“What do you think Mr. Wilford’s big secret even was?
“I just want to go back to the Tail, Melanie.”
“You know I can’t let you do that. You’ve seen too much. You figured it out, Layton. I know you did.”
“A mith’s a powerful thing.”
“Pray you never know the weight of it.”
Come già detto nella recensione precedente, Snowpiercer inizia ad avere delle difficoltà legate alla lentezza della storia specialmente per quanto riguarda l’avanzamento della trama thriller. Questo problema probabilmente è stato riscontrato anche dagli sceneggiatori che decidono di dare una conclusione alla storyline investigativa poco prima della metà della stagione. Se nel terzo episodio i poliziotti e Layton avevano il sentore che Erik potesse essere il serial killer, a pochi minuti dall’inizio della quarta puntata tutti i sospetti vengono confermati.
Si cambia totalmente registro passando dalla classica struttura del giallo, dove gli spettatori non sono a conoscenza dell’identità dell’assassino, a un altro clima improntato sulla suspense dove gli spettatori hanno più informazione rispetto al detective. Questo ribaltamento però dura poco perché Erik viene ucciso e LJ incriminata come mandate degli omicidi. Nel dialogo tra Layton e LJ, che senza farsi pregare troppo confessa di essere lei ad aver avuto l’idea di uccidere e mutilare quegli uomini, si notano principalmente due cose: la retorica già vista nelle scorse puntate, che dipingono i possessori del biglietto di prima classe come i classici ricchi e annoiati che credono di essere intoccabili, ma soprattutto un tentennamento da parte di Layton.
Il detective promette alla ragazza di non denunciarla in cambio di una pistola, ma infrange la promessa e la fa arrestare. Questo punto è importante perché mette in evidenza un cambio di rotta del protagonista che, nelle puntate precedenti, ha più volte ripetuto che non indagava per dar giustizia a Nikki o per proteggere gli altri passeggeri, ma per far arrivare informazioni sulla planimetria del treno al Fondo, per prepararli al meglio alla rivolta che stanno organizzando.
Melanie capisce che il detective non solo ha risolto il caso, ma ha raccolto informazioni fondamentali sulla vita nei vagoni, sulla struttura del treno, dei sotterranei e che Mr. Wilford in realtà non esiste. Inventare il personaggio di Wilford, il quale non è semplicemente uno dei tanti passeggeri ma è il Creatore del treno stesso, è la mossa più geniale del personaggio interpretato dalla Connelly: non dire che c’è lei dietro la suddivisione in classi sociali tra i vari vagoni, ma un uomo che nessuno ha mai visto, impedisce ai tanti passeggeri scontenti di darle addosso. Inoltre Melanie è riuscita a creare un’aurea quasi religiosa attorno a questa figura che si può definire mitologica, soprattutto tra i benestanti della prima classe.
Non solo viene chiuso il capitolo “serial killer sul treno”, ma il finale della puntata, con Layton che viene chiuso in uno dei cassetti, fa presagire un taglio differente alla storia che, presumibilmente, d’ora in poi sarà incentrata sulla rivolta delle classi sociali più povere, tema cardine del film di Bong Joo-ho.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Sebbene la serie ci abbia messo un po’ ad ingranare, questa puntata rappresenta la luce in fondo al tunnel. La speranza è che le prossime puntate siano incentrate sulla rivolta e sulla battaglia tra il Fondo e le classi sociali più abbienti. Se questa previsione risultasse corretta, sicuramente sarà interessante vedere come reagirà Melanie, un personaggio freddo e inflessibile, che tiene al perfetto equilibrio faticosamente costruito più di ogni altra cosa.
Access Is Power 1×03 | ND milioni – ND rating |
Without Their Maker 1×04 | ND milioni – ND rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.