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Ad un solo episodio dalla conclusione della stagione, Shameless riprende in mano la situazione e confeziona forse l’episodio migliore degli ultimi andati in onda, riuscendo a coniugare in poco più di cinquanta minuti di puntata sia elementi datati e riproposti, sia elementi nuovi e di sviluppo non indifferente.
Il tema centrale che viene presentato all’interno dell’episodio è il passato, permettendo così agli sceneggiatori di giocare sulla tematica e confezionare, attorno ad ogni singolo personaggio, determinate situazioni e scene atte a rievocare particolari momenti di vita vissuta rimaste impresse nella mente dello spettatore, osservatore silente da ormai dieci anni delle evoluzioni (ed involuzioni) sociali della famiglia Gallagher.
La riproposizione del passato più palese è sicuramente quella di Carl che letteralmente narra fatti avvenuti nelle stagioni passate (tra i quali il suo momento nigga), accompagnando la propria neo sposina in quello che in scena appare essere un viaggio nei luoghi dove Carl ha effettivamente vissuto, mentre metaforicamente questo percorso sembra voler quasi risultare una sorta di commiato relativamente la parte di una città che, con il procedere delle stagioni e della storia, appare sempre meno all’interno degli episodi. Proprio l’utilizzo di Carl in tal senso riporta in auge il suo personaggio, fino a questo punto della stagione in fase di stasi e letteralmente impalpabile. Una presenza nulla, ma quanto meno c’è stato un risveglio dal torpore in conclusione di stagione.
Il secondo tuffo nel passato, questa volta solamente emozionale, è connesso ad Ian: è innegabile che l’introduzione del giovane ragazzo che viene rapito dai propri genitori serva semplicemente per portare in scena una versione più giovane, ma con la stessa quantità di problemi, di come era Ian diverse stagioni fa. Prostituzione, problemi mentali e medici: Ian viene mostrato ulteriormente dal proprio lato umano, sul quale si è notevolmente lavorato durante l’intera stagione. Nonostante la deriva quasi comica, sotto certi aspetti, del gay Jesus, il lavoro di approfondimento, caratterizzazione ed ampliamento degli interessi del giovane (prima legati semplicemente al suo lavoro ed al volontariato) è di innegabile valore e porta in scena una delle migliori evoluzioni della stagione. Forse solo Lip riesce ad avvicinarsi.
Il tema centrale che viene presentato all’interno dell’episodio è il passato, permettendo così agli sceneggiatori di giocare sulla tematica e confezionare, attorno ad ogni singolo personaggio, determinate situazioni e scene atte a rievocare particolari momenti di vita vissuta rimaste impresse nella mente dello spettatore, osservatore silente da ormai dieci anni delle evoluzioni (ed involuzioni) sociali della famiglia Gallagher.
La riproposizione del passato più palese è sicuramente quella di Carl che letteralmente narra fatti avvenuti nelle stagioni passate (tra i quali il suo momento nigga), accompagnando la propria neo sposina in quello che in scena appare essere un viaggio nei luoghi dove Carl ha effettivamente vissuto, mentre metaforicamente questo percorso sembra voler quasi risultare una sorta di commiato relativamente la parte di una città che, con il procedere delle stagioni e della storia, appare sempre meno all’interno degli episodi. Proprio l’utilizzo di Carl in tal senso riporta in auge il suo personaggio, fino a questo punto della stagione in fase di stasi e letteralmente impalpabile. Una presenza nulla, ma quanto meno c’è stato un risveglio dal torpore in conclusione di stagione.
Il secondo tuffo nel passato, questa volta solamente emozionale, è connesso ad Ian: è innegabile che l’introduzione del giovane ragazzo che viene rapito dai propri genitori serva semplicemente per portare in scena una versione più giovane, ma con la stessa quantità di problemi, di come era Ian diverse stagioni fa. Prostituzione, problemi mentali e medici: Ian viene mostrato ulteriormente dal proprio lato umano, sul quale si è notevolmente lavorato durante l’intera stagione. Nonostante la deriva quasi comica, sotto certi aspetti, del gay Jesus, il lavoro di approfondimento, caratterizzazione ed ampliamento degli interessi del giovane (prima legati semplicemente al suo lavoro ed al volontariato) è di innegabile valore e porta in scena una delle migliori evoluzioni della stagione. Forse solo Lip riesce ad avvicinarsi.
Frank: “I have investigated every possible retirement scenario and they all lead to homelessness, hunger, despair, and decrepitude.”
Kermit: “How’s that any different than how you live right now, Frank?”
Frank: “It’s as if we think the elderly are irrelevant, disposable. My own children have said they won’t care for me in old age. What does tell you about the decline of Western civilization?”
Tommy: “That you didn’t raise any fools.”
