“You’re late.”
Poche e semplici parole di uso quotidiano ed un primissimo piano. Se l’attore è sire Denethor, cioè John Noble, fior di interprete shakespeariano, bastano comunque per delineare un personaggio molto potente. Si può persino permettere di prosperare nel mondo del crimine ignorando serenamente il nome di Raymond Reddington. L’incontro fra lui e Red, tuttavia, porta all’amicizia in cinque minuti, complice l’amore di entrambi per le buone letture. Mr. Raleigh Sinclair, esperto in creazione di alibi mediante controfigure, alla fine non viene consegnato alla Task Force.
Questo avviene dopo l’arruolamento del poliziotto piromane Earl, visto nello scorso episodio. Volendo mettere in parallelo l’abitudine di Mr. Alibi di uccidere le controfigure con il ritrovamento del cadavere nella valigetta, si potrebbero unire i puntini prevedendo un piano di Red per farsi credere morto e salpare alla volta della magica isola al largo del Brunei. Potrebbe essere questo l’epocale cliffhanger promesso dagli showrunner per il finale di questa stagione. L’importante è che non rimanga senza risposta per chiusura definitiva della serie. Al momento non ci sono notizie in merito né in un senso, né nell’altro, ma i bookmakers danno quasi per certa una sesta stagione, in quanto il prodotto è certo più vicino alla sua conclusione che al suo inizio, ma fornisce ascolti stabili, cosa da non sottovalutare con i chiari di luna che tirano. Sicuramente, almeno per ora, il Concierge del crimine sta agendo con calma e metodo per raggiungere i suoi scopi, senza trascurare dettagli importanti, come l’avere a propria disposizione un esercito di occhi e orecchie di persone a cui nessuno presta attenzione.
Intanto, anche il personaggio di Ian Garvey si dimostra potente, ma la sua importanza cresce piano piano, a suon di poche inquadrature ogni episodio. Il corrotto servitore della legge è ora al centro di una complicatissima partita a scacchi, dove è un po’ faticoso seguire le mosse, tra doppi e tripli giochi e fretta di battere sul tempo l’avversario.
Lizzie l’ha visto e ora sa che il suo nemico dal coltello a serramanico ha a che fare con le forze dell’ordine, per questo ritiene giusto parlare al detective Singleton della Task Force, portandolo addirittura all’Ufficio Postale. Questa mossa rischia di rivelarsi pericolosissima, se non fatale per il futuro di molti personaggi del cast principale.
L’agente Keen tiene anche moltissimo a farsi reintegrare nell’ F.B.I., ritenendo, in questo modo, di potere agire meglio, arrivare a vendicare la morte del marito e riprendersi Agnes. Per fare questo, però, deve vedersela con una coriacea psicologa interpretata da Martha Plimpton. La dottoressa ci va giù pesante di costellazione familiare ed è soprattutto interessata ai rapporti tra Liz e Red. Beninteso: alla ragazza potrebbe giovare molto riconoscersi figlia di Reddington con tutto quanto ne consegue, accettare questa parte di se stessa, ma non sembra del tutto giusto ed equo accanirsi così tanto perché, insomma, uno non si sceglie i genitori da cui nascere.
Sicuramente, le sedute di analisi servono a provocare negli spettatori, soprattutto nei più attenti e affezionati, ricordi e sensazioni più o meno piacevoli: quando Lizzie parla del suo amore per il balletto, torna in mente una scena in cui Red andava a vedere l’esibizione di una giovanissima danzatrice classica (era una scena ambientata nel 1987, quindi non poteva essere Lizzie).
La psicologa Sharon Fulton, Earl e Ian Garvey sono destinati a tornare nei prossimi episodi, quindi con loro non è certo finita qui. Nella prossima puntata, inoltre, Aram andrà in azione sul campo: una buona occasione di tornare alla ribalta per un personaggio rimasto, almeno ultimamente, un po’ defilato dopo aver stabilizzato la sua relazione con Samar.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Invisible Hand 5×13 | 6.35 milioni – 1.0 rating |
Mr. Raleigh Sinclair III 5×14 | 5.68 milioni – 0.9 rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).