Resurrection 1×05 – InsomniaTEMPO DI LETTURA 4 min

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Chi sta dirigendo questo show della ABC ha come principale obiettivo quello di dirci qualcosa. Ogni inquadratura, ogni dialogo, ogni colpo di scena è utile per passarci alcune informazioni. Per questo motivo ogni fioritura televisiva, ogni stratagemma che ci indurrebbe a urlare al capolavoro, viene messo da
parte. Come a dire “potrei farlo ma non ne ho intenzione”. E questo è sicuramente un grosso merito di Resurrection: rendere palese una scelta di scrittura. È stato fatto precedentemente un paragone con Twin Peaks che è pienamente azzeccato tanto dal punto di vista dell’ambientazione, quanto in quella dell’atmosfera claustrofobica e inquietante che regna sovrana. A rifletterci, però, troviamo due macroscopiche differenze. La prima sta nel pattern della storia. T.P. ha come base un normale delitto, salvo poi dilatarsi in soluzioni oniriche ed assurde (schema più vicino agli stili classici del thriller/horror). La particolarità di Resurrection invece sta nel partire da una premessa impossibile e vedere come questa possa porsi e stabilizzarsi in un contesto normale.
La seconda differenza è nel protagonista/osservatore. In entrambi i casi abbiamo un piccolo centro visitato da un agente forestiero (cliché abusatissimo). Kyle MacLachlan però era un protagonista “attivo”, che con la sua verve scuoteva il torpore della piccola città. L’agente Bellamy invece rispecchia di più il carattere calmo di tutto lo show. Lui è un osservatore, capitato lì quasi per caso. Diligente nel suo dovere, senz’altro, ma guardato male da quasi tutti gli abitanti di Arcadia con la quale non sembra voler stringere chissà quale legame. Di rimando, lo spettatore è portato a vedere Bellamy allo stesso modo, non riconoscendo in lui la classica figura “attiva” del poliziotto. Ma proprio in “Insomnia” qualcosa inizia a smuoversi. L’attaccamento particolare dell’agente per il piccolo Jacob viene giustificato con un linearissimo flashback. Se non fosse per la rivelazione di Caleb poco prima di scomparire, questo flashback apparirebbe tanto come un tentativo di rendere mobile la figura di Bellamy, che a mio parere ha una funzione molto più efficace nella sua staticità. Staticità che rimanda ad un’impersonificazione su schermo di noi spettatori, voyeur di un ambiente intimo e privato come quello delle famiglie di Arcadia. E a proposito della sparizione di Caleb, abbiamo la dimostrazione che anche senza fare i fuochi d’artificio, la voglia di stupire lo spettatore e di creare un bisogno di maggiori informazioni, è comunque presente. Lo stratagemma scenico in cui avviene la misteriosa volatilizzazione è particolarmente significativa. Nessuna (facile) soluzione trash e sovrannaturale. Caleb va via nascosto da un’enorme bolla d’acqua e come una bolla “scoppia” senza far rumore e senza lasciare traccia.
Gli altri personaggi vedono procedere le loro storie sottovoce, ma in maniera netta e decisa. Possiamo dire che nella apparente lentezza della serie, è nascosta una decisa velocità nell’evoluzione dei personaggi. Vediamo così Elaine scaricare sul padre tutta la rabbia accumulata e nascosta da un apparente affetto. Harold trova la forza di accettare il “nuovo” Jacob. Infine, storyline più fuori dalle righe, Tom mette a dura prova la sua vita coniugale assistendo la sua vecchia fiamma. Quest’ultima viene resa protagonista di un (telefonato) colpo di scena. A dimostrazione che il principale obiettivo di Resurrection è quello di un quasi studio sociologico, viene posto un altro elemento. Se muore una donna incinta, torna sempre incinta? A quanto pare sì. Da qui ne deriveranno tutta una serie di conseguenze che andranno ad intrecciare ancora di più le varie trame con risvolti, temo io, da soap opera.
La scelta di “volare basso” sicuramente rende Resurrection un prodotto che va masticato lentamente per poi gustarne il sapore in un secondo momento. D’altro canto, però, il prezzo da pagare è quello di una serie inguardabile in una ipotetica maratona causa una superficiale piattezza che spesso, se si è di umore particolare, rende non digeribile neanche la visione di un solo episodio. Ciò non toglie il buon livello che ci sta regalando.

 

PRO:

  • Pochi guizzi mirati
  • Strategia scenica della sparizione di Caleb
  • Sempre maggiori inevitabili domande
  • Netto avanzamento nell’evoluzione di diversi personaggi
CONTRO:
  • Flashback di Bellamy (per ora) stonato con il resto della storia
  • Svolta della gravidanza con pericolose derive nella trama
  • Il personaggio dello sceriffo, con la sua mono-espressività, è ciò che più si avvicina al mondo delle soap opere

 

Per i motivi sopra citati, è inevitabile che Resurrection non ci farà mai fare grossi salti dalla sedia. Non creerà mai un fandom appassionato che popolerà i forum (anche perché basta leggere il libro da cui è tratta la serie per avere tutte le risposte). Sicuramente il suo stile sobrio e sapiente non farà mai scendere la valutazione dell’episodio di turno sotto la sufficienza, svarioni permettendo.

 

Us Against The World 1×04 8.18 milioni – 2.5 rating
Insomnia 1×05 7.54 milioni – 2.1 rating

 

VOTO EMMY

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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