The Blacklist 5×13 – The Invisible Hand (No. 63)TEMPO DI LETTURA 4 min

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My own granddaughter… three feet away after almost 30 years. I couldn’t say a damn thing to her.

Giunta oltre la metà stagione, la serie comincia a cogliere i frutti di quanto seminato finora. Questo è ben evidente soprattutto in una delle due sotto trame che si intrecciano in questa puntata: le ricerche di Red e Lizzie, lanciati come due segugi sulla pista tracciata dal ritrovamento e dall’analisi dell’occhio bionico di Navarro. Qui si notano il negozio di toelettatura per cani, da cui il Concierge del Crimine ha cominciato la ricostruzione del suo impero e i postini, ai quali ha consigliato di aprire un servizio di Bed and Breakfast per malavitosi a cui serve un rifugio temporaneo, solo per parlare di quanto visto nella stagione in corso.
In questo contesto, la trama verticale è funzionale, né più né meno, al procedere di quella orizzontale: il gruppo Invisible Hand svolge il suo ruolo senza grande originalità, ma per fortuna senza sbavature troppo fastidiose. Il dato più disturbante è dovuto ad una pura coincidenza: l’episodio è andato in onda lo stesso giorno di quello di The X-Files intitolato “Kitten“. In entrambe le serie, si parlava di gente infettata da sostanze nocive letali, causando a diversi personaggi un tasso di perdita di denti decisamente superiore alla media. Comunque, l’importante è quanto viene rivelato alla fine: il detective Singleton, quello addetto a tallonare Lizzie da vicino, lavora per Ian Garvey. Quest’ultimo, per di più, fa parte degli U.S. Marshals, come si capisce dalla stella d’argento che brilla alla sua cintura. Qualcuno aveva già ipotizzato l’appartenenza di Garvey alle forze dell’ordine, data la facilità con cui era riuscito ad accedere al Codis, l’elenco dei criminali schedati.
Ora si ipotizza che si tratti di un membro degli U.S. Marshals caduto in disgrazia, il quale cercherebbe di riabilitarsi con la cattura di Raymond Reddington.

Ian Garvey: We can deal with Keen. I’ll call a meeting.

Altro centro d’interesse della puntata è l’incontro tra l’agente Keen e Dom. Lei non sa che lui è suo nonno e lui non glielo dice. Già le emozioni represse, ben rappresentate da un grande Brian Dennehy, valgono la visione, ma forse più significativo ancora è quanto emerge in sottofondo: anche lui era una spia russa, più precisamente il misterioso Oleander sulle cui tracce si era messo Tom Keen per capire di chi fossero le ossa nella valigetta. Questo spiegherebbe già lo “Scusami, Katarina” di Kate Kaplan a Tansi Farm, mentre le disseppelliva: stava mettendo in mezzo il padre della Rostova, il quale si era organizzato una tana dove invecchiare indisturbato. Lo scenario, però, diventa fantasmagorico se si pensa in termini di più generazioni. Si può solo ipotizzare che spia di livello superiore potrebbe diventare Agnes, calcolando anche l’apporto del lato Hargrave della famiglia, con un padre punta di diamante della scuola St. Regis per giovani sociopatici di talento.
Scherzi a parte, nelle discussioni tra i fans in rete si era già ipotizzata l’esistenza di un progetto Bimbi Potenziati, o qualcosa di simile, tendente ad ottenere super soldati migliorati geneticamente (altro punto in comune con The X-Files, ma senza gli alieni). Qui però, con un plot twist già visto, ad esempio, nella saga di Dune di Frank Herbert, il frutto più perfetto di simili esperimenti potrebbe essere arrivato una generazione troppo presto, a causa dell’amore fra Katarina e Raymond o fra Lizzie e Tom. In attesa della soluzione di questi enigmi, si può certamente sperare in nuove, future interazioni fra l’agente Keen e suo nonno, soprattutto ora che una pista così promettente si è aperta e lei ha il deciso appoggio del capo Cooper, persona su cui davvero si può contare.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Importanti rivelazioni su Ian Garvey
  • L’incontro di Lizzie col nonno
  • Capo Cooper
  • A parte qualche dente perso di troppo …
  • … gli altri sono troppo ben sepolti in un mare di dettagli da mettere in prospettiva per essere degni di nota

 

Puntata ricca, con molti elementi da rielaborare e metabolizzare offerti allo spettatore, giusto per non far pesare troppo la pausa olimpica, destinata a durare sino al prossimo 28 febbraio. La storia procede a velocità di crociera, cercando di integrare sempre più tutti i suoi tasselli in un unico disegno coerente. Quasi sempre vi riesce con buoni risultati, per cui gli ascolti premiano e il pubblico resta in golosa attesa dei nuovi sviluppi.

 

The Cook 5×12 6.43 milioni – 1.0 rating
The Invisible Hand 5×13 6.35 milioni – 1.0 rating

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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