0
(0)
Per l’interezza delle prime sei puntate, il pubblico appassionato ha conosciuto The Outsider come uno show con un ritmo abbastanza lento, seppur con accelerate improvvise che hanno scandito giustamente il ritmo facendo entrare nel vivo lo show, non del tutto fermo ma comunque poco mobile e più attaccato alla realtà che ad un vero e proprio racconto di King. Proprio questo cambiamento repentino a livello di velocità (fattore che tra l’altro non ci si aspetterebbe nemmeno da HBO) ha stupito particolarmente lasciando Ralph Anderson in una situazione quasi di abbandono mentre la narrativa schizzava fuori dai binari consueti andando velocissimo come un treno in procinto di deragliare.
Certamente ogni parola detta fino a questo momento ha portato non solo Ralph ma anche il resto dei protagonisti a risentire pesantemente della situazione che, come prevedibile, non ha portato a nulla di positivo.
Partendo proprio da Anderson, si può subito capire che in realtà lo scopo primario degli sceneggiatori non sia assolutamente quello di portare avanti la serie del tutto a rilento ma di partire dalla base dei personaggi per far capire allo spettatore che qualcosa di strano si celava nella mente dei protagonisti dal primo secondo, e che quel qualcosa sta lentamente e inesorabilmente prendendo il sopravvento.
Portando avanti le sue tesi di impossibilità (come nel caso dei dialoghi con Yunis e Alec), infatti, Ralph sembrava rimasto nel passato, in un tempo non troppo lontano in cui credeva ancora di poter risolvere tutto da solo, ma adesso sa come tutti di non poterlo più fare.
Allo stesso modo anche Holly pare sempre più intrappolata, anche se per ragioni diverse. Lo si può facilmente capire dalla prima parte dell’episodio in macchina, in cui si ritrova fisicamente costretta ad essere prigioniera, nel momento in cui riesce a scappare e soprattutto nei momenti conclusivi dell’episodio, in cui la vediamo psicologicamente vessata dalla mostruosa possibilità che si prospetta.
In questo scenario il comportamento del detective si presenta come un serissimo problema, sia perché sembra quasi voler farsi sfuggire una verità che è letteralmente sotto il suo naso e appare ormai difficilmente negabile da ogni punto di vista, sia perché le persone che lo circondano si ritrovano in grave pericolo.
La sua visita dallo psichiatra potrebbe essere poca cosa e, nonostante possa sembrare un’ammissione delle difficoltà nell’accettare una realtà che lui stesso considera ormai consolidata, decisamente tardiva.
In questo senso emerge invece la figura di Jack che si contrappone nella maniera più assoluta a quella di Ralph. Per il suo personaggio è importantissimo cercare aiuto, anzi, nell’ora in cui assistiamo all’andare in pezzi di diverse figure, la sua emerge quasi come quella primaria. Anche per questo quanto Jack domanda a Holly, nella scena del rapimento che suona come la più disperata delle richieste, quanti psichiatri servono per cambiare una lampadina, per rendere almeno l’idea che alla lampadina interessa effettivamente essere cambiata.
Nella scena dei della foresta, appunto, come ricorda il titolo dell’episodio, In the Pines, possiamo ammirare l’essenza stessa di Jack paragonato ad un ragno: messo ormai alle strette in un posto desolato e abbandonato, ormai ridotto a vivere steso sulla schiena, Jack sta lottando, proprio come l’animale, tentando di rialzarsi e cercando di uscire da una situazione così complessa con grande impegno e dedizione.
Certamente ogni parola detta fino a questo momento ha portato non solo Ralph ma anche il resto dei protagonisti a risentire pesantemente della situazione che, come prevedibile, non ha portato a nulla di positivo.
Partendo proprio da Anderson, si può subito capire che in realtà lo scopo primario degli sceneggiatori non sia assolutamente quello di portare avanti la serie del tutto a rilento ma di partire dalla base dei personaggi per far capire allo spettatore che qualcosa di strano si celava nella mente dei protagonisti dal primo secondo, e che quel qualcosa sta lentamente e inesorabilmente prendendo il sopravvento.
Portando avanti le sue tesi di impossibilità (come nel caso dei dialoghi con Yunis e Alec), infatti, Ralph sembrava rimasto nel passato, in un tempo non troppo lontano in cui credeva ancora di poter risolvere tutto da solo, ma adesso sa come tutti di non poterlo più fare.
Allo stesso modo anche Holly pare sempre più intrappolata, anche se per ragioni diverse. Lo si può facilmente capire dalla prima parte dell’episodio in macchina, in cui si ritrova fisicamente costretta ad essere prigioniera, nel momento in cui riesce a scappare e soprattutto nei momenti conclusivi dell’episodio, in cui la vediamo psicologicamente vessata dalla mostruosa possibilità che si prospetta.
In questo scenario il comportamento del detective si presenta come un serissimo problema, sia perché sembra quasi voler farsi sfuggire una verità che è letteralmente sotto il suo naso e appare ormai difficilmente negabile da ogni punto di vista, sia perché le persone che lo circondano si ritrovano in grave pericolo.
La sua visita dallo psichiatra potrebbe essere poca cosa e, nonostante possa sembrare un’ammissione delle difficoltà nell’accettare una realtà che lui stesso considera ormai consolidata, decisamente tardiva.
In questo senso emerge invece la figura di Jack che si contrappone nella maniera più assoluta a quella di Ralph. Per il suo personaggio è importantissimo cercare aiuto, anzi, nell’ora in cui assistiamo all’andare in pezzi di diverse figure, la sua emerge quasi come quella primaria. Anche per questo quanto Jack domanda a Holly, nella scena del rapimento che suona come la più disperata delle richieste, quanti psichiatri servono per cambiare una lampadina, per rendere almeno l’idea che alla lampadina interessa effettivamente essere cambiata.
Nella scena dei della foresta, appunto, come ricorda il titolo dell’episodio, In the Pines, possiamo ammirare l’essenza stessa di Jack paragonato ad un ragno: messo ormai alle strette in un posto desolato e abbandonato, ormai ridotto a vivere steso sulla schiena, Jack sta lottando, proprio come l’animale, tentando di rialzarsi e cercando di uscire da una situazione così complessa con grande impegno e dedizione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
In una delle ore più emozionanti ed emotivamente complesse che lo show ha regalato, The Outsider ha scavato nel mondo interiore dei personaggi restituendoci uno scenario suggestivo e appassionante in cui Jack sembra essere, al contrario di Ralph, in cerca di un aiuto concreto da parte degli altri e motivato a fare di tutto per riceverlo, con tre episodi ancora in cantiere e uno scenario ormai ben definito lo show potrà, si spera, dare il meglio nelle settimane conclusive.
The One About The Yiddish Vampire 1×06 | 0.79 milioni – 0.2 rating |
In The Pines, In The Pines 1×07 | 1.07 milioni – 0.3 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.