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A meno uno dal season finale, Killing Eve si addentra in maniera sempre più decisa in quei meccanismi tipici di ogni crime drama che si rispetti. Rivelazioni, scoperte, voltafaccia inaspettati e piccoli tasselli del passato, tutti riuniti per lanciare le basi per il colpo finale di stagione.
In questa cornice totalmente crime, continuano comunque a spiccare su tutte le due protagoniste, che si dividono la scena presentando due facce differenti della storia. Se infatti con il personaggio interpretato da Sandra Oh ci si immerge nella parte più razionale della storyline, quella impegnata a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle, è Jodie Comer a ritrovarsi sempre e comunque padrona della scena. L’irruenta psicopatia di Villanelle, infatti, riesce ogni volta a portare la scena ad un livello ulteriore di espressione, presentando qualsiasi evento sotto una luce diversa grazie al suo schizofrenico modo di approcciarsi a tutto.
Una dimostrazione di quanto difficile sia prevedere le reazioni di Oksana è resa alla perfezione da quanto accaduto in “I Don’t Want To Be Free” che ha visto protagonista il sempre più enigmatico personaggio di Konstantin; seppur ormai si è riusciti a capire una parte della folle psicologia della killer, con il suo modo di fare sempre tra il gioco e l’ironia, la freddezza con la quale si è subito adoperata per compiere il nuovo compito assegnatele, nonostante si trattasse della figura del suo mentore, ha reso ancora meglio l’idea di questa macchina da guerra che non guarda in faccia a nessuno pur di svolgere il suo “lavoro”, chiunque sia che glielo assegni.
Ma protagoniste a parte, questo penultimo episodio mette soprattutto l’accento su due diversi personaggi che, con il passare del tempo, si sono rivelati molto più enigmatici di quanto ci si potesse aspettare. Sin dallo scorso episodio, si è iniziata ad avere una nuova visione di Konstantin, partito come “responsabile” di Villanelle, lo si è ritrovato invischiato da entrambi i lati delle due fazioni protagoniste di Killing Eve. Membro dei Dodici ed infiltrato ai piani alti della giustizia russa o viceversa? L’alone di mistero che lo ha caratterizzato in questi ultimi due episodi è riuscito a dare una decisiva scossa al suo personaggio, seppur interessante finora, comunque rimasto a livello di trama in disparte dietro l’ombra di Villanelle.
Per questo motivo, il nuovo potenziale emerso da personaggi finora marginali, ha aiutato notevolmente lo sviluppo della storia degli ultimi episodi. In coppia con Konstantin, infatti, non si può non citare la nuova, ed ultima in ordine di tempo, rivelazione che ha chiuso “I Don’t Want To Be Free”; l’atteggiamento ambiguo avuto negli ultimi tempi da Carolyn è stato mascherato alla perfezione sotto la figura di una donna soggetta al fascino del suo apparente collega e amico di lunga data. Ciò che davvero si nasconde dietro il comportamento di Carolyn è ancora tutto da vedere: si è assistito davvero ad un voltafaccia da parte dell’agente o il suo incontro con Villanelle nasconde un motivo più ampio? A che livello è il suo rapporto con Konstantin? Ma soprattutto, questi due personaggi da che parte stanno realmente? Tutte domande ancora senza una risposta che non fanno altro che aumentare la curiosità per l’ultimo atto di questa stagione.
In tutto questo miscuglio di spie e segreti, poi, si piazza in prima fascia anche il percorso parallelo seguito da Eve. I vari pezzi del passato di Oksana iniziano pian piano a venire a galla, nonostante continuino ancora ad essere avvolti da mistero e domande. Tuttavia un passo fondamentale ottenuto in questo episodio è stata la presentazione di Anna: oltre ad aver regalato alcuni spezzoni di storia passata, si è dato finalmente un volto a quella donna dagli stessi capelli di Eve che ha dato vita sin dal primo episodio all’ossessione di Villanelle.
