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Il thriller è tra i generi più redditizi del cinema e della televisione da molti decenni: da film gialli oramai diventati cult, detective entrati nell’immaginario collettivo, le differenti ramificazioni in vari sottogeneri come ad esempio il noir, oltre all’opportunità di attingere a piene mani alla letteratura che scrittori come Edgar Allan Poe e Dickens hanno aiutato ad arricchire. Il punto è che le storie investigative sono tra quelle più blasonate, conosciute ed amate. Gli autori che si stanno cimentando negli ultimi anni nel portare in televisione e nelle piattaforme streaming delle serie tv appartenenti a questo genere hanno il duro compito di dargli una caratteristica nuova: c’è chi punta su uno stile estetico ricercato, chi su una narrazione non lineare, chi sul ricreare un serial killer riprendendo alcuni tratti di assassini conosciuti, chi punta su degli elementi macabri. A metà della prima stagione si possono tirare le somme sulla direzione che questa serie ha preso già dal primo episodio. The Alienist è la totalità di molte delle peculiarità del genere già riassunte: atmosfera cupa, uccisioni efferate, uno stile estetico curato, l’aspetto storico della nascita della criminologia.
La novità portata avanti dagli sceneggiatori è la costruzione dei personaggi e del rapporto che intercorre tra di loro. Ogni carattere è dettagliato, nulla è lasciato al caso e, sebbene alcuni tratti della personalità di ognuno di loro siano diventati degli archetipi per gli spettatori, all’interno di una narrazione di questo stampo vengono visti da una prospettiva nuova: il protagonista maschile introverso, asociale e dedito al lavoro; il co-protagonista bello ma insicuro con un lutto alle spalle e il vizio all’alcol; la protagonista emancipata e sicura di sé che ha lavorato il doppio degli altri per raggiungere la sua posizione. Ad arricchire la cornice c’è il corpo di polizia rappresentato dal capo in comando – un giovane Roosevelt – preoccupato per gli omicidi, ma che è circondato da poliziotti corrotti. Nessuno di loro ha delle caratteristiche inedite, così come non è nuova l’ambientazione, il genere oppure l’efferatezza dei delitti e la crudezza della narrazione, tuttavia The Alienist funziona perché bilancia tutti questi elementi senza mai strafare, lasciando largo margine ai protagonisti che non sono perfetti anzi hanno più difetti che pregi.
In “Hildebrandt’s Starling” alcune delle teorie fino ad ora avanzate si svelano essere false. La rivelazione al pubblico del volto dell’assassino collega i tasselli fino ad ora seminati: il serial killer non è, come aveva immaginato Laszlo, un ragazzo cresciuto in povertà nei sobborghi come invece lo sono le sue vittime, ma fa parte di un alto ceto sociale e, molto probabilmente, è stato vittima di abusi durante l’età infantile. Si vedono i genitori essere al corrente delle azioni del figlio, ma esserne anche così succubi da corrompere gli agenti di polizia per farlo scappare. A scoprire l’identità dell’assassino non sono i detective coinvolti, ma soltanto gli spettatori.
Il pubblico conosce più di quanto conoscano i personaggi che continuano a brancolare nel buio: come nelle altre puntate vengono utilizzate delle tecniche forensi che sono ormai note anche a chi non è del campo, ma che per l’epoca erano vere e proprie scoperte che si stavano modellando. In questa quinta puntata viene introdotta la tecnica della grafologia e viene studiata la scrittura della lettera inviata alla madre di Santorelli che dà una svolta alle indagini: gli omicidi seguono uno schema ben preciso ossia le uccisioni avvengono in date importanti per il calendario cattolico.
