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Perry Mason 1×02 – Chapter TwoTEMPO DI LETTURA 4 min

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Più si va avanti guardando questa serie e più ci si rende conto delle distanze che si sono volute prendere tra questa miniserie (il rinnovo per una seconda stagione non c’è ancora stato e forse mai ci sarà) e l’originale Perry Mason del 1957. Non è solo una questione meramente legata al character che qui non è (ancora?) un avvocato difensore ma è proprio l’approccio totalmente diverso voluto da Rolin Jones e Ron Fitzgerald ad intrigare. E questo “Chapter Two”, più che approfondire la trama orizzontale, si prende del tempo per tridimensionalizzare il protagonista e l’universo che lo circonda. Anche troppo tempo ma tant’è…

Perry: I don’t like it here.
E.B.: We do what we don’t like when there’s a greater good to be served. You more than anyone should know that. You know how many different types of thread there are in the city? You’ll find it, boy-o. That’s the kind of thing you’re good at.

Pur tenendo Los Angeles come location per le avventure dell’avvocato dell’investigatore privato, Jones e Fitzgerald hanno optato per un cambio temporale abbastanza audace e non convenzionale: invece che “aggiornare” il protagonista portandolo ai giorni nostri (vedi Sherlock ma anche il più recente Dracula) per agevolare la visione di tutti, Perry Mason viene trasportato agli inizi degli anni ’30, il che apre le porte a tutto un altro genere di opportunità e ad un altro passato.
“Chapter Two” comincia infatti a scavare nelle esperienze pregresse dell’investigatore per far salire alla luce i problemi che, silenziosamente, lo attanagliano e che a quanto pare risalgono ad una decina d’anni prima, durante la Prima Guerra Mondiale. I flashback, quasi improvvisi, riflettono l’alienazione dell’uomo nella sua quotidianità ed aiutano a capire meglio un protagonista che non parla poi tantissimo ma che chiaramente è parzialmente bloccato in un passato che ritorna. Quello che si vede, nel concentrato d’azione, fumo e baionette, è un primo assaggio del Mason in trincea ma c’è ancora molta strada da percorrere prima di arrivare ad una tridimensionalizzazione completa. Va però ammesso che si apprezza lo sforzo fatto.

Sister Alice: So let me address you directly: the Devil put Charlie Dodson in this box.
He flew up from hell, walked to our streets, and laid his violent hand on this child’s head. Beatitudes
for the day at hand.
Blessed be the police who will gather evidence against the Devil.
Blessed be the attorneys who will prosecute the Devil.
Blessed be the jury who will convict the Devil.
Blessed be the judge who will sentence the Devil.
Blessed be the hangman who will snap this Devil’s neck.
Blessed be the gravediggers who will bury the Devil a thousand feet deep, and blessed be the worms who will eat this Devil’s flesh and disappear it from the earth.
This is the work of the Lord. You do this work for little Charlie Dodson.

In questo secondo episodio, sempre approfondendo il tema dell’universo narrativo in cui Perry Mason è stato ricollocato, emerge prepotentemente la figura di Sister Alice McKeegan, personaggio molto interessante e costruito sulla falsariga di quella Sister Aimee Semple McPherson, predicatrice evangelica estremamente in voga nella Los Angeles degli anni ’30 che ha anche ispirato di recente un altro character nello spin-off di Penny Dreadful. Chiaramente lo scopo è quello di enfatizzare una realtà molto coatta in cui il “popolino” viene facilmente aizzato in una o nell’altra direzione a seconda della necessità, ed è palese, visto il minutaggio, che Sister Alice verrà riutilizzata in altri modi.
Insieme a lei è stato aggiunto un altro personaggio, il poliziotto Paul Drake, per far proseguire l’indagine sul caso di Charlie Dodson da un altro punto di vista e anche lui avrà chiaramente molto altro da dire nei prossimi episodi.
Tutto, sulla carta, sarebbe giusto e praticamente perfetto se non fosse che la lentezza che attanaglia ogni singola scena affossa anche le menti più caparbie. L’attendismo ed una buona dose di scene ridondanti, unite ad un minutaggio sempre intorno all’ora, affossano la visione di un prodotto sufficiente ma ancora molto distante dal riuscire a creare il famigerato magnetismo scenico

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Interessanti flashback in trincea
  • Musica e regia sempre molto curata
  • Si comincia a sviscerare la matassa
  • Buona l’introduzione della componente razziale con il poliziotto Paul Drake…
  • Per essere un secondo episodio, il ritmo era (purtroppo) prevedibile ma ciò non toglie che possa essere migliorabile
  • …anche se si sarebbe potuto fare già un po’ di più

 

“Chapter Two” è, come dice il nome, il classico secondo episodio che ci si poteva aspettare da una serie investigativa che coscientemente non vuole mettersi alcun tipo di fretta nel raccontare la sua storia. E si vede.

 

Chapter One 1×01 0.88 milioni – 0.1 rating
Chapter Two 1×02 0.80 milioni – 0.1 rating

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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