“You’re not gonna kill her this time. You’re not gonna kill her ever again.
No. I’m not gonna hurt you. I’m not gonna hurt you. Okay?
I’m not gonna hurt you. You’re safe. You’re safe now.”
Che siate soddisfatti o costipati dall’ultima manciata di minuti, il finale di “The Race Of His Life” non può che lasciare tutti estremamente interdetti e, volenti o nolenti, non può che dar vita ad una disquisizione filosofica sulla bontà di fondo che permea la scelta finale di Barry Allen. Tutti coloro che applaudono la costruzione dell’episodio e la clamorosa riscrittura del passato di Barry devono infatti scontrarsi con gli spettatori che si fregiano di quel pragmatismo e quella razionalità che non permette loro di rimanere sereni di fronte ad una scelta così discutibile. Quindi avete tutto il diritto di sentirvi indignati o estremamente soddisfatti da questo season finale, tuttavia siamo qui per trovare la quadratura del cerchio e spiegarvi perché noi, orgogliosi rappresentanti della seconda fazione pragmatica e razionalista, abbiamo più di qualche remora sulla sceneggiatura.
Storicamente parlando, The Flash si distacca dalla sua serie madre Arrow per diversi aspetti (magia/scienza; arti marziali/superpoteri; Star City/Central City), uno di questi è il modo di concludere ogni stagione: chiusura di un cerchio senza introduzione di una nuova trama orizzontale per Arrow, totalmente l’opposto in The Flash. A riprova di ciò ci sono “Schism” e “The Race Of His Life”. Partendo da questa constatazione si può capire la necessità degli sceneggiatori di dare nuova linfa vitale alla serie del velocista inserendo un plot twist di tutto rispetto e, in questo modo, garantendosi un’intera nuova stagione fresca e innovativa che, nei fumetti, corrisponde al maxi-crossover chiamato Flashpoint (maggiori info qui sotto al punto 7 de L’Angolo Del Nerd Di Recenserie).
Non contestiamo la scelta in sé, decisamente audace e totalmente inaspettata, quanto, appunto, l’improvvisa decisione scaturita da un crollo emotivo combinato ad una buona dose di egoismo ed egocentrismo. Il cliffhanger, per quanto d’effetto, non è privo di difetti e instilla nello spettatore una serie di domande a cui non c’è risposta:
- Perché sconfiggere Zoom per poi tornare indietro nel tempo e azzerare quanto accaduto?
- Perché tornare indietro nel tempo e impedire a Reverse-Flash di uccidere sua madre ben conscio di tutti i paradossi temporali che potrebbero esserci?
- Perché cambiare il passato in maniera egoistica ora e non dopo la morte di suo padre o dopo il season finale dell’anno scorso?
La parte razionale e pragmatica che c’è in noi non può trovare pace fintanto che una spiegazione logica non verrà fornita dagli showrunner, ben consci che una risposta non arriverà visto che di razionalità qui non ce n’è l’ombra.
Zoom: “You’re a hero, Barry. You couldn’t kill me before. You won’t kill me now.”
Flash: “I don’t have to.”
Il pathos narrativo viene infatti completamente a morire sin dalle prime battute, ammazzato dalla scontatezza di certi eventi che sovrastano anche i momenti positivi del season finale (lo scontro finale, l’utilizzo del time remnant all’inizio e alla fine, il cliffhanger).
In tutto ciò, le performance recitative di Danielle Panabaker e di quel cane di Keiynan Lonsdale (“Barry, um… I had no idea that you were The Flash.“) non possono che peggiorare una situazione già grave.
Discorso a parte va doverosamente fatto per Iron Mask che, un po’ a sorpresa e un po’ no, risulta essere il vero Jay Garrick, ovvero l’equivalente versione di Henry Allen che in Earth-3 è Flash. La scelta, se ci si pensa per un attimo, appare più come una conseguenza della morte di Henry Allen in “Invincible” piuttosto che una scelta asettica o casuale. Ovviamente lo scopo è quello di creare quell’impatto emotivo in più che un incontro simile può avere su Barry dopo la morte del padre, un impatto decisamente superiore al nascondere sotto la maschera un Wells di Earth-3 o un Reverse Flash a caso. Esattamente per questo motivo il risultato è forzato (ed in parte telefonato) nonostante la piacevole visione di John Wesley Shipp di nuovo nel suo costume di Flash.
