Si presenta come un grosso previously on questa terza e ultima season premiere di Sweet Tooth. Dopotutto, è già passato più di un anno da “The Ballad Of The Last Men” che sanciva la fine della seconda stagione.
Mesi in cui è stato facile per lo spettatore azzerare tutto ciò che ricordava della serie, per arrivare alla visione odierna con un gigantesco punto interrogativo. Per questo motivo, un primo episodio ampiamente introduttivo come “The Beginning Is Also The End” non può certo essere mal giudicato, anzi, appare quasi indispensabile.
DOVE ERAVAMO RIMASTI
Gli eventi della scorsa stagione avevano ristretto di molto il campo dei protagonisti e infatti in questo primo episodio stagionale il gruppo di Gus conta appena quattro componenti. Un numero contenuto, ma che rassicura in vista degli ultimi episodi. Con la terza stagione a chiudere il cerchio, per la serie di Jim Mickle e prodotta da i coniugi Susan Downey e Robert Downey Jr., contenere il numero di character e storyline diventa fondamentale per consegnare un finale chiaro e coerente.
Un elemento che sembra essere stato preso in considerazione per i protagonisti, ma meno per i villain di turno. Con la dipartita di Abbot, infatti, altre figure si sono fatte avanti per fregiarsi del titolo di villain stagionali, ma dovranno assumerne più spessore narrativo per essere paragonabili nel corso dei prossimi episodi.
Intanto, per riportare il pubblico a contatto con la storia, l’episodio si prende il suo tempo per accompagnare Gus, Jepperd, Becky e Wendy nel loro viaggio verso l’Alaska. Un viaggio con soste forzate che servono a poco nell’arco narrativo, ma confezionano una giusta introduzione. Il tutto con qualche elemento languido di troppo, tra crisi d’animo per Jepperd e discorsi motivazionali extra positivi che, pur risultando un po’ pieni, rientrano sempre nel genere della serie e dunque mai fuori luogo.
Intanto, il momento più importante arriva nel finale con la comparsa del Dr. Singh che promette sviluppi più effettivi nei prossimi episodi.
UN CERCHIO CHE SI CHIUDE?
Il titolo dell’episodio, “The Beginning Is Also The End”, che sembra voler parafrasare Dark, potrebbe indicare come l’inizio di tutto porterà inevitabilmente anche alla fine. Ma questa puntata oltre ad essere prettamente introduttiva è anche abbastanza esplicativa di alcuni elementi finora non approfonditi.
Si inizia con un interessante flashback sull’inizio del contagio che riporta direttamente ad una grotta in Alaska, per continuare con una parentesi finalmente più corposa sul personaggio di Birdie. La madre di Gus sarà sicuramente centrale in questa stagione, quindi un’attenzione maggiore al suo character appare indispensabile, sia nel presente che nel passato. Gli studi che hanno condotto Birdie in Alaska e quello che questa terra nasconde riguardo il contagio sono il fulcro dell’intera storia e avere una panoramica più completa è un qualcosa a cui aspira non solo Gus, ma anche gli spettatori.
Intanto, gli scagnozzi di Zhang sono arrivati anche in Alaska sulle tracce della stessa Birdie, portando tutti i personaggi verso la stessa destinazione. In pratica tutti gli elementi sono già sulla scacchiera, deve solo iniziare il gioco che si spera parta prima rispetto alla scorsa stagione. Dopotutto, mancano solo sette episodi alla conclusione e le domande sono ancora tante.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un episodio utile a reintrodurre fatti e personaggi per poi partire verso il finale di serie. Si spera solo che l’introduzione si fermi qui, con i prossimi episodi che devono già entrare nel vivo della storia per non rischiare di accelerare solo nel finale.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.