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Diciamocelo chiaramente: la maggior parte degli spettatori che si sono approcciati alla visione di Baby si aspettavano un prodotto ben diverso. Essendo stata pubblicizzata in lungo e in largo come la serie tv sullo scandalo delle baby squillo dei Parioli, era assolutamente legittimo pensare di assistere ad una serie tv dal taglio simile a quello di una cronaca giudiziaria o, quantomeno, ad uno show che entrasse subito nel vivo ella vicenda. Pur non aspettandosi certo la versione romana (e a luci rosse) di Narcos, era anche difficile prevedere di trovarsi davanti la versione romana di Elite, ma senza il morto.
È chiaro ormai, infatti, che lo scopo dello show non è narrare gli avvenimenti, ma mostrare come la vita di due ragazze privilegiate possa scivolare pian piano verso un vortice dal quale non sarà certo facile uscire. Nel fare questo, è quantomeno apprezzabile che si sia deciso di diversificare la caratterizzazione delle due protagoniste, con Alice che è appena all’inizio del probabile percorso di autodistruzione, mentre Ludovica sembra già ben avviata e fungerà da apripista per l’amica.
“Io sono la regina delle scelte sbagliate”
La narrazione di Baby non annovera certo la complessità tra le sue caratteristiche, anzi, si segnala per una certa frivolezza. Ciò non rappresenta necessariamente un aspetto negativo, perché è indubbio che questa caratteristica sia certamente un aspetto importante della vita degli adolescenti e delle adolescenti del quartiere più ricco di Roma. L’elemento da criticare, in questo caso, è il modo in cui queste vicende quotidiane e questi drammi personali vengono rappresentati. La sensazione, infatti, è che manchi un qualsiasi senso di verosimiglianza con la realtà, soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione degli adulti. È indubbio che esistano genitori che non svolgono bene il proprio lavoro o che, troppo presi da una vita dedita allo sfarzo e alle apparenze, non si rendano conto di cosa stiano passando le loro figlie. Quello che si discute, però, è una rappresentazione eccessivamente caricaturale che rende le figure adulte totalmente inette e prive di senso. Non si può trovare razionalità (e verosimiglianza) al comportamento della madre di Alice, che nel pilot dice alla figlia che lei e il marito hanno deciso di continuare a vivere tutti sotto lo stesso tetto per il suo bene e poi non si fa problemi, alla presentazione, di sparlare di lui proprio a un centimetro dalla figlia (la quale, ovviamente, sente tutto, e ciò accresce il suo malessere).
La vicenda di Ludovica appare ancora più paradossale. Mentre la minaccia fatta dal padre all’ex moglie circa il pagamento della retta può avere il suo senso (e ci sono casi nella realtà molto simili a questo), lo stesso non si può dire del momento in cui la ragazza che origlia la conversazione tra il padre e la sorella. Una coincidenza simile, infatti, è così improbabile e semplicistica da ricordare le scene di alcuni fumetti, in cui l’eroe arriva appena in tempo per sentire il cattivo che spiffera il suo piano malvagio ai quattro venti (o, in alternativa, a Don Matteo). Si potrebbe poi anche parlare dello stereotipo del padre che regala la macchinetta alla figlia per farle tornare il sorriso ma, di fronte agli altri esempi, questo sembra veramente il minore dei mali.
La vicenda di Damiano, invece, è sicuramente interessante, perché narra degli adattamenti alla vita da privilegiato di un ragazzo abituato a contesti molto più umili. Fa piacere notare come lo show abbia deciso di smontare la costruzione stereotipata secondo cui in periferia ci siano i rapporti autentici e la vera amicizia (non come ai Parioli, dove sono tutti finti e pensano alle vacanze a Ibiza), mostrando come i vizi umani abbiano la loro trasversalità. Bisognerà vedere, però, il modo in cui verrà gestito il probabile quadrilatero amoroso, con ben tre persone interessate a lui.
Infine, si segnala il miglior momento dell’episodio: le storie su Instagram di Chiara, che mostrano il tentativo disperato di dare una certa immagine di se stessi. Certo, non si tratta della più profonda indagine post-moderna, ma l’utilizzo sui social è senza dubbio uno dei punti forti della serie, insieme alla colonna sonora.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Dopo due episodi, il giudizio su Baby è molto meno positivo di quanto si sperasse. Pochi buoni spunti non possono coprire una sensazione generalizzata di incompiutezza. Se poi si aggiungono delle situazioni quasi ridicole, lo schiaffo è servito.
Superpoteri 1×01 | ND milioni – ND rating |
Burattini 1×02 | ND milioni – ND rating |
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.