The Blacklist 6×05 – Alter Ego (No. 131)TEMPO DI LETTURA 4 min

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Sometimes you make your own fate. Sometimes… fate makes you“.

Alter Ego non poteva essere il nome di una persona a meno che non fosse Marco Marcello Lupoi con una maglietta recante la scritta “Io sono quell’altro”. Poteva essere un episodio di grandi rivelazioni, senza numero del blacklister di giornata e invece no. Il titolo è dedicato ad un’agenzia specializzata nel fornire attori in grado di interpretare, per il tempo necessario, il ruolo desiderato da chi, per esempio, ha bisogno di recarsi ad un evento mondano con un partner sotto braccio, o di far conoscere al proprio figlio un genitore, in realtà assente. In altri termini, la possibilità di realizzare una propria narrazione in attesa della messa a punto definitiva dei sofisticatissimi automi di Westworld.
Il cold opening è comunque pregevole, regala scene d’azione come non si erano ancora viste in questa stagione. Si racconta un assassinio e una delle vittime è interpretata da Terrence Mann, ovvero Whispers di Sense8.
Da esso si diramano una serie di reazioni a catena degne della storiella in cui il sassolino fece inciampare il cavallo, il cavallo stava portando in battaglia il generale, il quale cadde battendo la testa e morì. La battaglia, senza il generale, fu persa e l’impero di cui il generale era al servizio crollò. Per dire come pure un semplice sassolino possa cambiare le sorti di un impero.
Fuor di metafora: lo stramiliardario personaggio di cui sopra muore e lascia erede della sua posizione un figlio di cui nessuno sapeva nulla. Il ragazzo, figlio di un’avventura occasionale, non ha certo fatto vita da rampollo, per essere pronto un giorno a gestire le imprese paterne, ma vive in una roulotte e ama ubriacarsi. Vederlo subentrare al padre occupando anche un seggio nel consiglio del gruppo Cabala (o come si chiami l’associazione segreta a cui spetta approvare le mosse di Red, finanziarie e non, garantendone l’impero economico) è desolante. Chi ha visto recentemente il film La Favorita, potrà capire il livello di tristezza.
Per fortuna, almeno ai fini dello show, l’erede per caso vota come gli dice Dembé, cioè a favore di Red. In questo episodio Dembé si mette in ottima luce, come non accadeva da un po’, soprattutto come “consigliere spirituale” del Concierge del Crimine, a cui ripete il consiglio su cui insiste da anni: dire a Lizzie la verità. Visto la piega presa dagli avvenimenti, non giungerebbe del tutto inaspettata una conclusione della serie in cui la verità, il grande segreto, fosse una cosuccia da nulla, di certo non meritevole dei decenni di sofferenza causati a più persone e della scia di cadaveri rimasta lungo la strada.
I problemi di Red, però, sono tanti, da affrontare in ordine di urgenza: primo di essi, scampare alla pena di morte. Si è infatti tenuta la seconda udienza del processo, gestita con toni molto più seri rispetto alla precedente. L’unico momento ridicolo è quando Red chiede subito una sospensione per andare a fornire il caso del giorno all’ F.B.I. La grande giudice Roberta Wilkins svolge sempre al meglio il suo lavoro, intanto l’imputato dovrebbe aver capito come sia stato usato uno specifico tratto del suo carattere per farlo individuare tra tanti cinquanta – sessantenni col cappello. Questo potrebbe avergli insinuato il tarlo del sospetto nei confronti di una certa profiler di sua conoscenza, la stessa a cui, nel finale della puntata, ha promesso tremenda vendetta nei confronti di chiunque l’abbia tradito.
A bilanciare tanta cupezza e insensatezza, l’episodio offre anche momenti più dolci e colorati: li forniscono gli amici della Task Force, Ressler in primis. Egli infatti decide di servirsi dell’agenzia Alter Ego per noleggiare un’accompagnatrice ad un matrimonio di parenti e fa solo bene.  Anche Aram e Samar sono tenerissimi, con lui che aiuta lei nel recupero dai traumi subiti, sfidandola a giochi di parole.
In generale, l’episodio ripete, con qualche variante, temi musicali e ritmi ben noti, per quanto riguarda la colonna sonora e non solo. Si sentono infatti We’ll Meet Again, di Vera Lynn e un brano dei Radical Face. La prima è una cantante degli anni ’40 di cui si ricorda una versione di The Anniversary Waltz, ovvero il brano del carillon in grado di rasserenare Lizzie quando aveva gli incubi, da piccola. Fa da sottofondo nel colloquio tra lei e Red, alla fine di un’avventura in cui l’agente Keen ha rivissuto la sua esperienza con il marito Tom, vedendo un’attrice pronta a fingersi una timida insegnante per mettere le mani su di un patrimonio miliardario. Ci sta alla perfezione. I Radical Face hanno più volte punteggiato momenti importanti dello show coi loro brani (per cui, a questo punto, meriterebbero il cameo) e anche questa volta sono un valore aggiunto per le scene.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Cold opening
  • Dembé
  • La giudice Roberta Wilkins
  • Risolto il problema di andare al matrimonio dei parenti
  • Il sassolino cambiò le sorti dell’impero (!?)
  • Sapore di filler 
  • Interruzione dell’udienza appena iniziata perché Red possa dare il nuovo caso alla Task Force

 

Episodio assai scorrevole e piacevole. Purtroppo si è fermi da un bel po’ di tempo a ricapitolare il passato. Si attende un balzo in avanti e si spera arrivi già dalla prossima puntata, se Lizzie e Jennifer riusciranno ad incontrare la persona che potrebbe conoscere la vera identità di Red.

 

The Pawnbrokers 6×04 4.04 milioni – 0.6 rating
Alter Ego 6×05 3.65 milioni – 0.5 rating

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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