La sottotrama sentimentale, che si sta pian piano delineando, dà un altro punto di vista sul trio, più personale in quanto lontano dalla sfera lavorativa. Sara ha un interesse per Lazslo, probabilmente non ricambiato; mentre John vede in Sara la perfetta compagna per lui tanto da portarlo a smettere di bere prima di farle la proposta ufficiale di matrimonio. Anche in questo caso un triangolo amoroso non è una situazione nuova nei prodotti televisivi, anzi, ma in The Alienist viene affrontata in modo tale da non togliere troppo spazio alla trama principale e per conoscere intimamente i protagonisti che, senza escamotage di questo tipo, resterebbero piatti.
La novità portata avanti dagli sceneggiatori è la costruzione dei personaggi e del rapporto che intercorre tra di loro. Ogni carattere è dettagliato, nulla è lasciato al caso e, sebbene alcuni tratti della personalità di ognuno di loro siano diventati degli archetipi per gli spettatori, all’interno di una narrazione di questo stampo vengono visti da una prospettiva nuova: il protagonista maschile introverso, asociale e dedito al lavoro; il co-protagonista bello ma insicuro con un lutto alle spalle e il vizio all’alcol; la protagonista emancipata e sicura di sé che ha lavorato il doppio degli altri per raggiungere la sua posizione. Ad arricchire la cornice c’è il corpo di polizia rappresentato dal capo in comando – un giovane Roosevelt – preoccupato per gli omicidi, ma che è circondato da poliziotti corrotti. Nessuno di loro ha delle caratteristiche inedite, così come non è nuova l’ambientazione, il genere oppure l’efferatezza dei delitti e la crudezza della narrazione, tuttavia The Alienist funziona perché bilancia tutti questi elementi senza mai strafare, lasciando largo margine ai protagonisti che non sono perfetti anzi hanno più difetti che pregi.
In “Hildebrandt’s Starling” alcune delle teorie fino ad ora avanzate si svelano essere false. La rivelazione al pubblico del volto dell’assassino collega i tasselli fino ad ora seminati: il serial killer non è, come aveva immaginato Laszlo, un ragazzo cresciuto in povertà nei sobborghi come invece lo sono le sue vittime, ma fa parte di un alto ceto sociale e, molto probabilmente, è stato vittima di abusi durante l’età infantile. Si vedono i genitori essere al corrente delle azioni del figlio, ma esserne anche così succubi da corrompere gli agenti di polizia per farlo scappare. A scoprire l’identità dell’assassino non sono i detective coinvolti, ma soltanto gli spettatori.
Il pubblico conosce più di quanto conoscano i personaggi che continuano a brancolare nel buio: come nelle altre puntate vengono utilizzate delle tecniche forensi che sono ormai note anche a chi non è del campo, ma che per l’epoca erano vere e proprie scoperte che si stavano modellando. In questa quinta puntata viene introdotta la tecnica della grafologia e viene studiata la scrittura della lettera inviata alla madre di Santorelli che dà una svolta alle indagini: gli omicidi seguono uno schema ben preciso ossia le uccisioni avvengono in date importanti per il calendario cattolico.
La sottotrama sentimentale, che si sta pian piano delineando, dà un altro punto di vista sul trio, più personale in quanto lontano dalla sfera lavorativa. Sara ha un interesse per Lazslo, probabilmente non ricambiato; mentre John vede in Sara la perfetta compagna per lui tanto da portarlo a smettere di bere prima di farle la proposta ufficiale di matrimonio. Anche in questo caso un triangolo amoroso non è una situazione nuova nei prodotti televisivi, anzi, ma in The Alienist viene affrontata in modo tale da non togliere troppo spazio alla trama principale e per conoscere intimamente i protagonisti che, senza escamotage di questo tipo, resterebbero piatti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Alienist si conferma nuovamente un buon prodotto per gli amanti del genere, stuzzicando la curiosità negli spettatori che sono invogliati a finire la stagione e “catturare” il serial killer.
These Bloody Thoughts 1×04 | ND milioni – ND rating |
Hildebrandt’s Starling 1×05 | ND milioni – ND rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.