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Buona la terza.
Dopo che per ben due episodi Z Nation non era riuscito a convincere pienamente, questa “Philly Feast” si dimostra finalmente (un po’) superiore alle due puntate precedenti sia a livello qualitativo per quanto riguarda la trama sia a livello interpretativo per quanto riguarda i personaggi. Chiaro, stiamo pur sempre parlando di una serie che fa del trash il proprio (unico?) punto di forza e di conseguenza è inutile aspettarsi una sceneggiatura originale o degli Emmy per quanto riguarda la recitazione; eppure nel suo piccolo questa “Philly Feast” ha funzionato correttamente sapendo far sue scene tipiche di alcune pellicole horror-splatter.
La trama, che vede svelato il passato di Cassandra, pare infatti ispirata alla celebre saga de “Non Aprite Quella Porta” o “Texas Chainsaw Massacre” in originale. Per quelli tra voi che non conoscessero questo caposaldo del cinema horror la vicenda ruota attorno a quella di un’allegra famigliola del Texas (e qua inizia la sagra dello stereotipo del redneck ignorante) che si nutre di carne umana. Anche in questi 40 minuti i nostri eroi sono alle prese con dei cannibali ma le dinamiche sono in parte diverse.
In un mondo ormai governato da zombie, si sa che il problema principale, a parte sopravvivere, è quello della scarsità di cibo e di provviste di vario genere; allora perché non adescare tramite la prostituzione delle facili prede umane con le quali farsi poi un lauto banchetto? E’ così che infatti la famiglia di Tobias continua a sopravvivere spacciandosi in apparenza per gente normale. E questo è l’esempio lampante di quanto a volte la mente umana possa giocare brutti scherzi e far fare cose terribili per necessità.
Indirettamente a questo punto, tramite le parole di Cassandra, torna in voga un tema tanto caro a The Walking Dead: se infatti il pericolo principale in un mondo post-apocalittico sembrano essere i morti viventi, i veri nemici sono invece proprio gli esseri umani che, invece che aiutarsi tra loro, preferiscono uccidersi o tramare alle spalle l’uno dell’altro avendo, al contrario degli zombie, l’aggravante di agire in piena coscienza. Scordatevi però delle accurate introspezioni dell’animo umano e delle sue parti più oscure. Qui i temi “sociali” non vengono approfonditi tanto quanto in TWD ma è innegabile che qualche passo in avanti è stato fatto rispetto alle puntate precedenti forse per cercare di rendere il prodotto un po’ più interessante anche a quella fetta di telespettatori che non è appassionata di trash. Insomma in questo caso le scene forti ed un po’ macabre hanno effettivamente un loro senso logico nella storia anzichè essere buttate là tanto per, tuttavia la trama che svela il passato di Cassandra è stata sviluppata forse un po’ troppo frettolosamente.
Come già detto nella recensione di “Fracking Zombies“, lo show purtroppo non gode certo di un’interpretazione eccelsa da parte degli attori (non che fosse questo l’obiettivo ovvio) i quali per la maggior parte sono fin troppo stereotipati. Gli unici due che si salvavano dalla pochezza erano proprio Cassandra e 10K sui quali magari era auspicabile mantenere un certo alone di mistero ancora per qualche altra puntata giusto per mantenere vivo l’interesse negli spettatori. Giocarsi praticamente subito uno di questi due potrebbe rivelarsi di qui a poco un grande passo falso da parte degli sceneggiatori soprattutto se ad un certo punto punto verranno a mancare le idee. La speranza è che quindi con 10K sappiano far di meglio.
Per quanto riguarda la recitazione bisogna però ammettere che, conteggiando tutte le tre puntate andate in onda fino ad ora, sono stati proprio questi ultimi 40 minuti ad essere sembrati i più “credibili”. Certo se questo è il massimo che si possa ottenere qualche domanda bisognerebbe pure farsela, però siamo su SyFy ed il telefilm è della Asylum quindi è da mettere in conto.
Ad ogni modo il tanto caro elemento trash non delude le aspettative neanche questa settimana: tra campane sfracella-zombie, assalti di non-morti con la Cavalcata delle Valchirie in sottofondo e gente che si ciba di persone ancora vive c’è veramente di che gioire se siete cultori dello splatter.
Ancora una volta però la nota dolente della puntata riguarda le vicende di Citizen Z. Oltre ad interpretare probabilmente uno tra i personaggi più fastidiosi della storia dei telefilm, D.J. Qualls è a pieno titolo il peggiore del cast a livello recitativo e, come se non fosse già abbastanza, gli sceneggiatori ci mettono pure del loro rendendo la sua storia soporifera. A che pro mostrarlo mentre si fa il BBQ con un cane? La sua utilità all’interno dello show è ancora tutta da definire soprattutto viste le penose scenette di fine puntata che lo vedono coinvolto.
