The Walking Dead 4×13 – Alone – SoloTEMPO DI LETTURA 5 min

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All’interno di un telefilm ci sono diverse tipologie di puntate. C’è la tipologia dedicata allo sviluppo interiore dei personaggi, quella riempitiva (o “filler”), quella dedicata alla rivelazione di alcuni segreti o ai vari colpi di scena e avanzamento di trama, quella costruita all’ultimo minuto e che non funziona proprio, poi c’è quella tranquilla e infine
c’è quella che serve da “calma prima della tempesta”. Questo tredicesimo episodio della quarta stagione di The Walking Dead rientra in un ultima categoria che non abbiamo menzionato: quella che fa sbadigliare prima di addormentarsi sul divano.
In teoria, avrebbe dovuto appartenere all’ultima categoria ma questa puntata mostra terribilmente il fianco e in una maniera nemmeno troppo velata, facendo capire allo spettatore che bisogno c’era di una puntata riempitiva come l’episodio dodici per prendere tempo e vedere se alla AMC veniva qualche ideuzza su come continuare l’odissea zombie della sfaldata cumpa di Rick.
Quello che avevamo anticipato, sempre nei difetti della scorsa puntata, si è rivelato esatto: lo show non ha una idea precisa di dove condurre la trama generale e di cosa fare realmente con i personaggi, e, se ce l’ha, lo fa così male che lo spettatore potrebbe fraintendere e pensare che lo show non sappia come continuare il serial. La produzione fallisce anche nello spiegare il modo in cui tutti i protagonisti scoprono la cartina che conduce a Terminus (questo fantomatico santuario di salvezza), che avviene nel classico modo da fiction; il ritrovamento della cartina, il più delle volte, non avviene in maniera genuina ma avviene in modo parecchio forzato, sembra quasi che tutti ci debbano andare perché è scritto sul copione. Tanto vale che lo ammettano direttamente: “Spettatori, adesso andiamo da questa parte perché ce lo sta urlando lo showrunner con il megafono” e siamo anche più onesti. In questo “Alone/Solo”, se dovessimo trovare un protagonista “morale” della puntata, questo è sicuramente Bob, personaggio che anche in questo brutto momento ha saputo ritrovare una sorta di felicità che, a dirla tutta, non ci ha toccato assolutamente. Bob è un personaggio anti-carismatico che non trasmette alcun tipo di emozioni e non ci regala momenti di particolare simpatia, nemmeno il prevedibile sviluppo della sotto-trama con Sasha lo aiuta a riguadagnare punti, proprio perché sviluppatasi nel più telefonato dei modi. Sarà, ma io al posto di Sasha e Maggie mi toccherei un po’ le balle invece di essere contento che Bob abbia trovato un terzo e nuovo gruppo in cui stabilizzarsi (che diamine, come minimo qualche domanda me la farei sul perché questo tizio porta così sfiga).
Purtroppo non convince nemmeno Maggie che, per quanto ammirevoli siano i suoi sforzi di lasciare delle tracce per il marito, la cosa cominciava a scadere un tantino nel creepy, ma così tanto che probabilmente anche uno come Norman Bates si sarebbe spaventato per la facilità con cui la moglie di Gleen stava perdendo dei Venerdì; la baracca, infatti, la tirano avanti sorprendentemente Beth e Daryl, questa strana coppia che si dimostra funzionale e accattivante purtroppo divisa per una serie di sfortunate circostanze. Che poi, sfortunate mica tanto, lo sanno tutti che il rumore attira gli zombie e questa cosa fa? Si mette a suonare il pianoforte (tra l’altro, magicamente accordato), e quell’altro la incoraggia pure! Benché il sottoscritto sia appassionatissimo di musica e abbia apprezzato qualche strimpellata al piano, ahimè, vista la situazione non era la cosa più intelligente da fare (chi cavolo si crede di essere sta biondina? Beth-oven? ahahaha! Piaciuta? No eh?). Ora i due, come si diceva, sono stati separati sul più bello e il loro destino è incerto. Sapete, è strano come i pareri di uno spettatore possano cambiare da un momento all’altro: prima erano personaggi di cui non ce ne poteva fregar de meno, e adesso ci interessa il loro fato. Questa è la prova che “Still/Non Tutto E’ Perduto” ha fatto un lavoro migliore di quanto si pensava.
Ma tornando alla trama del poco omogeneo trio, tutto suona come una specie di scanzonatissimo buddy-movie dalla morale alla “Red & Toby: Nemici Amici”, presentata attraverso uno schema fin troppo prevedibile e insozzato di spunti tematici/ragionamenti filosofici per negati sulla paura, ma neanche lontanamente originali. Ora il terzetto si dirige, come buona parte degli ex-abitanti di Prigioneville, a questo Terminus seguendo i binari; si accettano azzardi/ipotesi su cosa possa essere questo santuario della salvezza e anche in che edificio possa essere collocato anche se, sulla cartina, lo dava dove tutti i binari convergevano, ergo potrebbe essere la Stazione Centrale dei Treni. Se così non fosse, allora la Georgia dell’universo fittizio creato da Robert Kirkman è una Georgia alquanto bizzarra.
Fortunatamente per la produzione, il loro quinto-senso e mezzo alla Dylan Dog li ha avvertiti di questo mezzo fallimento e ha provveduto a salvare in qualche modo “Alone/Solo” ficcandoci dentro svariate e ripetute scene d’azione sui cui ormai non spendiamo più complimenti, dato che (quando ci sono) sfoggiano tutta la drammaticità di uno scontro in cui si rischia per davvero la vita, oltre che ad una inaudita e truculenta violenza a cui ci fa sempre piacere assistere. Di minor importanza, essendo un aspetto più di contorno, è che da qualche puntata è tornata pure una certa attenzione alla colonna sonora che accompagna l’episodio; sembra quasi che ormai il telefilm ne sia dipendente e, la cosa, non ci dispiace per niente.

 

PRO:

  • Le scene d’azione: era da un po’ che non se ne vedevano
  • Beth & Daryl: che fine faranno?
CONTRO:
  • Il piattume della puntata in generale
  • Beth-oven

 

Ricordiamo che mancano tre puntate alla fine di questa controversa quarta stagione, e il senso di smarrimento è ancora più forte che mai. Inoltre, se a questo aggiungi anche un gran bel blocco narrativo come questo, allora la visione si fa veramente ma veramente poco digeribile. Cartellino giallo per la produzione e richiamo ufficiale dal fandom del serial tratto dai fumetti della Image Comics: Attenzione AMC! La linea di confine tra “The Walking Dead” e “The Walking Meh” è più sottile di quello che credete!

 

Still – Non Tutto E’ Perduto 4×12 12.6 milioni – 6.4 rating
Solo – Alone 4×13 12.65 milioni – 6.3 rating
VOTO EMMY
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2 Comments

  1. Ciao Laura!
    Innanzitutto, grazie per aver letto e commentato la recensione 🙂
    Non conosci quest'espressione? Strano! In ogni caso, per rispondere alla tua domanda: "perdere dei Venerdì" vuol dire che ti manca qualche rotella 😉 se non sbaglio, è una espressione usatissima anche nel libro "Alice Nel Paese Delle Meraviglie" quando lo Stregatto consiglia ad Alice di andare dal Cappellaio Matto.

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