polverose mura del rione per concentrarsi verso un luogo a dir poco esotico e utopistico, se paragonato ai caseggiati dove molti dei personaggi apparsi in scena si ritrovavano costretti a rimanere quasi fossero incatenati. Cambiano anche i colori di scena: vengono abbandonati i colori freddi ed il perenne grigio del rione per lasciare posto ai colori caldi ed alla luce del sole che illumina il sempre più maturo volto di Elena. Un volto che appare notevolmente diverso rispetto a quello che lo spettatore era stato abituato ad intravedere fino a questo momento. Anche i rumori di sottofondo variano: niente più auto, niente più schiamazzi e niente più grida. Il suono del mare regna sovrano incontrastato sulla scena, facendo quasi dimenticare molte delle vicende precedentemente narrate fino a questo punto in My Brilliant Friend.
A conti fatti, e soppesando con attenzione il termine, “The Island” potrebbe tranquillamente apparire come un filler dal momento che la storia vera e propria non porta in essere dei veri e propri sviluppi, anche se sotto determinati aspetti (essenzialmente il terreno affettivo/sentimentale) i maggiori elementi forse compaiono proprio in questa puntata.
In “The Island” la redistribuzione dei minuti in scena appare chiaramente diseguale, ma per un semplice e giustificato motivo: è Elena la protagonista sia della puntata, sia della serie. D’altra parte l’intera serie viene raccontata dalla sua voce narrante e come veniva appuntato in The Romanoffs: una storia raccontata da qualcuno sarà per forza di cose, sempre e comunque, incentrata sulla persona che la sta raccontando. Tuttavia, Lila riesce a trovare spazio all’interno del racconto, visto e considerato che entrambe le trame riguardanti le due giovani ragazze le vedono affrontare le prime vere infatuazioni e le prime vere storie d’amore, indipendentemente dal fatto che siano corrisposte, imposte, non desiderate oppure violente.
Lila si ritrova a dover resistere alle continue proposte di Marcello Solara che, conscio di non poter conquistare direttamente la ragazza ribelle, cerca di trovare un appoggio nella famiglia della giovane: i regali che porta in dono non sono per Lila, come cerca di mascherare, bensì per il padre (elemento fondamentale all’interno delle famiglie dell’epoca). Nonostante negli scorsi episodi anche Rino si fosse dimostrato disponibile ed aperto alla possibilità di avvicinarsi alla famiglia Solara (per ritorno economico, chiaramente) per orgoglio si ritrova a difendere la sorella dalle violente reazioni del padre che cerca di costringerla a fidanzarsi con Marcello.
“Secondo me ogni uomo è un’isola e per di più questo è il momento giusto per esserlo. Questa è l’epoca delle isole. Cento anni fa era diverso, dovevi dipendere dalle altre persone. Nessuno aveva la TV, o i CD, o i DVD, o i video, o la macchina per farsi il caffè espresso in casa. A dire la verità non avevano niente per divertirsi. Oggi invece puoi crearti da solo una piccola isola paradiso. Con gli accessori giusti e, cosa ben più importante, con l’atteggiamento giusto, puoi essere assolato, tropicale, una calamita per le giovani turiste svedesi. E a me piace pensare che io potrei proprio essere un’isola del genere, mi piace pensare di essere molto fico. Mi piace pensare di essere Ibiza!” (About A Boy, 2002)
Questa presa di posizione di Rino, che fa semplicemente da esempio scenico perfetto, non è altro che l’ennesima dimostrazione che la serie cerca di portare sotto gli occhi dello spettatore: ogni persona prende le proprie decisioni solo e soltanto per un proprio tornaconto personale e mai per magnanimità o bontà di cuore. A rendere ancora più crude queste decisioni è sicuramente anche il periodo storico che non aiuta le persone come Elena, dolci e gentili con il prossimo, ma forse troppo soggiogabili.
Ma tutto si può tranquillamente riassumere con un breve spezzone del dialogo tra Nino ed Elena in cui il ragazzo afferma: “dedicherò la vita mia a cercare di non diventare come mio padre. È stato il suo amante [di Melina ndr]. Lo sapeva bene che era una donna fragile, ma l’ha voluta lo stesso. Per pura vanità. Per vanità farebbe del male a chiunque senza sentirsi poi responsabile. Perché è convinto di far felici tutti, pensa che tutto gli debba essere perdonato. Ma non è così.”
Proprio come il padre di Nino, infatti, la stragrande maggioranza dei personaggi ragiona per vanità, per puro desiderio egoistico. Salvo, ovviamente, vari casi eccezionali quali per esempio la già citata Elena.
È da sottolineare, come già appuntato in altre recensioni, come Elena nonostante continui ad allontanarsi sempre più da Lila, continui a percepire sulla propria pelle l’ombra dell’amica, quasi riuscisse ad essere sempre e comunque un passo più avanti a lei. Prima nello studio, poi nell’amore. Una sensazione questa che annichilisce la già debole autostima di Elena.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Shoes 1×05 | 0.29 milioni – ND rating |
The Island 1×06 | 0.21 milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.