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Eleven: “I hate you”
Hopper: “Yeah, well, I’m not so crazy about you either.”
Hopper: “Yeah, well, I’m not so crazy about you either.”
Piaccia o non piaccia Stranger Things è la serie di Netflix di maggior successo, un mustwatch sia per i novellini delle serie tv, data la sua leggerezza, sia per i più esperti, data la sua popolarità e le sue continue citazioni a cult cinematografici. In molti, forse giustamente, affermano che questo successo planetario sia immeritato, ma, ormai, è così e non si può fare nulla. Immagini, video, cosplay e chi più ne ha, più ne metta sono all’ordine del giorno: Stranger Things sta entrando nella cultura di massa proprio come una certa serie di casa HBO. La serie dei fratelli Duffer sta riuscendo in questa impresa non tanto per la trama, che in fin dei conti è alquanto semplice, ma per due fattori estremamente importati: l’atmosfera anni ’80 e l’empatia con i personaggi. Della prima se ne è parlato milioni di volte e in tutte le salse, ma ribadire la sua importanza non è mai abbastanza. Il perché piaccia così tanto lo stile della serie non è ben preciso, forse, dato il suo grandissimo successo sui ragazzi under 30, dipende dai racconti dei loro genitori su quell’epoca oppure grazie ai milioni di film ambientati proprio negli anni ’80. Ecco quindi il perché dell’incredibile mole di citazionismo, Stranger Things gioca moltissimo sul fattore nostalgia, riesumando vecchi ricordi e sensazioni quasi dimenticate. Un esempio di questo è presente anche nella puntata, quando si scopre che Nancy e Jonathan sono riusciti a registrare la loro conversazione con i “cattivi” grazie ad un mezzo che i più giovani probabilmente non hanno mai visto, un nastro registratore. Un bel modo per far sentire i propri fan vecchi, grazie Netflix.
“Jane.”
L’empatia con i protagonisti della serie invece è qualcosa che spesso ci si dimentica, ma è bene evidenziare quanto questo fattore sia importante per Stranger Things. Per far raggiungere questo stato d’animo allo spettatore il character deve, per forza di cose, possedere una profondità degna di nota. Empatizzare con un mister nessuno è difficile, al contrario, con i protagonisti della serie, è molto semplice. Merito di tutto questo è dovuto ovviamente alla sceneggiatura dei Duffer, ma anche, e forse soprattutto, grazie alle doti recitative degli attori, i quali non hanno mai commesso un passo falso. Da sottolineare sono le prove di due grandi attori emergenti: Noah Schnapp nei panni di Will e Millie Bobby Brown nei panni di Eleven. Entrambi i ragazzi riescono in modo pazzesco a trasmettere ciò che dovrebbero provare i propri personaggi, riuscendo a far crogiolare il fan nella sequenza di Eleven con la madre e farlo inquietare non poco quando Will incomincia a disegnare. Proprio in questa puntata si comprende appieno la bravura di Schnapp, il quale nella scorsa stagione non era ovviamente riuscito a dare il meglio di sé, al contrario Brown si conferma nuovamente una delle migliori attrici emergenti, non solo per l’incontro con la madre, che ricorda tanto “Chapter Two: The Weirdo On Maple Street“, ma anche per lo splendido, ma struggente confronto con Hopper. I due si trovano a vivere in un modo completamente disastrato: la ragazza è costretta a vivere in casa per non essere catturata, il poliziotto non può redimersi da il ruolo di padre che tanto odia e che anni fa lo ha fatto soffrire.
Se questo coinvolgimento non può che essere lodato in tutti i modi possibili, quando ci si concentra sulla velocità di trama qualcosa che non va c’è ed è evidente. Per l’ennesima puntata il ritmo è eccessivamente blando, e anche se si capisce che il bello ormai sta per arrivare, quattro episodi di preparazione sono troppi. Così come il tempo per dare una vera utilità a Billy, il fratellastro di Max, è veramente esagerato. Nonostante questo abbia un minimo di caratterizzazione si spera vivamente di non vederlo ancora a petto nudo a sbeffeggiare chiunque non ricordi Zac Efron come lui.
“Will The Wise” è in fin dei conti un buon episodio che mette tanta carne a fuoco come il ritorno del Demogorgone e il nuovo coinquilino nel corpo del giovane Byers. Da applausi è inoltre la scena finale, la quale mette in chiaro il pericolo che stanno correndo i cittadini di Hawkins. Ora la terra e l’upsidedown sono molto più vicini di quanto si possa pensare.
Se questo coinvolgimento non può che essere lodato in tutti i modi possibili, quando ci si concentra sulla velocità di trama qualcosa che non va c’è ed è evidente. Per l’ennesima puntata il ritmo è eccessivamente blando, e anche se si capisce che il bello ormai sta per arrivare, quattro episodi di preparazione sono troppi. Così come il tempo per dare una vera utilità a Billy, il fratellastro di Max, è veramente esagerato. Nonostante questo abbia un minimo di caratterizzazione si spera vivamente di non vederlo ancora a petto nudo a sbeffeggiare chiunque non ricordi Zac Efron come lui.
“Will The Wise” è in fin dei conti un buon episodio che mette tanta carne a fuoco come il ritorno del Demogorgone e il nuovo coinquilino nel corpo del giovane Byers. Da applausi è inoltre la scena finale, la quale mette in chiaro il pericolo che stanno correndo i cittadini di Hawkins. Ora la terra e l’upsidedown sono molto più vicini di quanto si possa pensare.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Stranger Things ha ultimato la preparazione dei botti di capodanno, nelle prossime puntate ci sarà da divertirsi.
Chapter Three: The Pollywog 2×03 | ND milioni – ND rating |
Chapter Four: Will The Wise 2×04 | ND milioni – ND rating |
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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.