In questa cornice totalmente crime, continuano comunque a spiccare su tutte le due protagoniste, che si dividono la scena presentando due facce differenti della storia. Se infatti con il personaggio interpretato da Sandra Oh ci si immerge nella parte più razionale della storyline, quella impegnata a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle, è Jodie Comer a ritrovarsi sempre e comunque padrona della scena. L’irruenta psicopatia di Villanelle, infatti, riesce ogni volta a portare la scena ad un livello ulteriore di espressione, presentando qualsiasi evento sotto una luce diversa grazie al suo schizofrenico modo di approcciarsi a tutto.
Una dimostrazione di quanto difficile sia prevedere le reazioni di Oksana è resa alla perfezione da quanto accaduto in “I Don’t Want To Be Free” che ha visto protagonista il sempre più enigmatico personaggio di Konstantin; seppur ormai si è riusciti a capire una parte della folle psicologia della killer, con il suo modo di fare sempre tra il gioco e l’ironia, la freddezza con la quale si è subito adoperata per compiere il nuovo compito assegnatele, nonostante si trattasse della figura del suo mentore, ha reso ancora meglio l’idea di questa macchina da guerra che non guarda in faccia a nessuno pur di svolgere il suo “lavoro”, chiunque sia che glielo assegni.
Ma protagoniste a parte, questo penultimo episodio mette soprattutto l’accento su due diversi personaggi che, con il passare del tempo, si sono rivelati molto più enigmatici di quanto ci si potesse aspettare. Sin dallo scorso episodio, si è iniziata ad avere una nuova visione di Konstantin, partito come “responsabile” di Villanelle, lo si è ritrovato invischiato da entrambi i lati delle due fazioni protagoniste di Killing Eve. Membro dei Dodici ed infiltrato ai piani alti della giustizia russa o viceversa? L’alone di mistero che lo ha caratterizzato in questi ultimi due episodi è riuscito a dare una decisiva scossa al suo personaggio, seppur interessante finora, comunque rimasto a livello di trama in disparte dietro l’ombra di Villanelle.
Per questo motivo, il nuovo potenziale emerso da personaggi finora marginali, ha aiutato notevolmente lo sviluppo della storia degli ultimi episodi. In coppia con Konstantin, infatti, non si può non citare la nuova, ed ultima in ordine di tempo, rivelazione che ha chiuso “I Don’t Want To Be Free”; l’atteggiamento ambiguo avuto negli ultimi tempi da Carolyn è stato mascherato alla perfezione sotto la figura di una donna soggetta al fascino del suo apparente collega e amico di lunga data. Ciò che davvero si nasconde dietro il comportamento di Carolyn è ancora tutto da vedere: si è assistito davvero ad un voltafaccia da parte dell’agente o il suo incontro con Villanelle nasconde un motivo più ampio? A che livello è il suo rapporto con Konstantin? Ma soprattutto, questi due personaggi da che parte stanno realmente? Tutte domande ancora senza una risposta che non fanno altro che aumentare la curiosità per l’ultimo atto di questa stagione.
In tutto questo miscuglio di spie e segreti, poi, si piazza in prima fascia anche il percorso parallelo seguito da Eve. I vari pezzi del passato di Oksana iniziano pian piano a venire a galla, nonostante continuino ancora ad essere avvolti da mistero e domande. Tuttavia un passo fondamentale ottenuto in questo episodio è stata la presentazione di Anna: oltre ad aver regalato alcuni spezzoni di storia passata, si è dato finalmente un volto a quella donna dagli stessi capelli di Eve che ha dato vita sin dal primo episodio all’ossessione di Villanelle.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Gli elementi sono ormai tutti al posto giusto, non sembra mancare niente per il rush finale.
Take Me To The Hole! 1×06 | 0.54 milioni – 0.1 rating |
I Don’t Want To Be Free 1×07 | 0.48 milioni – 0.1 rating |
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.