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Mayor Of Kingstown 2×06 – Left With The NoseTEMPO DI LETTURA 4 min

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Mayor Of Kingstown 2x06 recensioneAl momento in cui si scrivono queste righe, Mayor Of Kingstown non è ancora stata rinnovata per una 3° stagione e, se da un lato si può immaginare che quest’attesa sia dovuta alle condizioni piuttosto critiche di Jeremy Renner, si può anche trarre le proprie conclusioni sulla qualità della serie dopo questi sei episodi e sull’attendismo di Paramount+.
Quanto accaduto nel finale della scorsa stagione è, dopo sei episodi, di fatto ancora l’ultimo momento in cui la trama orizzontale ha fatto capolino in maniera consistente nella serie per poi sparire per sempre. Si certo, si potrebbe argomentare che i detenuti siano stati spostati dalla tendopoli ad una prigione vera e propria ma, a parte questo cambio di location che non impatta in alcun modo l’interesse dello spettatore, rimane solo:

  • una bromance telefonica tra Bunny e Mike di cui si farebbe volentieri a meno;
  • un Kyle McLusky senza uno scopo nella vita che costruisce casette in giardino;
  • una mamma McLusky che non si capisce perchè abbia ancora del minutaggio in questo show vista la sua utilità;
  • gente che muore a caso in prigione.

E pensare che una volta Mayor Of Kingstown aveva anche una trama.

Mike:Hey, Bunny.
Bunny:I ain’t got long. Aight? I just want to let you know that the path’s been cleared and shit. Okay? Time for you to do your thing.”
Mike:What thing?
Bunny:Your mayor thing, man. Get me outta this place, Mike.
Mike:What path’s been cleared, Bunny?
Bunny:I did my shit, now it’s your turn. Get that bitch of yours to sign the papers and send my black ass home. Catch you later, Mayor Mike.”

A.A.A. CERCASI SCENEGGIATORI


La gestione di questa stagione non è chiaramente sufficiente. Troppo attendismo scenico, leggasi anche come immobilismo, moltissimi character hanno perso il loro scopo principale e si denota anche un modo di scrivere meno serrato rispetto alla scorsa annata. La violenza non manca ma è ponderata, quasi compassata e non c’è mai quella sensazione di tensione dovuta all’imprevedibilità degli eventi.
Ma cosa è cambiato per giustificare questo cambio di ritmo e questa sostanziale paura di proseguire una narrazione completamente impantanata? Per rispondere a questa domanda è il caso di guardare il nome degli sceneggiatori di questa e della scorsa stagione:

La serie creata da Taylor Sheridan e Hugh Dillon (il detective Ian Ferguson) ha di fatto perso Sheridan in quest’annata a causa delle altre trecento serie a cui sta lavorando in contemporanea, il che ha portato ad assumere un team di sceneggiatori che potessero aiutare Dillon ed è ben visibile dai nomi che sono affiancati a ciascuno episodio. E questo è fondamentalmente il problema perchè, pur non avendo Sheridan, sarebbe bastato assumere sceneggiatori con un certo pelo sullo stomaco coadiuvati da uno showrunner che abbia un’idea precisa di dove andare, cosa che Dillon chiaramente non ha.
La season premiere si apre con la collaborazione tra Taylor Sheridan e Dave Erickson, uno che sulla sua pagina Wikipedia può “fregiarsi” del titolo “best known for co-creating Fear The Walking Dead“, serie che ha poi abbandonato alla fine della 3° stagione. A succedergli al terzo episodio c’è Keli Goff che invece può “vantare” nel curriculum una sceneggiatura di And Just Like That… che non è indecente ma comunque non è un capolavoro. Seguono poi una lista di sceneggiatori misconosciuti come quello di questo episodio, tale Christian Donovan, su IMDB “rinomato” per non essere accreditato in nessun ruolo se non quello di “assistant to Eric Warren Singer” e qui alla sua prima avventura come sceneggiatore in solitaria di un episodio.
Insomma c’è un motivo se anche questa puntata non ha molto senso di esistere e sarebbe potuta durare 15 minuti massimo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Almeno il minutaggio è ridotto e non opprime con episodi di oltre 50 minuti
  • Alcune scene di negoziazione di Mike
  • Ennesima puntata senza Milo
  • Mamma McLusky: basta, veramente, basta
  • Immobilismo scenico onnipresente

 

Mayor Of Kingstown ed il suo team di sceneggiatori non bravissimi vivono nella paura e, come tale, continuano a non muoversi per non fare errori. E questo è l’errore più grande.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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