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Dove la serie continua a riuscire bene è invece nel dare spazio e profondità al personaggio di Carlo, che in metà stagione è diventato protagonista al pari degli altri membri più anziani della famiglia. Dopo che la scorsa puntata ha fatto da morale passaggio di consegne tra lo zio David e il giovane principe, quest’ultimo mostra adesso piena consapevolezza del proprio ruolo come erede al trono d’Inghilterra. Nel giro di pochissimo tempo, però, il monito circa il potere conservatore della sua famiglia si rivela essere più che fondato, e da vittima inconsapevole dei complotti reali, Carlo diventa via via cosciente di una volontà fautrice delle dinamiche di corte che identifica inevitabilmente con sua madre. L’episodio segna più marcatamente le aree di conflittualità tra madre è figlio, e completa il quadro familiare che era stato introdotto nella scorsa stagione con la relazione problematica tra Carlo bambino e suo padre Filippo.
In questa terza stagione, il rapporto tra genitori e figli si allontana da quell’innaturale reverenza alla quale ci eravamo abituati, e comincia ad essere più umano, come se si andasse svecchiando di pari passo con il cambio generazionale. Dal punto di vista ideologico, l’affermarsi delle esigenze di modernismo, che sono forti sia in Carlo sia in Anna, fa da contraltare all’accettazione della monarchia conservatrice, nella quale invece la regina Elisabetta aveva trovato la forza per regnare. In questa puntata si arriva al punto in cui la risolutezza e la tempra morale che avevano caratterizzato la regina vengono quasi meno: la monarca entra semplicemente in crisi, non perché combattuta nello svolgimento del proprio ruolo, ma come madre, come donna di mezza età che deve gestire una situazione familiare scomoda, e lavarsene le mani diventa banalmente la scelta più comoda. Questo cambiamento crescente cui si assiste durante tutta la terza stagione accompagna lo spettatore nel passaggio tra il blocco rappresentato da prima e seconda stagione e quello delle stagioni a venire.
Inoltre, la scelta di inserire in questo episodio anche l’inizio della lotta di classe che condurrà all’inasprirsi della divisione tra laburisti e conservatori, resa magistralmente con la scena del fallimento negoziale – e ideologico – del primo ministro Heath, è stata sicuramente fatta per mettere in discussione la figura di Elisabetta anche dal punto di vista politico e istituzionale. Nel tentativo disperato di riesumare la figura di Harold Wilson e nella totale incapacità di condurre una mediazione tra il governo e i sindacati, la Regina sembra essere completamente inerme, priva dell’iniziativa e del carisma che l’avevano resa un personaggio appassionante. Negli equilibri generali della serie il cambiamento della figura di Elisabetta, che la coinvolge a 360 gradi, sia in ambito familiare che istituzionale, è sicuramente finalizzato ad uno spostamento di focus verso i nuovi protagonisti più giovani.
Se si riflette sul fatto che questo episodio fa il punto su quanto maturato durante tutta la stagione, se ne si riscopre anche il valore che lo spettatore fatica a riconosce durante la visione. Unire in maniera condensata i due argomenti troppo distanti tra loro tra loro, senza approfondire né dell’uno né dell’altro, ha tolto infatti sapore alla puntata, allontanandosi dai gusti del pubblico più affezionato di The Crown. E’ comunque indubbio che l’episodio riesce bene nello scopo di chiudere sulla figura di Carlo e di preparare il terreno per il finale di stagione.
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The Crown arriva ad un episodio di preparazione alla chiusura, le cui intenzioni sono forse troppo audaci rispetto alla durata della puntata, creando confusione circa il suo vero significato. Si tratta comunque un buon momento di passaggio che pone ancor di più l’enfasi sul ricambio generazionale.
Dangling Man 3×08 | ND milioni – ND rating |
Imbroglio 3×09 | ND milioni – ND rating |
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Dalle fila sudiste di Recenserie, la sua lotta con le puntate da recensire imperversa tra slanci creativi e ritardi clamorosi. Le sue recensioni possono essere ottime o totalmente a cazzo di cane. Detesta le serie romantiche, abomina i teen drama e mal sopporta le comedy. Fantascienza e fantasy sono le uniche vie del sapere, al di fuori di queste è ammissibile solo il mystery.