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From 2×02 – The Kindness Of StrangersTEMPO DI LETTURA 4 min

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From 2x02 recensioneFrom aveva già abituato il suo pubblico, durante la prima stagione, a non contare troppo sulle risposte e spiegazioni ai misteri disseminati durante la narrazione. Anzi, quel burlone di John Griffin (creatore della serie) e gli altri sceneggiatori, avevano fatto in modo che lo spettatore brancolasse nel buio fino all’episodio finale.
La prima stagione, come da copione, era servita per presentare la trama principale, i personaggi, le loro dinamiche e i loro ruoli all’interno della storia. Nessuna risposta è stata fornita dagli autori, nessun flashback è stato utilizzato per determinare l’origine dei mostri e della cittadina.
From, dunque, aveva fatto gola allo spettatore, oltre che per la sua eccellente qualità, anche per questa spessa coltre di incognita e mistero che ricopriva ogni puntata.
La seconda stagione sembra voler continuare su questa strada, spingendo sulla componente horror-drama (almeno in questi primi due episodi) ma, di fatto, aggiungendo pezzi di puzzle senza un ordine preciso.

THE FIRST NIGHT


“The Kindness Of Strangers” racconta della prima notte passata nella cittadina da parte dei nuovi arrivati. Come volevasi dimostrare, le cose non filano proprio lisce come l’olio e i momenti di tensione si susseguono durante il minutaggio.
Giungere in una città e venire subito rinchiusi a colpi di fucile all’interno di una tavola calda, dove una donna narra di fantomatiche creature mostruose che di notte sbranerebbero chiunque capiti loro a tiro, non è il comitato di benvenuto che si vorrebbe.
Va da sé che la situazione si complica e i mostri ne approfittano per mietere le loro vittime. In una sequenza al cardiopalma, dall’angoscia sparata alle stelle, due poveri malcapitati fanno una brutta fine all’interno del bus. Lo stesso vale per altre persone che si trovano all’aperto e che Fatima ed Ellis non riescono a salvare. Anche in questo caso, Jack Bender (regista dell’episodio) confeziona una resa scenica e visiva perfetta con il dialogo tra Fatima e i mostri appena usciti da un set anni ’60.
Ben vengano questi momenti di ansia narrativa, dato che From è – e sarà – una serie basata sui dialoghi e sull’introspezione.

BOYD MICHAEL RITROVA VINCENT


Come già affermato ad inizio recensione, From è un prodotto in cui viene mostrato molto ma spiegato poco. La porzione di trama dedicata a Boyd è un chiaro esempio di questa affermazione.
L’uomo, sul finire dello scorso episodio, era entrato in contatto con un altro personaggio: Martin. Quest’ultimo si trova incatenato al muro, imprigionato da qualcuno – o qualcosa – e in evidente stato di malnutrizione e sofferenza.
Martin aggiunge altra carne al fuoco e mistero alla narrazione, farneticando di “cose che nessuno avrebbe dovuto vedere” e passaggi segreti che ti portano da un posto all’altro. Con queste asserzioni, Martin fa intendere al pubblico la possibilità che ci siano dei loop spazio-temporali (“I always thought the town was the worst part, then I went through the tree”) o comunque dei “livelli infernali” creati apposta per torturare qualcuno, fisicamente e psicologicamente.
Gli autori, inoltre, gettano benzina sul fuoco insinuando nello spettatore il dubbio che tutto ciò sia avvenuto solo nella mente di Boyd. L’uomo, infatti, non riuscendo a salvare Martin, esce da una porta e si ritrova in una foresta, dove viene raggiunto da un cane.
Martin aveva, inoltre, nominato Abby, la moglie di Boyd, così da creare ancora più suspense riguardo la veridicità del loro incontro.

UN SERIO PROBLEMA DI COMUNICAZIONE


“The Kindness Of Strangers” è sicuramente un buon episodio, ricco di momenti di tensione e con sequenze ben girate (la scena sul bus, la morte di Tom).
Se davvero si vuole trovare un difetto alla puntata, o alla serie in generale, è il fatto che i personaggi non comunichino e non collaborino tra di loro. Victor, Jade e Boyd potrebbero tranquillamente sedersi a tavolino, parlare di ciò che sanno e cominciare ad unire i puntini. La notte trascorsa all’interno del camion è, infatti, un’occasione sprecata. Invece di parlare, Victor e Boyd sembrano non fidarsi l’uno dell’altro e mantengono ben celati i propri segreti.
Certamente questa incomunicabilità è un espediente narrativo funzionale per aumentare il mistero e le domande. Una risoluzione troppo veloce della vicenda, infatti, giocherebbe a sfavore della vera essenza della serie. Nonostante ciò, la mancanza di senso logico da parte di alcuni personaggi è particolarmente frustrante.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Una spinta alla componente horror
  • La scena sul bus carica di ansia e tensione
  • La morte di Tom
  • Comparto tecnico
  • Un forte problema di comunicazione tra i personaggi

 

Un altro validissimo episodio per la seconda stagione di From. L’abilità di John Griffin di costruire un clima di tensione e adrenalina è innegabile, anche se il pubblico è lontano chilometri dalla verità.

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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