The Serpent 1×08 – Episode EightTEMPO DI LETTURA 4 min

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The Serpent 1x08 recensioneArrivato al suo personale canto del cigno, The Serpent chiude con una nota alta (ma non altissima) la latitanza di Charles Sobhraj.
Tralasciando il fatto che si era già a conoscenza che la storia avrebbe dovuto arrivare ad un epilogo in tempi brevi, in “Episode Seven” Richard Warlow ha ovviamente portato i protagonisti ad una situazione di non ritorno con la distruzione del sogno di una vita parigina e la fuga, nonché ritorno, in Asia. Tutte cose accadute realmente ma che vedono, ovviamente per necessità di scrittura, alcune situazioni piegate ai fini del ritmo e dell’intensità della narrazione.

VITTORIA AGRODOLCE


Il finale di serie ovviamente chiude tutte le trame lasciate in sospeso e lo fa con diverse punte di sconforto per gli amanti dei lieti fini. Lieti fini che, spesso, non esistono nella realtà e che, infatti, non si vedono nemmeno in questo “Episode Eight” che si basa totalmente sugli eventi realmente accaduti. Ma su questo si tornerà più avanti.
La sensazione di trovarsi davanti ad una vittoria non vittoria è abbastanza palese e la si può constatare, nonostante messaggi contrastanti, già da metà episodio in poi quando Sobhraj è in carcere. Per Knippenberg questa è solo una mezza conquista perché manca e continuerà a mancare l’accusa e la pena per gli omicidi commessi in Thailandia, il tutto mentre la sua vita va a rotoli e Sobhraj, tutto sommato, continua a fare un po’ quello che vuole. L’accelerazione della timeline, in tal senso, è molto utile per far capire come la personalità del Serpente viri verso un egocentrismo sempre più grande, un egocentrismo che si mischia anche con un certo narcisismo ed una voglia costante di rimanere sotto la luce dei riflettori.
L’intervista, che richiama la prima scena vista nel pilot, è un perfetto esempio di come ci tenga a far parlare di sé paventando un’estraneità ai fatti che, palesemente, non gli appartiene.

TUTTI SONO VITTIME


Marie:The sisters tell me I must forgive… everything. You. Me.
Sobhraj:And so: do you?
Marie:Not yet. I’m trying… Do you even question what you did? What we did?

Non c’è pace per nessun personaggio ed il vortice di menzogne, omicidi e truffe inabissa tutto e tutti per decenni:

  • Knippenberg, sempre perfettamente interpretato da Billy Howle, rimane per il resto della sua vita con un senso di incompletezza ed una certa incapacità a mantenere le distanze dal caso Sobhraj, cosa che farà allontanare sua moglie Angela e che palesemente ha anche avuto un impatto sulla sua carriera;
  • Proprio Angela sembra essere l’unica che ha guardato avanti e ha avuto una carriera molto interessante ma, come lei stessa ha ammesso, la caccia a Sobhraj è stata la vera ragione dietro la fine del suo amore con Herman;
  • Monique/Marie (interpretata non benissimo da Jenna Coleman) è morta di cancro all’utero in Canada dopo pochi anni di prigionia con Sobhraj in India;
  • Sobhraj è tuttora incarcerato in Nepal con una condanna a vita ma risulta di fatto ancora innocente in Thailandia dove, pur essendoci un mandato d’arresto nei suoi confronti, non c’è stata ovviamente alcuna sentenza e, pertanto, è ancora considerabile come innocente.

REALTÀ VS FINZIONE


Sobhraj:Where did you get this?
Inspector:It seems I’m not the only one who hasn’t forgotten about you.
Sobhraj:Knippenberg.

Fa specie constatare come i due rivali (Sobhraj e Knippenberg) non si siano mai affrontati faccia a faccia ma siano entrambi a conoscenza dell’altro. Questo è ovviamente dovuto alla carica istituzionale dell’olandese che poco si adattava al ruolo di detective ma sembra essere anche confermato dai racconti di Knippenberg.
Chiaramente questo “Episode Eight” si permette diversi salti temporali per accelerare la narrazione in anni dove si sà poco o niente delle attività di Sobhraj, tuttavia sorprende constatare come ci siano stati piccoli cambiamenti qua e la nella narrazione che non avrebbero portato ad uno sconvolgimento della trama. Un esempio è il cambio di nazionalità delle ultime “vittime” del Serpente che sono diventate tedesche quando, in realtà, erano francesi. Una piccolezza ma che non era necessario cambiare e che è solo un esempio delle tante cose che sono state cambiate.
Un altro elemento che sarebbe stato interessante vedere e che invece è stato saltato, vuoi per motivi relativi al minutaggio, vuoi per una difficoltà anche politica nel rappresentare la situazione, è come il Serpente sia uscito dalla prigione indiana. Richard Warlow ha evitato, probabilmente per evitare uno scontro tra BBC ed India, di mostrare come Sobhraj fosse abituato a pagare mazzette alle guardie per essere trattato meglio e di come sia riuscito a fuggire durante una festa che ha organizzato. Il tutto ovviamente dopo aver drogato, come di consueto, tutti. Un’opportunità mancata probabilmente per una censura dall’alto.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Salti temporali per accelerare ritmo e visione
  • Finale agrodolce ma aderente alla realtà
  • Ottima interpretazione di Tahar Rahim
  • Sfuriata Marie vs Sobhraj
  • Non si capisce bene perché si siano dovuti cambiare alcuni dettagli, tipo la nazionalità delle ultime vittime di Sobhraj
  • Rimane una certa amarezza di fondo nel constatare come le potenzialità della serie siano state sviscerate malamente
  • Jenna Coleman si conferma non al livello richiesto

 

The Serpent si conclude con quella che sembra essere a conti fatti la miglior puntata della serie. Una serie che si è rivelata spesso sottotono e con un minutaggio decisamente eccessivo a cui, però, questo series finale rende pienamente giustizia collegando diverse trame lasciate in sospeso.

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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