Documentary Now! è una di quelle serie recensite per affetto e stima. Recensioni probabilmente lette da meno persone di quelle che guardano la serie. Per questo motivo si è deciso di procedere con un sistema dialettico completamente senza criterio. La volta scorsa qualcosa alla fine è uscito fuori, non assicuriamo il medesimo risultato questa settimana. Meglio mettere le mani avanti.
F. Come ogni anno Documentary Now! ci regala il consueto episodio “musical”, ancora una volta mix perfetto tra canzoni dal ritmo accattivante e totale noncuranza del buon senso che comunemente accompagnerebbe il lavoro di scrittura. Il risultato? Neanche a dirlo, un piccolo gioiello apprezzabile anche dal pubblico meno avvezzo al suddetto genere. L’anno scorso c’era stato “Final Transmission“, quello precedente il doppio season finale incentrato sulla storia del gruppo fittizio Blue Jean Committee, quest’anno invece tocca a “Original Cast Album: Co-Op” – parodia del documentario “Original Cast Album: Company” – uno sguardo ad un progetto musicale di Broadway (ovviamente inventato) fallito nel 1970 e incentrato su un gruppo di personaggi che vivono o lavorano nella medesima cooperativa. Uno spunto che già di per sé basta per intuire il livello di non-sense che andremo a incontrare nel corso della puntata. Al pari dei suoi due predecessori, ma in realtà al pari di ogni singolo episodio della serie, la puntata non punta alla risata sguaiata, bensì alla classica comicità “da imbarazzo”, quella per cui ci si diverte perché non si ha la minima idea di come reagire di fronte a cotanta demenza. Armisen e Hader restano in disparte anche in questo episodio, ma a far da contrappeso alla loro pesante assenza troviamo diverse facce conosciute al pubblico del Saturday Night Live, quali Taran Killan, John Mulaney e James Urbaniak, i quali certamente faranno suonare qualche campanello ai più attivi dal punto di vista del binge-watching compulsivo di serie comedy. Per il resto si tratta principalmente di una successione di pezzi musicali geniali – quello sul tipo fatto di cocaina vince a mani basse – intervallati da siparietti grotteschi nel quali ci chiediamo come sia stato possibile per i protagonisti rimanere seri. Una formula semplice che rappresenta l’essenza di Documentary Now! e che speriamo non cambi nel tempo, sempre che il tempo decida di premiare ancora questa serie ingiustamente bistrattata dal punto di vista degli ascolti. Lascio ora la parola al mio collega musicista, nella speranza che, come la volta scorsa, almeno lui riesca a dire qualcosa di interessante sull’episodio.
V. Invece questa volta le considerazioni da parte mia non possono che essere più scarne. L’impressione è che si sia puntato moltissimo sul voler cercare di far evolvere esclusivamente il vero prodotto interno agli episodi di natura musicale: le canzoni. Mentre nei due episodi precedentemente citati, di cui non ho gran voglia di andare a cercare il titolo anche se scritto qui sopra, l’apporto comico puntava molto anche su aspetti di “trama”, in questo caso la punta di diamante è unicamente il risultato musicale, in quanto viene specificato sin dall’inizio che tutto il lavoro mostrato è finalizzato a creare un episodio di uno show ormai cancellato.
La comicità nascosta tipica di Documentary Now! questa volta è ancora più nascosta, in quanto al pubblico viene solo fatto immaginare che razza di porcata potesse essere il musical in produzione. Non si punta il dito sul comparto musicale, bensì sul team creativo, reo di aver coinvolto fiori di professionisti in una realizzazione bislacca.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Batshit Valley 3×02 | ND milioni – ND rating |
Original Cast Album: Co-Op 3×03 | ND milioni – ND rating |
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.