Insomma, tutto ciò che è stato imbastito durante questo season finale risulta guastato in qualche modo, nonostante le caratteristiche e le basi estremamente positive. La mancanza di pathos di alcuni momenti chiave, alcune scontatezze e la generale necessità di mettere la parola fine ad una stagione buona, ma che aveva già visto una sua conclusione ancora in “Versus Zoom“, hanno reso “The Race Of His Life” un season finale trascurabile. Si poteva fare meglio. Si doveva fare meglio.
- Fa il suo debutto ufficiale Jay Garrick: il primo ed originale Flash, qui nello show rappresentato con le stesse fattezze di Henry Allen. Attualmente non sappiamo dire quali siano le origini di Jay ma, vedendo che Hunter Zolomon ha preso praticamente tutto da lui durante la sua prima (falsa) apparizione come Garrick, supponiamo che le origini del vero Jay siano le stesse.
- Quello che ci importa sapere è che Jay dice di venire da “quella che voi chiamate Terra-3”. Ebbene, quante Terre alternative esistono nel multiverso DC? Ben 52 e il numero viene spesso e volentieri citato in diverse occasioni nel serial supereroistici DC Comics della CW.
- Su Internet, alcuni fan hanno teorizzato che Jay/Flash e Rex Tyler/Hourman (comparso nel season finale di DC’s Legends Of Tomorrow) provengano dalla stessa Terra, quindi da Terra-3. I perché dietro questa teoria sono legati al fatto che, nei fumetti, Flash/Jay e Hourman/Rex hanno militato nello stesso periodo nella Justice Society Of America, supergruppo che gli showrunner di Legends Of Tomorrow hanno promesso di introdurre nella seconda stagione.
- Quando Zoom viene catturato dagli Spettri del Tempo, il suo corpo e le sue sembianze vengono deturpate, tanto che la sua faccia sembra quella di uno zombie; inoltre, delle scariche elettriche di colore rosso colorano i fulmini sulle tempie delle maschere e il logo sempre di rosso. Certamente lo sapremo meglio nelle prossime stagione ma, a quanto pare, Hunter “Zoom” Zolomon è stato trasformato nel Black Flash. Ne avevamo parlato meglio nella recensione di “Flashback“.
- La morte del Time Rimanent di Flash è una citazione alla prima, scioccante, morte di Barry Allen avvenuta nel crossover Crisis On Infinite Earths.
- In questo episodio il menù delle citazioni di Cisco offre: Transformers (quando parla della distruzione di Terra-2), Il Signore degli Anelli (quando parla del piano di Zoom) e Frankenstein (quando il Team Flash decide di combattere Zoom senza Barry).
- Il finale dell’episodio conduce Flash a tornare indietro nel tempo e intervenire in un momento cruciale della linea temporale, ovvero fermare l’Anti-Flash e salvare così Nora Allen, madre del protagonista. Questa sequenza è stata presa direttamente dal crossover Flashpoint in cui Barry Allen si risveglia in un mondo profondamente cambiato senza sapere perché. Solo gradualmente, nel proseguimento della storia, Barry scoprirà di aver compiuto un viaggio di cui ha perso la memoria, viaggio che ha visto (per l’appunto) il salvataggio della madre e il cambiamento totale della realtà e del background di tutti i personaggi DC. Qualche esempio? Thomas e Martha Wayne sono vivi e, al loro posto, muore il figlio Bruce. Per lo shock, Thomas Wayne diventa un Batman più violento del normale e pure armato con armi da fuoco; Martha, invece, diventa il Joker.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Invincible 2×22 | 3.37 milioni – 1.3 rating |
The Race Of His Life 2×23 | 3.35 milioni – 1.3 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.