“Cash is King. You ever hear that expression? It’s a great expression.”
Il secondo episodio di Tulsa King porta lo spettatore ad approfondire la conoscenza del suo protagonista non senza far progredire con il giusto ritmo l’azione, facendo entrare Dwight a pié pari nel business del commercio di marijuana a Tulsa. Ma fa anche una panoramica delle altre storyline che interesseranno il protagonista in questa stagione.
La regia, come nel primo episodio, è curata da Aaron Coulter, mentre la scrittura da Terence Winter & Jospeh Riccobene. I nomi di Coulter e Winter sono garanzia di qualità per le storie di criminalità, passando dai Soprano a Boardwalk Empire, a collaborazioni con Scorsese. Ma anche Joseph Riccobene non è nuovo a questo mondo.
Tanta esperienza si evince in sequenze come quella della negoziazione dove il personaggio interpretato da Stallone dà sfoggio della sua abilità di capo mafia e conoscitore del business, nonostante la lunga pausa. Come tutti i personaggi carismatici e di successo, anche se del business criminale, ha una forte etica del lavoro (vuole tenere la testa pulita per negoziare e si lamenta con i ragazzi del negozio di erba perché sono già fatti alle 11 del mattino). Dwight Manfredi è il prototipo di capo della mafia italo-americana intelligente, brillante, sprezzante del pericolo con un animo gentile dietro un aspetto spietato (anche se di questo non si è ancora avuto un assaggio diretto ma solo tramite parole e riferimenti indiretti).
UN MONDO NUOVO PER DWIGHT
“What the fuck is with the pronouns?”
Continua l’adattamento di Dwight al mondo odierno che, dopo l’avventura dell’apertura del conto corrente, culmina con un bel monologo da strafatto in auto. Qui si evince tutto il suo distaccamento dai riferimenti culturali contemporanei. Dwight viene da un mondo che guarda ancora a Marylin Monroe come unico simbolo di femminilità (e a chi riusciva a sposarsela, tipo Arthur Miller, come simbolo di mascolinità) e si ritrova in un mondo che ambisce a fare a meno della dicotomia femminile-maschile. Ne deriva quindi una riflessione sulla perdita d’identità che può sembrare paradossale se si pensa che lo sforzo delle nuove generazioni verso l’inclusione serve proprio a far trovare a tutti la propria. Per chi però è cresciuto in un periodo storico diverso e non ha avuto il tempo per adeguarsi alle esigenze sociali moderne, la perdita di quella dicotomia uomo-donna equivale a una perdita della propria identità, un tempo costruita molto più su basi comunitarie che individualiste, come ricorda proprio Dwight nel suo monologo.
Funzionale a questo suo adattamento al nuovo mondo è l‘accoppiamento con Tyson, il nuovo autista, personaggio con cui si è instaurata una buona chimica, producendo scambi che funzionano molto bene anche per il mantenimento del registro comico.
DRAMMA FAMILIARE CHE NON PUO’ MANCARE
Come si diceva all’inizio della recensione in questo episodio iniziano a delinearsi le possibili storyline che si accompagneranno a quella apparentemente principale della creazione di un giro criminale a Tulsa. Una è quella della famiglia abbandonata. Sicuramente in questa puntata rispetto alla prima al lato comico si aggiunge una bella dose di drama proprio in corrispondenza della porzione dedicata al rapporto con la figlia. Il tema del gangster che abbandona i figli per la prigione non è nuovo e tendenzialmente viene trattato allo stesso modo. Dopo un tentativo di avvicinamento inizialmente respinto, a un certo punto la storyline porta il gangster a fare qualcosa che fa capire al figlio che in realtà gli ha sempre voluto bene e arrivando così ad un ricongiungimento finale (magari in punto di morte). E’ troppo presto per capire se anche questo sarà il caso e ovviamente, avendo messo in chiaro che il personaggio di Dwight sa essere più complesso di un piatto gangster senza cuore, si spera che si creerà qualche dinamica più interessante.
ALTRE STORYLINE ALL’ORIZZONTE
“Nothing sexier that a cold-blooded killer with principles.”
Più intriganti e potenzialmente più impattanti per il protagonista sembrano essere le trame che deriveranno dall'”amicizia” con l’agente dell’FBI, Stacy Beale e con l’uomo che crede che Dwight sia a Tulsa per ucciderlo. La prima storyline sembra già pronta per essere servita visto che i due hanno già passato una notte insieme e che l’interesse di lei verso il criminale con etica sembra abbastanza palese. Forse è presto per dirlo ma Stacy ha la faccia di una che finirà per rovinarsi la carriera per colpa di quest’infatuazione, visto che viene mostrata anche parlarne con lo psicologo da cui si evince che è appena uscita da un divorzio che non l’ha lasciata incolume. E’ facile immaginare che i due finiranno per incontrarsi di nuovo mano a mano che le attività criminali di Dwight a Tulsa si amplieranno.
La seconda storyline potrebbe non solo portare un po’ di azione nella trama ma anche permettere di scoprire un po’ di più del passato criminale di Dwight. Infatti, sebbene le premesse della serie siano quelle di un nuovo inizio, è difficile credere che il passato di un capo mafia non tornerà a perseguitarlo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Tulsa King al secondo episodio prosegue il percorso di Dwight Manfredi arricchendo la storyline principale con i semi di trame di natura diversa ma promettenti.
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