Frank: “I believe that Alzheimer’s is an evolutionary advantage that we’ve developed so we won’t have to be aware of the depth of misery we face in our dotage. And yet… here I am.”
Kermit: “How’s that any different than how you live right now, Frank?”
Frank: “It’s as if we think the elderly are irrelevant, disposable. My own children have said they won’t care for me in old age. What does tell you about the decline of Western civilization?”
Tommy: “That you didn’t raise any fools.”
Frank: “I believe that Alzheimer’s is an evolutionary advantage that we’ve developed so we won’t have to be aware of the depth of misery we face in our dotage. And yet… here I am.”
Proprio Lip, il più tribolato in amore dei Gallagher, porta in scena un ritorno al passato dal sapore (come si faceva notare due recensioni fa) di elastico estremamente teso e pronto a spezzarsi: l’ennesimo ritorno di fiamma con Sierra non aggiunge praticamente nulla alla trama e sembra celare dietro la sua confezione rosa confetto, le ennesime problematiche sociali e d’amore che sembrano procedere di pari passo con la vita di Lip. La sottotrama riguardante il professor Youens viene momentaneamente messa da parte, ma c’è solo da sperare che la stessa venga ripresa in considerazione per il finale, trattandosi di una delle porzioni della caratterizzazione di Lip forse più solida e convincente. Probabilmente anche perché, per una volta, non tratta come nucleo centrale l’amore come sentimento vero e proprio.
C’è una nota, invece, che appare sia positiva, sia negativa: Frank ritorna in maniera definitiva al passato riuscendo ad azzerare una crescita caratteriale che era riuscito a portarsi appresso per diversi episodi. Insomma, che fosse ovvia una sua ricaduta era risaputo. Tuttavia, vedendo questo episodio si è portati a credere che tutto ciò che è accaduto negli episodi precedenti non sia mai avvenuto, tanto l’involuzione è repentina e totale. I lati positivi, però, sono molteplici, su tutti il fatto di poter finalmente rivedere in scena il Frank più cinico, disinvolto e astutamente lungimirante che si potesse desiderare. Semplicemente fantastica, da questo punto di vista, è infatti la scena in cui Frank si improvvisa medico, “operando” Debbie: uno spezzone di puntata dal buonissimo sapore di passato.
Anche Fiona riesce a racimolare il proprio opportuno minutaggio, nonostante al momento la sua trama appaia statica e bloccata: se si pensa alla situazione antecedente questa puntata e si soppesano i cambiamenti apportati da questo episodio, si noterà ben presto che lo status quo è rimasto invariato. Anzi, Ford continua ad apparire sempre più come uomo-oggetto di difficile inquadramento. Resta da sperare che almeno il finale di stagione possa chiarire questo punto, facendo un po’ di luce sulla vita sentimentale della Gallagher più “anziana”, dal momento che il suo spirito imprenditoriale sembra essersi dissolto come neve al Sole.
C’è una nota, invece, che appare sia positiva, sia negativa: Frank ritorna in maniera definitiva al passato riuscendo ad azzerare una crescita caratteriale che era riuscito a portarsi appresso per diversi episodi. Insomma, che fosse ovvia una sua ricaduta era risaputo. Tuttavia, vedendo questo episodio si è portati a credere che tutto ciò che è accaduto negli episodi precedenti non sia mai avvenuto, tanto l’involuzione è repentina e totale. I lati positivi, però, sono molteplici, su tutti il fatto di poter finalmente rivedere in scena il Frank più cinico, disinvolto e astutamente lungimirante che si potesse desiderare. Semplicemente fantastica, da questo punto di vista, è infatti la scena in cui Frank si improvvisa medico, “operando” Debbie: uno spezzone di puntata dal buonissimo sapore di passato.
Anche Fiona riesce a racimolare il proprio opportuno minutaggio, nonostante al momento la sua trama appaia statica e bloccata: se si pensa alla situazione antecedente questa puntata e si soppesano i cambiamenti apportati da questo episodio, si noterà ben presto che lo status quo è rimasto invariato. Anzi, Ford continua ad apparire sempre più come uomo-oggetto di difficile inquadramento. Resta da sperare che almeno il finale di stagione possa chiarire questo punto, facendo un po’ di luce sulla vita sentimentale della Gallagher più “anziana”, dal momento che il suo spirito imprenditoriale sembra essersi dissolto come neve al Sole.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Shameless si presenta alla linea d’arrivo della sua ottava stagione con un ottimo episodio e tanti buoni propositi. Riuscire a mantenerli tutti sarà difficile, quanto meno ci si attende che le aspettative non vengano rovinate.
Church Of Gay Jesus 8×10 | 1.52 milioni – 0.6 rating |
A Gallagher Pedicure 8×11 | 1.52 milioni – 0.5 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.