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The Walking Dead 10×16 – A Certain DoomTEMPO DI LETTURA 5 min

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Prima di affondare i denti nella recensione di quello che fino a qualche mese fa era il season finale della 10° stagione, bisogna fare un passo indietro, per la precisione alle prime settimane di Aprile di quest’anno, momento in cui negli USA il coronavirus ha cominciato a propagarsi a macchia d’olio e Hollywood bloccava tutte le produzioni. In questo sfortunatissimo momento storico, The Walking Dead sarebbe dovuto andare in onda con questo episodio il 12 Aprile, salvo poi essere rimandato per ritardi nel montaggio e nella lavorazione della CGI che, come si è visto, è un elemento piuttosto fondamentale per questo season finale. A distanza di sei mesi la situazione è cambiata moltissimo, forse troppo:

  • The Walking Dead si è visto rinnovare per un’ultima stagione finale;
  • è stato annunciato lo spin-off con protagonisti Carol e Daryl che vedrà la luce nel 2022, ovvero quando la serie originale terminerà;
  • la 10° stagione ha ricevuto l’ordine aggiuntivo di sei episodi.

Come si diceva poco sopra, sono successe molte cose e, per essere più precisi onesti, sono accadute anche per motivi prettamente economici perché molti contratti erano in scadenza, gli ascolti in picchiata ed è molto più facile proseguire la storia di The Walking Dead con uno spin-off che costa meno ad AMC sia per rifarsi il look, sia per una mera questione di negoziazione con gli attori, sia perché il materiale originale (scritto da Kirkman) da cui attingere terminerà a breve.

IL MIX IMPERFETTO: DEUS EX MACHINA E DIRUPI


Daryl:Look, this ain’t a good plan, but it’s all I got. I say we go back in there, and we hunt the skins. We take ‘em out, one by one. If we don’t do this, all our people are gonna die.

Chiaramente, alla luce di tutto ciò, la visione di quello che era il season finale di questa 10° stagione ha subito un naturale contraccolpo legato alla percezione degli eventi esterni alla narrazione. Le promesse (da marinaio) di un finale al fulmicotone si sono ovviamente rivelate un mero specchietto per le allodole, tanto da ridurre un potenziale episodio da oltre un’ora (come sarebbe accaduto in passato) in soli 44 minuti che, di fatto, pongono fine ad un assedio epico in soli 36 minuti.
Tutto si muove con frenesia, enfatizzando come l’ansia di concludere in fretta una storyline durata due stagioni sia presente in ogni scena. La stessa uccisione di Beta, certa come il sole che sorgerà il prossimo mattino, è messa in scena così in fretta e furia da privare lo spettatore di quella sensazione di chiusura che avrebbe meritato. Si, certamente piantare due coltelli negli occhi del nuovo numero uno dei Whisperers ha il suo fascino, però la velocità è innegabilmente controproducente.
Nonostante la parte migliore dell’episodio, ovvero l’attraversamento dell’orda, sia abbastanza intensa ed emozionante, il tutto è poi annacquato da un paio di deus ex machina che sono creati ad hoc per risolvere situazioni altrimenti impossibili. Chiaramente si sta parlando del tanto annunciato ritorno della figliol prodiga Maggie (Whiskey Cavalier non è andato come sperava), dopo ben 6 anni d’assenza da Alexandria e Hilltop, che irrompe “inspiegabilmente” nell’edificio evitando migliaia di zombie insieme ad un nuovo personaggio secondario molto intrigante ma altrettanto cartoonesco. Come se quest’apparizione divina non bastasse, l’altro elemento ancora più negativo è il ritorno di Maggie solamente per salvare da morte certa uno dei character più odiati di sempre: Padre Gabriel.
Se a questo si aggiunge poi la creazione di un dirupo enorme mai mostrato prima e creato ad hoc per liberarsi dell’orda di zombie, si avrà una percezione abbastanza chiara di come sia stato scritto questo episodio.

NEW MEXICO: THE PLACE TO BE GO


Daryl:New Mexico’s still out there. Maybe someday.
Carol:Yeah. We still have things to do here.

Menzione a parte va fatta per i due character che, grazie agli annunci della AMC, hanno intrinsecamente acquistato un’aurea di immortalità che rende vana qualsiasi situazione di pericolo per i prossimi due anni. Vuoi con un Daryl in mezzo agli zombie, vuoi con una Carol pronta a suicidarsi per il bene comune, lo spettatore non può empatizzare con i due personaggi in quanto sa già quale sarà il loro futuro.
A tal proposito, la breve ma volutamente enfatizzata frase sul New Mexico lascia intendere la direzione che Angela Kang ha già tracciato per i due, il che vuol dire che la storia si sposterà in futuro in un altro stato americano anche per rinfrescare la trama e offrire nuove opportunità. Peccato che, se il dettaglio nella scrittura sarà ancora così scialbo, non basterà una nuova location a migliorare un prodotto ormai stantio.

CIAO STEPHANIE, SEI MOLTO CARINA VESTITA DA STORMTROOPER


Eugene:The very reason we boldly voyaged was to make what we built stronger by assimilating with like-minded folks. So we’ll keep looking for them. And assimilate we shall.
Princess:Damn, you’re one really horny dude.
Soldato:Weapons down! Hands in the air! Now!

Nonostante il fulcro centrale di “A Certain Doom” sia lo scontro finale con i Whisperers, Angela Kang ed i suoi adepti hanno introdotto nel frattempo quello che sarà l’ultimo vero villain della serie che arriva direttamente dalle pagine del fumetto e, per non fare spoiler, basterà dire che è una grande associazione che punta al “bene comune” (commento spoiler free).
L’abbigliamento dei soldati, che rimanda molto al look dei stormtroopers di Star Wars, non è casuale ma è molto fedele a quanto disegnato da Charlie Adlard, il che fa ben sperare anche per la storyline visto che se sarà abbastanza fedele al fumetto (chiaramente con tutte le differenze ormai inconciliabili, come l’assenza di Rick Grimes o la morte di Carl) allora l’ultima stagione potrà superare decisamente le aspettative. Fino ad allora però è lecito godersi la faccia stupita di Eugene che, a caccia di una fidanzata, ha trovato invece un plotone d’esecuzione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’arrivo del “bene comune”
  • Attraversamento dell’orda veramente ben fatto e intrigante
  • Regia tutto sommato buona, bravo Nicotero
  • L’arrivo di Maggie è completamente privo di senso ed irrazionale, soprattutto se si pensa che ha salvato il personaggio più detestato dell’intera serie
  • Scontro finale tra Beta, Daryl e Negan veramente troppo veloce
  • Carol, ormai immortale, tenta il suicidio
  • Perdurano certe leggerezze nella sceneggiatura che non possono essere perdonate

 

“A Certain Doom” aveva tutte le carte per diventare un episodio spettacolare ed invece si è perso in un bicchiere d’acqua, tra improvvise apparizioni di personaggi e burroni creati nella notte da Madre Natura. Considerata la durata piuttosto esigua della puntata, le difficoltà nel montare il tutto e la leggerezza con la quale si guarda ormai la serie, un Save Them All risicato lo si può concedere.

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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