Detto questo, Z Nation sembra confermare quanto già visto nelle scorse settimane alzando però leggermente la posta in gioco. Speriamo che il trend sia ancora in salita…
Dopo che per ben due episodi Z Nation non era riuscito a convincere pienamente, questa “Philly Feast” si dimostra finalmente (un po’) superiore alle due puntate precedenti sia a livello qualitativo per quanto riguarda la trama sia a livello interpretativo per quanto riguarda i personaggi. Chiaro, stiamo pur sempre parlando di una serie che fa del trash il proprio (unico?) punto di forza e di conseguenza è inutile aspettarsi una sceneggiatura originale o degli Emmy per quanto riguarda la recitazione; eppure nel suo piccolo questa “Philly Feast” ha funzionato correttamente sapendo far sue scene tipiche di alcune pellicole horror-splatter.
La trama, che vede svelato il passato di Cassandra, pare infatti ispirata alla celebre saga de “Non Aprite Quella Porta” o “Texas Chainsaw Massacre” in originale. Per quelli tra voi che non conoscessero questo caposaldo del cinema horror la vicenda ruota attorno a quella di un’allegra famigliola del Texas (e qua inizia la sagra dello stereotipo del redneck ignorante) che si nutre di carne umana. Anche in questi 40 minuti i nostri eroi sono alle prese con dei cannibali ma le dinamiche sono in parte diverse.
In un mondo ormai governato da zombie, si sa che il problema principale, a parte sopravvivere, è quello della scarsità di cibo e di provviste di vario genere; allora perché non adescare tramite la prostituzione delle facili prede umane con le quali farsi poi un lauto banchetto? E’ così che infatti la famiglia di Tobias continua a sopravvivere spacciandosi in apparenza per gente normale. E questo è l’esempio lampante di quanto a volte la mente umana possa giocare brutti scherzi e far fare cose terribili per necessità.
Indirettamente a questo punto, tramite le parole di Cassandra, torna in voga un tema tanto caro a The Walking Dead: se infatti il pericolo principale in un mondo post-apocalittico sembrano essere i morti viventi, i veri nemici sono invece proprio gli esseri umani che, invece che aiutarsi tra loro, preferiscono uccidersi o tramare alle spalle l’uno dell’altro avendo, al contrario degli zombie, l’aggravante di agire in piena coscienza. Scordatevi però delle accurate introspezioni dell’animo umano e delle sue parti più oscure. Qui i temi “sociali” non vengono approfonditi tanto quanto in TWD ma è innegabile che qualche passo in avanti è stato fatto rispetto alle puntate precedenti forse per cercare di rendere il prodotto un po’ più interessante anche a quella fetta di telespettatori che non è appassionata di trash. Insomma in questo caso le scene forti ed un po’ macabre hanno effettivamente un loro senso logico nella storia anzichè essere buttate là tanto per, tuttavia la trama che svela il passato di Cassandra è stata sviluppata forse un po’ troppo frettolosamente.
Come già detto nella recensione di “Fracking Zombies“, lo show purtroppo non gode certo di un’interpretazione eccelsa da parte degli attori (non che fosse questo l’obiettivo ovvio) i quali per la maggior parte sono fin troppo stereotipati. Gli unici due che si salvavano dalla pochezza erano proprio Cassandra e 10K sui quali magari era auspicabile mantenere un certo alone di mistero ancora per qualche altra puntata giusto per mantenere vivo l’interesse negli spettatori. Giocarsi praticamente subito uno di questi due potrebbe rivelarsi di qui a poco un grande passo falso da parte degli sceneggiatori soprattutto se ad un certo punto punto verranno a mancare le idee. La speranza è che quindi con 10K sappiano far di meglio.
Per quanto riguarda la recitazione bisogna però ammettere che, conteggiando tutte le tre puntate andate in onda fino ad ora, sono stati proprio questi ultimi 40 minuti ad essere sembrati i più “credibili”. Certo se questo è il massimo che si possa ottenere qualche domanda bisognerebbe pure farsela, però siamo su SyFy ed il telefilm è della Asylum quindi è da mettere in conto.
Ad ogni modo il tanto caro elemento trash non delude le aspettative neanche questa settimana: tra campane sfracella-zombie, assalti di non-morti con la Cavalcata delle Valchirie in sottofondo e gente che si ciba di persone ancora vive c’è veramente di che gioire se siete cultori dello splatter.
Ancora una volta però la nota dolente della puntata riguarda le vicende di Citizen Z. Oltre ad interpretare probabilmente uno tra i personaggi più fastidiosi della storia dei telefilm, D.J. Qualls è a pieno titolo il peggiore del cast a livello recitativo e, come se non fosse già abbastanza, gli sceneggiatori ci mettono pure del loro rendendo la sua storia soporifera. A che pro mostrarlo mentre si fa il BBQ con un cane? La sua utilità all’interno dello show è ancora tutta da definire soprattutto viste le penose scenette di fine puntata che lo vedono coinvolto.
Detto questo, Z Nation sembra confermare quanto già visto nelle scorse settimane alzando però leggermente la posta in gioco. Speriamo che il trend sia ancora in salita…
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Difficile che telefilm simili raggiungano voti superiori al 3,5/5 ma è innegabile che lo show a tratti sa farci divertire. L’importante è tener presente che non va mai preso troppo seriamente perché non è questo il suo obiettivo.
Fracking Zombies 1×02 | 1.62 milioni – 0.5 rating |
Philly Feast 1×03 | 1.60 milioni – 0.53 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.