Dopo il non esaltante season finale dello scorso maggio, l’hype che avvolgeva il ritorno di The Blacklist non era poi il massimo. Dopo aver passato più della metà della scorsa stagione tra dubbi e mezze parole non dette circa la vera identità di Tom Keen, i restanti episodi avevano aiutato ad alzare il ritmo della narrazione collegando quest’ultimo al fantomatico Berlin, istituendolo di diritto come nuovo peso massimo all’interno dello show.
La scelta di creare un big bad, resasi necessaria dalla morte (presunta?) di Tom Keen, è stata decisa sicuramente all’inizio dello scorso anno quando, nella stanza degli sceneggiatori, si delineava la road map che si sarebbe dovuta percorrere. Tuttavia, a posteriori, l’aggiunta di Berlin è sicuramente atta a compensare la forte tendenza dello show a ricadere nel suo lato procedurale. Il problema a cui è andata incontro la serie è stato questo continuo ricadere nella solita routine del caso del giorno che, in qualche modo è legato alla trama orizzontale, portava avanti la narrazione in puro stile procedurale. Il fatto è che, in un’epoca in cui Person Of Interest e The Good Wife stanno riscrivendo le regole del drama procedurale, l’attenersi al classico modus operandi di piccoli passi costanti fino al midseason ed al season finale non può più bastare. Purtroppo questa cosa non è stata ben capita da Bokenkamp che, perseverando con il suo stile, ha scritto questa premiere ripetendo gli stessi errori appena citati: troppa proceduralità e caso del giorno poco attinente.
All’alba di una potenziale nuova alba per Red e Liz ci si ritrova incastrati nei soliti vecchi schemi che vedono il primo come il grande burattinaio che muove i fili delle sue marionette (avete detto FBI?) come meglio crede per i suoi scopi, mentre la seconda, giustamente accecata dai vari anni di vita persi in una relazione fasulla, sembra dare molta più priorità alla sua crociata personale piuttosto che al mero lavoro. Se si mettono a confronto i due Agenti Speciali Keen e Ressler, oltre ad un’evidente disparità di visione e di ideologia, è palese anche la differente finalità con cui entrambi si approcciano alle missioni: la prima è guidata da un fuoco interno, il secondo dal forte desiderio di rendere il mondo un posto migliore nonostante la morte di ogni persona a lui cara. Queste differenze nei comportamenti nella scorsa stagione sono andate via via sempre più crescendo, fino a diventare marcate e non più del tutto giustificabili, nonostante le forti componenti personali messe in gioco. E’ però proprio il saper scindere le emozioni che rende efficiente un Agente Speciale dell’FBI, in questo la Keen ha ancora molto da fare stando a “Lord Baltimore (No. 104)”.
Si diceva che Red è rimasto il solito burattinaio (vedasi la visita di cortesia a casa del menomato Harold Cooper) ed infatti è così anche in questa premiere se non fosse che, oltre ad uno strano e per il momento incomprensibile rapimento ad opera del Mossad, viene preso letteralmente in contro tempo da Berlin che rapisce la sua ex moglie (la santa Mary-Louise Parker). Se è vero che Berlin conosce molto bene i punti deboli di Red, non è vero però il contrario che, anzi, lascia aperte ben più porte per l’introduzione convenzionale di Berlin tramite un accurato quanto sporadico elenco di dettagli rivelati durante la stagione in corso. Berlin è l’unica variabile non prevedibile dell’universo secondo Reddington e per questo deve essere eliminata il prima possibile limitando al massimo i danni collaterali, danni chiamati Elizabeth Keen ed ex Miss Reddington.
Se c’è una cosa da riconoscere a Bokenkamp, questa è l’ampia visione della partita in corsa, una partita che ha il sapore di una lunga maratona e che per questo va corsa ottimizzando tempi e modi. Ecco quindi che, per evitare “cali di zuccheri” e mantenere un certo ritmo, si è resa obbligatoria l’istituzione della figura di Berlin, utile a rappresentarsi come il carnefice della stagione anche in quanto unica persona in grado di sorprendere Red, nel bene o nel male.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Berlin (No.8) Conclusion 1×22 | 10.44 milioni – 2.6 rating |
Lord Baltimore (No. 104) 2×01 | 12.34 milioni – 3.4 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.