Sweet Tooth 3×05 – The Tail-Tale HeartTEMPO DI LETTURA 4 min

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Sweet Tooth 3x05 recensioneDopo ben cinque puntate passate tutte in viaggio tra un pericolo e un altro, Gus, Jepperd e il Dottor Singh arrivano finalmente in Alaska. Una destinazione a lungo agognata ma che, tuttavia, non è l’obiettivo finale.
L’Alaska, infatti, sembra solo un altro punto di partenza per iniziare la ricerca della famosa grotta che, tra testimonianze del passato e sensazioni mistiche del presente, potrebbe contenere risposte e salvezza per l’umanità.
In definitiva, dunque, anche questo episodio non risolve granché, diluendo ancora la storia e portandola verso l’ennesima ricerca. Una ricerca che dovrà compiersi obbligatoriamente nell’arco dei prossimi ultimi tre episodi.

LA FAMOSA GROTTA


Come detto, arrivare in Alaska significa solo mettersi alla ricerca di qualcos’altro. La famosa grotta è ormai il punto nevralgico dell’intera storia e solo una volta raggiunta si avranno le tanto attese risposte. Tuttavia, trovare la grotta sta occupando gran parte della stagione, lasciando un po’ perplessi per questa scelta narrativa che però ripropone la tematica del viaggio che è un po’ una costante di Sweet Tooth. Il pericolo ormai dietro l’angolo è quello di aver dato troppo spazio al percorso in sé per poi lasciare solo una minima parte alla risoluzione.
Un elemento che non aiuta anche in questo senso è la nuova scomparsa di Birdie dalle scene. Non c’è dubbio che la mamma di Gus avrà più spazio nei prossimi episodi, ma dato il ruolo primario che dovrebbe avere nella ricerca, ci si aspettava una funzione un po’ più centrale.
Tuttavia, i momenti finali di questo quinto episodio sembrano portare Gus verso un imminente incontro con Birdie, un avvenimento che dovrebbe finalmente sbloccare la trama.

IL DR. SINGH


Uno dei veri colpi di scena di questo episodio riguarda il Dr. Singh. In realtà, non si può parlare di colpo di scena vero e proprio, dato che l’ossessione del dottore verso la cura per l’Afflizione è sempre stato l’elemento centrale di questo personaggio.
Il doppiogioco per raggiungere il suo scopo sembra non fermarsi davanti a niente e nessuno e, spinto dalla sua visione nella grotta, era solo questione di tempo affinché Singh colpisse alla spalle Gus e company. In realtà, questo sviluppo risulta abbastanza positivo ai fini della trama, dando una sferzata dinamica ai personaggi e contribuendo ulteriormente a rafforzare quella parte emotiva del racconto. Il background del dottore è ormai conosciuto e, per quanto moralmente discutibili siano le sue scelte verso la ricerca, il tutto ben si presta ai fini della storia.

VILLAIN CON RISERVA


Come già sottolineato nelle scorse recensioni, a mancare in questa stagione è stata anche la figura di un vero e proprio villain. Zhang, infatti, non riesce a compensare la mancanza di Abbott a causa di una caratterizzazione estremamente differente. Laddove Abbott assumeva quasi risvolti comici nella sua cattiveria, Zhang appare futilmente spietata senza suscitare alcun tipo di reazione nello spettatore. Per una serie del genere, che si basa su certi valori e con profondi significati sociali, la caratterizzazione di Abbott funzionava decisamente meglio.
Zhang, dunque, non riesce a coinvolgere nei suoi piani e neanche l’aiuto di Becky coinvolta nella sua storyline ha favorito questo aspetto. Anzi, l’allontanamento da Gus ha provocato una perdita di dinamismo anche per i character di Becky e Wendy.
Con soli tre episodi alla conclusione, si può affermare che questa stagione finora risulti povera di contenuti, con una grande promessa finale che però stenta ad ottenere una vera costruzione. Gli ultimi indizi raccolti, dal sangue della terra al sacrificio del cervo di cui parlava nel flashback (e nel suo quaderno di bordo) James Thacker, sono quegli elementi vitali per arrivare ad una degna conclusione. Peccato che saranno condensati solo nel rush finale, mentre ora tutto appare gestito con un po’ di pressapochismo. Tutto rispecchia i canoni della serie certo, ma ci si aspettava comunque  qualcosa in più.

“All was unlocked when I sacrificed the deer.”

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Finalmente l’Alaska…
  • L’ossessione del dr. Singh disposto a tutto 
  • Gus sempre più vicino a Birdie e alla verità
  • … ma ecco che parte una nuova ricerca 
  • Personaggi secondari un po’ deludenti: da Zhang a Becky, le loro scene non coinvolgono

 

Solo tre episodi al finale di serie ma si è ancora lontani da una risoluzione. Una stagione che si è adagiata un po’ troppo nella prima parte, ma che si spera riuscirà a concludere ugualmente con sensatezza la sua storia.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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