Il ritorno alla regia di Eric Wallace, regista storico della serie, regala una Central City inedita, con una pioggia perenne in pieno stile Blade Runner.
Si tratta, in effetti, dell’unico guizzo stilistico innovativo che l’episodio propone, un piccolo cambio positivo rispetto alla piattezza registica che ha contraddistinto le ultime stagioni di The Flash.
Per il resto, l’episodio prosegue nei suoi circa 40 minuti riassumendo situazioni tipiche di un qualsiasi episodio “X” dello show. Il tutto grazie ad alcuni plot twist che riescono a tenere stabile l’attenzione dello spettatore ma di certo non a salvare una puntata che, comunque, rimane abbastanza mediocre.
RITORNO DI CAITLIN/FROST DANIELLE PANABAKER
Fra questi plot twist, quello che più colpisce è il ritorno (già anticipato nello scorso cliffhanger) di Danielle Panabaker. L’attrice torna infatti a vestire i panni di Caitlin/Frost, stavolta in un’ennesima reincarnazione del personaggio che assume il nome di Snow.
Una nuova incarnazione, appunto, (risultato degli esperimenti di Caitlin e Mark con il DNA di Frost, quindi praticamente una nascita “in vitro”) che, al momento, non riesce a risultare memorabile o iconica come le precedenti. Così come la sua nascita, il personaggio di Snow sembra essere capitata quasi “per caso” nella storia, una sensazione che permane lungo tutto l’episodio. Ed è una sensazione abbastanza comprensibile dal momento che la scelta appare più come un blando tentativo di mantenere un’attrice come Panabaker all’interno del cast che una scelta ben ponderata a livello di trama (dal momento che le storylines dei suoi personaggi erano ormai al capolinea). Il risultato finale è che il tutto risulta come un’enorme arrampicata sugli specchi.
MA CHE MUSICA MAESTRO!
Sulla stessa linea d’onda, si mantiene una storyline verticale ancora più piatta e banale, che di certo non aiuta a rendere più dinamico e interessante l’intero episodio. Andrea Wozzeck, alias The Fiddler (Magda Apanowicz), funziona solamente giusto a livello estetico, mentre a livello di profondità e spessore del personaggio non dice assolutamente nulla. Fin dalla sua entrata in scena si percepisce come la sua sarà la classica storyline verticale in cui ad una minaccia considerata “incombente” e “distruttiva” verrà corrisposta una battaglia finale che verrà risolta, in realtà, con tanti discorsi motivazionali e con il “potere dell’amicizia”.
E così avviene, risultando utile al solo fine di avvicinare ancora di più il Team-Flash al character di Hartley Rathaway (Andy Mientus), ormai a tutti gli effetti new entry di tale Team.
CONCLUSIONI
Questi primi due episodi della nona stagione di The Flash si confermano dunque ancora un work in progress introduttivo per i primi veri plot twist stagionali (tanto per citarne uno: il cliffhanger finale). Purtroppo un ritmo così lento fa perdere completamente l’interesse dello spettatore per quanto raccontato, mentre le continue gag e battute sarcastiche (sempre sullo stile-Marvel) non aiutano in questo senso.
Così come non aiuta la scelta della scena finale in discoteca con tanto di titoli di coda, tipico esempio di finale “a tarallucci e vino” che fa quasi rimpiangere la locura di borisiana memoria.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Fra gli eterni ritorni, che ormai fanno parte della routine di The Flash, ecco quello del personaggio interpretato da Danielle Panabaker, qui nelle vesti di Snow. La sostanza però non cambia: la serie vive ormai di luce riflessa e di nostalgia dei tempi che furono. Anche la sequenza finale, per quanto suggestiva, non aiuta a risollevare uno show che anche in quest’ultima stagione è partito abbastanza fiacco.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!