“I want to believe” (The X-Files).
Questa recensione inizia con la celebre frase del poster affisso nell’ufficio di Fox Mulder perché è probabilmente la più adatta a spiegare gli avvenimenti di questa puntata e, in generale, dell’intera serie. Essendo tratta da un romanzo di Stephen King, era quantomeno scontato che la trama non sarebbe stata particolarmente somigliante a quella di un crime ambientato nelle Midlands britanniche. Per questo motivo, il compito principale degli autori non era tanto quello di descrivere la ricerca del vero assassino di Frankie Peterson, quanto quello di mostrare con efficacia i vari passaggi che portano al riconoscimento, da parte dei vari personaggi, dell’esistenza del Male (o de El Cuco, se si preferisce). Dopo un procedere ben gestito, ma probabilmente un po’ troppo lento, in questa sesta puntata si spinge finalmente (con moderazione) il piede sull’acceleratore, mettendo quasi tutte le carte in tavola e preparando il terreno per la fase clou della storia. Il risultato è sicuramente apprezzabile, anche perché tutti i character centrali nella narrazione hanno ascoltato la teoria di Holly e, anche se per ora molti di loro sono sicuramente scettici, nei prossimi episodi si vedrà sicuramente un’evoluzione della situazione.
Are you fucking kidding me? Are you fucking kidding me? This is what you’ve been doing this whole time? This is your big plan to exonerate my husband? Is by going after the fucking boogeyman? Are you insane? Are you insane? Getting the goods on the fucking boogeyman, that’s your plan? God damn, all of you.
In tutti gli show in cui si verificano eventi inspiegabili e tutti sembrano brancolare nel buio, c’è sempre un momento nel quale un personaggio abbastanza fuori dall’ordinario prende la parola e propone un’ipotesi che si rivelerà corretta ma che, per la sua apparente stravaganza e implausibilità, sarà inizialmente accolta con scetticismo e derisione dalla maggior parte delle persone. Ciò doveva accadere anche in The Outsider, ed è successo puntualmente in quest’occasione, all’inizio della seconda parte della stagione. Che Holly e la sua teoria non avrebbero esattamente fatto breccia nelle persone presenti all’incontro sulle novità relative al caso Maitland era abbastanza scontato; al tempo stesso, era facile prevedere che, piano piano, il character interpretato da Cynthia Erivo sarebbe riuscita a convincere qualcuno della bontà delle sue idee. Quel qualcuno, in questo caso, sono i coniugi Anderson (e anche questo rientra nella logica naturale degli eventi, considerando che Ralph è il protagonista della vicenda da quando Terry è stato ucciso), una coppia che conosce molto bene il male, anche se in una forma astratta e non impersonificata con sembianze umane. L’elemento più significativo della conversazione tra Holly e i due coniugi non è rappresentato dalla dimostrazione della veridicità dell’incontro del Male con sua moglie, quanto quello in cui Holly avanza l’ipotesi che, nel sogno di Ralph, ad apparire non sia stato Derek, ma il Male con le sembianze del loro defunto figlio. Ciò evidenzia la pervasività del Male e la molteplicità delle forme nelle quali esso può palesarsi. Soprattutto, inoltre, quella porzione di dialogo segna probabilmente il momento esatto nel quale il personaggio di Ben Mendelsohn inizia seriamente a convincersi del fatto che il caso Peterson non possa essere risolto con il metodo tradizionale, dato che la soluzione non è di questo mondo.
I just want to say that I hated the way you were treated yesterday. But what if you could get your hands on something truly tangible? Tangible, like what? Well, I went out to the barn where they found what they assumed were Maitland’s clothes. Forensics team had come and gone, taken everything they thought there was to take. But they were wrong. At first, I didn’t understand what I was looking at But now I do. You need to come see it for yourself.
La spiegazione di Holly ricollega una serie di eventi, ma molto deve essere ancora spiegato, a partire dal modo in cui i soggetti vengono scelti: ad esempio, infatti, ci si potrebbe chiedere per quale motivo le persone selezionate abbiano sempre degli alibi di ferro. In un certo senso, se si incastrasse un qualcuno che non possa dimostrare di essersi trovato, al momento dell’omicidio, in un posto diverso, tutti si convincerebbero più velocemente della loro colpevolezza e, per questo motivo, i sentimenti distruttivi (suicidi, vendette etc.) potrebbero manifestarsi in maniera più veloce. Una spiegazione potrebbe essere che il dubbio della colpevolezza sia più lacerante per parenti e amici della vittima e del presunto colpevole e crei, allo stesso tempo, il rimorso nei confronti di chi aveva prematuramente attaccato un persona che potrebbe essere innocente. Inoltre, deve ancora essere chiarito il ruolo del proprietario dello strip club perché, dato che continua ad essergli dedicato del minutaggio, egli deve essere in qualche modo coinvolto della vicenda. Inoltre, non è chiaro se il pedinamento da parte di Yunis sia una decisione individuale (e, in quel caso, il motivo appare ignoto finora) o se sia stato deciso assieme a Ralph o Howie Soloman. Infine, non si può non parlare di quello che sarà sicuramente il tema principale della prossima puntata, ossia i tentativi di Jack di uccidere Holly. Come prevedibile, una persona perspicace come Holly ha compreso in poco tempo che Jack stesse nascondendo qualcosa e, nei secondi finali, ha anche scoperto le escoriazioni sul collo, collegandole definitivamente alla presenza del Male. Molto, insomma, deve ancora accadere, e molte spiegazioni devono essere fornite. La speranza è che, nell’adempiere a questi compiti, il livello qualitativo resti elevato e, al tempo stesso, il ritmo della narrazione aumenti un po’.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Tear-Drinker 1×05 | 0.57 milioni – 0.2 rating |
The One About The Yiddish Vampire 1×06 | 0.79 milioni – 0.2 rating |
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.