The Last Kingdom 3×07 – Episode 7TEMPO DI LETTURA 5 min

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Ealhswith: “He cannot live, Lord. Men will think you weak.”
Alfred: “So I must take my nephew’s life to prove otherwise? And to step from the Christian path of mercy this close to the end? Might I find the gates of heaven closed to me?”

 

Il dilemma che re Alfred si trova a dover affrontare col ritorno a casa del nipote Æthelwold è tutt’altro che semplice. Da un lato, in quanto sovrano, è chiamato ad amministrare la giustizia con polso fermo e dovrebbe perciò punire senza esitazione un palese traditore, oltre che un’evidente minaccia alla corona dopo la propria morte; ma dall’altro, in quanto zio del reo e ancor di più in quanto fervente cristiano, non può andare contro il suo stesso sangue e la sua stessa carne macchiandosi di parricidio. Deve cercare un compromesso tra punizione e perdono, deve colpire duramente il trasgressore senza per questo mettere da parte il perdono evangelico. La soluzione finale ha il sapore di un contrappasso dantesco: Æthelwold dev’essere privato degli stessi occhi che ha volto lontano dal legittimo re, verso i nemici danesi. Solo un eccesso di clemenza da parte di Alfred evita che il principe perda anche il secondo bulbo oculare, ma non gli risparmia un’orrenda cicatrice sul lato destro del viso che sembra rendere manifesta esteriormente la bruttura che Æthelwold si è sempre portato dentro, nascosta sotto strati di modi melliflui e di goffaggine.
Qualcuno potrà sorprendersi del fatto che Alfred risparmi il nipote e si accanisca tanto su Uhtred, a cui ancora nega il perdono completo, e probabilmente avrebbe ragione nel rilevare questa incoerenza del personaggio; ma dimenticherebbe anche che Alfred è in una posizione delicata, in cui deve mostrarsi forte a ogni costo, e perdonare un vassallo che gli si è rivoltato contro, seppur per dei motivi condivisibili, sarebbe una palese dimostrazione di debolezza agli occhi dei suoi stessi sudditi.
Poco male: il nostro eroe sassone ha un’altra gatta da pelare al momento, una gatta che risponde al nome di Skade. La volontà di liberare la donna non sembra legata all’ennesimo interesse romantico-amoroso del protagonista (a proposito, per fortuna si è messa da parte per ora la liaison con la signora di Mercia, nonostante gli sguardi innamorati scambiati dai due prima di separarsi), quanto piuttosto alla necessità di liberarsi della presunta maledizione che lei gli avrebbe lanciato quando, episodi or sono, Uhtred la barattò con Haesten in cambio della vita di Æthelflæd. Rispetto ad una serie che tratta lo stesso periodo cronologico e le stesse figure storiche quale Vikings, in cui il sovrannaturale è parte fondamentale della narrazione e raramente può essere spiegato in maniera logica e realistica, qui la magia è tutta (o quasi) nella testa dei personaggi; ciò non la rende ovviamente meno pericolosa, anzi, il potere suggestionante che un indovino o una strega sono capaci di esercitare è reale così come reali sono le conseguenze a cui può condurre.
C’è poi un altro potere che Skade riesce a esercitare sugli uomini, solo sui maschi per la precisione, e che non ha niente a che vedere con la magia. E’ un potere che su Uhtred non ha ancora fatto effetto ma a cui Haesten e Sigurd non sanno resistere: e infatti il primo viene rigirato dalla bionda come vuole, il secondo si getta per una volta in una sfida all’ultimo sangue per il possesso della donna, finendo però per rimetterci la pelle. Evviva la grande alleanza danese, che ha già perso il proprio capo e adesso perde un altro pezzo importante in nome della passera! Non si può non provare un misto di compassione, pietà e fastidio per la fine indecorosa di Sigurd Bloodhair, che ci era stato presentato nel primo episodio come un capo vichingo fiero e spavaldo, sanguinario e determinato ma termina la sua esistenza da servo della gleba, come direbbero gli Elio e le Storie Tese, a dimostrazione del fatto che il famoso pelo di figa tira sempre più di una coppia di buoi.
A sua volta, prima di riuscire a liberare Skade, Uhtred è impegnato in una piccola disavventura nel villaggio merciano di Crowland, retto da un thegn in combutta con i danesi. Purtroppo si tratta di una parentesi narrativa che non apporta molto alla storia, se non offrire l’ennesima situazione di pericolo in cui il protagonista possa dar sfoggio della propria furbizia per trarsi d’impaccio, e che a ridosso della ben più gustosa operazione per riappropriarsi di Skade risulta insipida.
Così come non riesce ad essere incisivo quanto si vorrebbe il plot twist che riguarda Sihtric e il suo tradimento nei confronti di Uhtred, abilmente recitato solo per infiltrarsi nella base di Haesten e raccogliere informazioni: il problema è che parliamo di un personaggio secondario troppo spesso in ombra, abbozzato superficialmente e memorabile più per le battute sulla moglie che per altri motivi, e se già la sua apparente diserzione lasciava freddi, al massimo poco poco dispiaciuti per l’ennesimo brutto colpo accusato da Uhtred, la scoperta della recita non riesce certo a far balzare dalla sedia per l’emozione.
Un’ultima piccola curiosità riguarda uno dei vichinghi uccisi da Uhtred e la sua banda nella prima parte dell’episodio: si tratta di Bernard Cornwell, l’autore dei romanzi da cui è tratta la serie, qui protagonista di un piccolo cameo. Un lusso che si può permettere, visto che a differenza di un certo scrittore fantasy porta avanti la sua saga letteraria con ritmi umanamente accettabili.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La giustizia di Alfred
  • Addio Sigurd Bloodhair, insegna agli angeli come essere servi della gleba planetaria, schiavi della ghiandola mammaria (cit. Elio e le Storie Tese)
  • Cameo di Bernard Cornwell
  • Inutile la parentesi a Crowland
  • Il “colpo di scena” su Sihtric non è incisivo quanto vorrebbe essere

 

Uhtred ritorna in possesso di Skade (poverina, se la passano come se fosse un oggetto), muore un altro capo vichingo e Æthelwold scopre che non solo i diamanti ma anche i tradimenti possono costare un occhio della testa. Insomma, di cose in questo episodio ne succedono, e se non ci fosse stata la disavventura di Crowland, inserita probabilmente solo per arrivare ai canonici cinquanta minuti di puntata, sarebbe stato anche meglio.

 

Episode 6 3×06 ND milioni – ND rating
Episode 7 3×07 ND milioni – ND rating

 

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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.

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