Painkiller 1×03 – Blizzard Of The CenturyTEMPO DI LETTURA 4 min

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Painkiller 1x03 recensioneOgni tentativo di storytelling porta avanti sei fasi: esposizione, punto di rottura, crescendo, climax, allentamento della pressione, risoluzione. Painkiller riesce a seguire questo schema e in questa terzo episodio sviluppa sia il punto di rottura per alcuni personaggi, sia un crescendo di avvenimenti da sviluppare nelle puntate successive.
Come già scritto nella recensione dell’episodio 1×01 – “The One To Start With, The One To Stay With”, la narrazione avviene su più livelli. Mantenere il ritmo su tutti i piani sarebbe auspicabile ma non è ciò che accade in questo episodio. Ne risulta una puntata frammentata nello stile che non riesce a sviluppare coesione narrativa tra le diverse trame.

LIVELLO#1 LA PURDUE PHARMA E IL METODO MICE


Questo livello è la parte meglio riuscita dell’episodio. Il racconto di come Richard Sackler  e i suoi scagnozzi del board of directors riescono a manipolare Curtis Wright (Noah Harpster), il funzionario di controllo della FDA (Food and Drug Administration), è un grande esempio di strategia della manipolazione. Per riuscire a far approvare il farmaco alla vendita, la Purdue Pharma si avvale del Metodo MICE, acronimo di Money, Ideology, Coercion, Ego. Questa tecnica è stata realmente utilizzata durante la Guerra Fredda per il reclutamento degli agenti segreti destinati allo spionaggio. L’uso di questa strategia sul Doctor Wright viene raccontata in un crescendo di situazioni e scene a volte grottesche sulle note di Hustling, un pezzo hip hop del controverso cantante Rick Ross il cui testo ripete incessantemente “Everyday, I’m hustlin’ ” a sottolineare come l’approvazione dell’OxiContin alla vendita equivalga a spacciare un’oppioide a norma di legge grazie ad una ricetta del proprio medico di famiglia. Il processo di approvazione (e manipolazione) dura 14 mesi e 11 giorni e culminerà con una pomposa festa nella villa di Richard Sackler, durante la quale i pezzi grossi ed i rappresentati delle vendite si autocelebreranno promotori della Blizzard of the Century: una bufera di prescrizioni di OxiContin che seppellirà la concorrenza

LIVELLO#2 I PIAZZISTI E I PRIMI DUBBI DI SHANNON


Con altra narrativa invece è trattato il punto di svolta di Shannon Schaeffer. La “fottuta spacciatrice con la coda di cavallo” comincia a nutrire alcuni dubbi sulla caratura morale del suo lavoro alla Purdue Pharma come informatore medico. Dubbi che nascono quando assiste ad un’incidente automobilistico causato da due giovani consumatrici assidue di OxiContin che poco prima hanno polverizzato e sniffato il narcotico di tabella 2 ormai approvato dalla FDA.
Ma mentre nella descrizione dell’approvazione del farmaco gli sceneggiatori Micah Fitzerman-Blue e Noah Harpster (quest’ultimo è l’attore che interpreta proprio Curtis Wright) costruiscono un processo narrativo articolato, questo non accade per Shannon. La giovane ragazza glamour, avida di potere e di borse di Louis Vuitton, diventa rappresentante della moralità professionale in una manciata di minuti. Decisamente troppo poco tempo per descrivere la complessità di un cambiamento così netto.

LIVELLO #3 LA GENTE COMUNE: DA PAZIENTI A TOSSICI


Se non entusiasma la narrativa di Shannon ancora meno incisiva risulta il racconto di Glen Kryger. Il giovane meccanico, con un’attività avviata e una famiglia modello è il povero malcapitato, vittima di un infortunio alla schiena, che viene imbottito di OkyContin per combattere il dolore e si ritrova in overdose da oppiacei senza avere il tempo di capire come sia finito in ospedale. Anche per lui questo episodio è il punto di svolta. E pare chiaro che la sua sarà una parabola discendente verso la dipendenza.
Il regista Peter Berger ha raccontato recentemente alla rivista TvInsider come la scelta dell’attore Taylor Kitsch per interpretare Glen non sia stata casuale. L’attore, infatti, ha una sorella che ha lottato con una grave dipendenza da OxiContin e Taylor stesso si era preso una pausa dalla sua carriera per darle supporto per uscire dalla drug addiction. Ora la sorella sta bene e Taylor Kitsch onora con la sua prestazione attoriale non solo la sua battaglia ma quella di tutta la gente comune caduta nella dipendenza. Purtroppo, in questo episodio, la costruzione della trama non lo premia e la storia di Glen risulta sottotono. Questo non permette di entrare in empatia con il personaggio.
Anche la scelta di usare Edie Flowers, l’investigatrice dell’ufficio del Procuratore, quasi esclusivamente come voce narrante delle marachelle di Richard Sackler non aiuta ad entrare emotivamente nella storia. Una tendenza già vista negli episodi precedenti che riduce una parte di questa dolorosa vicenda ad una puntata di audiolibro più che a una serie tv.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Colonna sonora in linea con l’argomento
  • La supercazzola dei Sackler per approvare l’OxiContin
  • La svolta morale di Shannon liquidata in pochi secondi
  • Edie Flowers ridotta a narratrice esterna
  • Bassa empatia per la sottotrama di Glen

 

Questo terzo episodio lascia perplessi. La scelta di aver preferito una regia a tratti elegante, a tratti grottesca non permette l’immersione dello spettatore nella realtà drammatica della vicenda che si vuole raccontare.

 

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Membro Onorario della Generazione X. Dal 1994 si aggira nei corridoi dell'archivio degli X-Files senza trovare l'uscita. Da piccola fingeva di avere la febbre per rimanere a casa da scuola a guardare gli episodi di Hazzard. Capisce poco di Cinema ma ci prova.

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