“Non ha importanza: chi eravamo, quello che abbiamo fatto prima di precipitare. Siamo tutti morti tre giorni fa. Dobbiamo ricominciare da capo.” [Lost 1×03 – Tabula Rasa]
Nella recensione dell’episodio “The Stray” era stato posto l’accento sull’evoluzione, sul peso che un semplice errore, per quanto banale potesse apparire, avesse sulla vita e sulla sua continuazione. Determinati errori, per l’appunto, mutano la vita degli individui apportando determinati cambiamenti che potrebbero risultare permanenti o momentanei. Westworld viene visto in maniera simile sia dai Guest, sia dagli Host. Entrambi vivono la permanenza al parco come una possibilità accrescitiva di loro stessi e di cambiamento. Il cambiamento, infatti, è ciò che entrambi vanno cercando. I Guest, oltre a vedere il parco come un semplice modo di svagarsi e potersi intrattenere, lo riconoscono come un posto dove poter ottenere un vero scopo di vita.
Così come per l’Isola di Lost, anche qui non conta effettivamente più nulla chi si era e cosa si ha fatto: Westworld permette un livellamento sociale per tutti, oltre a portare uno status egualitario per chiunque. Il livellamento si compone di due tipi: uno interno, ossia tra i guest; uno esterno, ossia verso gli host. Il primo viene percepito dai guest e azzera il divario sociale che al di fuori di Westworld permane tra le persone stesse (Logan e William sono un valido esempio per questa categoria); il secondo viene invece percepito dagli host ed è di tipo meccanico, perché per quanto “The only thing stopping the hosts from hacking us to pieces is one line of your code” è da sottolineare anche che questo determinato fattore dagli host non venga percepito e che vedano i guest come pari invece che come intoccabili.
“Maybe that’s why they come here. Whoever you were before doesn’t matter here. There’s no rules or restrictions. You can change the story of your life. You can become someone else. No one will judge you, no one in the real world will even know. The only thing holding you back is yourself.”
Ma gli ospiti non sono gli unici a cui è dato modo di vivere il cambiamento: anche gli host hanno questa possibilità anche se la stessa è insita in un errore. L’errore è costituito dal fatto che dopo ogni singola conclusione di storyline (conclusione che può essere violenta o meno), nella memoria dell’host non dovrebbe esservi più traccia di quanto precedentemente avvenuto. Dovrebbe avvenire una sorta di reboot o di un ritorno ai ‘dati di fabbrica’. Così come accade per The Machine in Person Of Interest, una volta scattata la mezzanotte. In qualche modo ciò non avviene senza lasciar traccia: determinati host sembrano colpiti da fenomeni di déjà vu, concernenti determinati fatti che sembrano accaduti in passato. Il condizionale è d’obbligo, considerato che è ora impossibile dare per scontate ed assodate determinate situazioni, come per esempio la visione in cui Dolores si trova circondata da corpi esanimi a terra: a ragion di logica dovrebbe apparire come una sorta di flashback/déjà vu, ma così è davvero?
“I see the triumph of good over evil as a manifestation of the error-correcting process of evolution.” [Jonas Salk]
La metempsicosi è una credenza propria di determinate dottrine religiose secondo cui, dopo la morte, l’anima trasmigra da un corpo all’altro (ed è perciò simile all’idea della reincarnazione) ma, oltre allo spostamento dell’anima, vi è lo spostamento anche di determinate conoscenze che si rivelano impresse nel profondo dell’anima e quindi inscindibili. Traslando questa definizione a personaggi come Dolores o Maeve è intuibile il richiamo: oltre a poter essere visto come un mero errore di programmazione, il richiamo di determinati eventi passati potrebbe richiamare l’idea di una metempsicosi. Ma, trattandosi di una macchina, come si può quindi parlare del concetto di ‘anima’?
“Cogito ergo sum.” [Cartesio]
Nella serie TV anime di fantascienza Ergo Proxy si fa richiamo ad una realtà simil post-apocalittica nella quale gli Autoreiv (macchine con fattezze umane paragonabili agli host presenti in Westworld), vivono a contatto con l’uomo e ne sono, nella maggior parte dei casi, una sorta di schiavi. Il fattore scatenante posto al centro della storia è l’arrivo di una sorta di virus (chiamato, non a caso, Cogito) che sbriciola la fredda realtà degli Autoreiv, dotandoli di coscienza di sé e quindi rendendoli consci di cosa realmente subivano da ogni individuo umano, fattore che scatenerà poi lo scoppio di una guerra.
Questo Cogito in Westworld pare essere mascherato o semplicemente descritto come errore: è tramite questo errore che Dolores e Maeve riescono ad aver coscienza e memoria di fatti precedentemente accaduti, mentre non dovrebbero averne. Il pensare ed il ragionare liberamente (senza paletti tecnologicamente inseriti quindi) sono alcuni dei fattori che differenziano l’uomo da qualsiasi essere vivente. Ci ritroviamo nuovamente alla stessa domanda che nasceva precedentemente con il concetto di ‘anima’: se questi elementi vengono eliminati o livellati, cosa differenzia l’uomo dalla macchina?
È poi da segnare tra gli elementi in comune la stessa visione dell’esistenzialismo che scomoda Schopenhauer, per il quale l’arte è in grado di nascondere all’uomo la sua triste condizione esistenziale, almeno fino alla fine della stessa.
“L’esistenzialismo, viene spesso trattato come una filosofia della disperazione. Ma io credo che sia esattamente l’opposto.[…] Quello che viene fuori dalla lettura di questi filosofi, non è tanto un senso di angoscia nei confronti della vita, ma al contrario, una certa esaltazione nel sentirsi padroni della vita stessa. Siamo noi cioè, a crearci la nostra vita.” [Waking Life, 2001]
Westworld permette di aprire questo spiraglio con una narrazione fluida e densa, ma priva di effettivi tempi morti anche se la quasi ora di trasmissione potrebbe presentarne modo. Tantissimi punti interrogativi rimangono in sospeso e tanti ancora sorgeranno considerato che ci troviamo giusto ora al giro di boa della stagione. L’oggetto trovato inserito all’interno del braccio dell’host aggiunge altri dubbi e perplessità alla storia, rendendola ancor più misteriosa rispetto a come la si era lasciata nella scorsa recensione.
Da annotare che proprio in “Contrapasso” avviene il primo incontro tra il signor Ford e The Man In Black. La loro visione dicotomica del parco pare ricordare quella tra Jacob e MiB (il Fumo Nero) in Lost. E da ciò c’è anche da aggiungere la ricerca del Labirinto, verso il quale sembrano congiungersi le trame singole di ogni singolo personaggio principale. The Maze richiama inoltre il famoso centro dell’Isola che Jack, Desmond, Hugo e compagnia hanno duramente difeso. I parallelismi sono molteplici, ma Westworld è una storia ancora non scritta ed in divenire, basta solo dar fiducia ed attendere.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Dissonance Theory 1×04 | 1.7 milioni – 0.7 rating |
Contrappasso 1×05 | 1.49 milioni – 0.7 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.