Gli appassionati di serie televisive sperano di essere sempre piacevolmente sorpresi da ciò che si sta seguendo, di essere travolti dall’emozione e che a seguito della visione delle immagini e della storia, si arrivi a sentirsi soddisfatti.
Purtroppo, lo dico sinceramente dispiaciuta,
questa settimana le streghe non raggiungono il risultato sperato; o meglio, da un lato ci riescono ma dall’altro decisamente no. Vediamo come mai. C’è una scena che ho trovato gratuita e a favore di un pubblico strettamente “teen”: il triangolo tra Madison, Kyle e Zoe.
Se mi è piaciuta l’introduzione di una Madison quanto mai cinica e disperata, che ci racconta il problema di tantissimi ragazzi del nostro presente, quello di trascinare la propria vita non provando nulla, nemmeno il dolore, ecco che il threesome minimizza il tutto, strizzando l’occhio alle ragazze invaghite di Peters e della coppia con la Farmiga. Quest’anno è stato chiaro fin dall’inizio che gli autori volevano giocarsi anche la carta “teen” e fino a quando l’hanno fatto in modo equilibrato ha funzionato ma basta poco per scivolare e farsi male. Il personaggio di Kyle poi, non ha ancora trovato una vera dimensione all’interno della storia: incapace di comunicare, anche qui c’è un richiamo alla situazione giovanile attuale che ho apprezzato, è ancora troppo marginale ai fini della storia. Di lui penso che possa rappresentare “l’uomo oggetto” nel senso più estremo del termine ma ancora non ha sviluppato abbastanza le sue potenzialità.
Altro problema che ho riscontrato è la schizofrenia di Zoe: sta maturando, è più forte e consapevole dei propri poteri, come nel confronto con Spalding ma ancora non si assume totalmente le sue responsabilità. Complice anche la recitazione che convince una volta si e una no, di Taissa Farmiga?
Ricapitolando, i punti che hanno abbassato il livello qualitativo della puntata sono quelli che riguardano il lato adolescenziale: insomma, poco horror, poca funzionalità della trama, rischio di banalità in corso. Urge cambiare rotta subito.
A fronte di questa caduta di stile, ci sono comunque dei momenti molto buoni.
La complicità tra Queenie e Delphine è divertente e tragica: una storia di razzismo e vendetta che si intreccia alla nuova consapevolezza di una donna, il cui destino è stato sepolto per anni, che vive di rimorsi e cerca di redimersi. Per la bambola vodoo invece, la voglia di essere parte di una comunità in cui essere fiera di ciò che è, diventa veicolo di tradimento nel suo rapporto con la congrega delle streghe e con Madame LaLaurie stessa. In tutto questo, assistiamo alla manipolazione perfettamente condotta da Marie Laveau, in questo non così distante da Fiona.
Kathy Bates ed Angela Basset sono il vero valore aggiunto allo show, perchè attrici straordinarie che donano ai loro personaggi quel qualcosa in più che ancora non cogliamo nel resto del cast. Tranne che in Jessica Lange.
“The Dead” si riferisce ai morti che in questa puntata tornano vivi: prima Kyle, poi Madison, ora “the Axeman”. L’uomo seduce la Suprema, la conduce al centro di una danza fatta di parole, corpi, curiosità e paura, fino a quando non svela di essere il custode di Fiona, di averla protetta fin da quando era bambina e che ora è innamorato di lei. Il punto più alto dell’episodio è senza dubbio questo, il sottile gioco d’amore e morte tra i due amanti, con un raffinato omaggio ad Alfred Hitchcock e al suo “La donna che visse due volte” durante la scena del bacio. Brividi per la coppia Lange-Houston.
Tirando le fila della trama principale: la Vista donata a Cordelia è fondamentale per innescare una guerra contro la Goode e il voltafaccia di Queenie, con il rapimento di Delphine, sarà un’altra tessera nel mosaico streghe-vodoo.
Attendiamo di vedere in azione anche Myrtle guarita dalla spregiudicata Misty.
Tanta carne al fuoco e poche puntate: riusciranno gli autori a tralasciare i difetti concentrandosi sui numerosi pregi? Fino alla scorsa puntata non c’erano dubbi, speriamo si continui su quella strada.
- Lange, Bates, Basset: se ancora non siete convinti di guardare lo show, rileggete questi tre nomi.
- Rapporto tra Fiona e Axeman
- Complicità tra Queenie e Delphine
- Marie Laveau magnetica
- Troppo spazio al teen drama, non richiesto e non indispensabile per l’avanzamento della storia
- Zoe e i suoi alti e bassi continui
- Kyle ancora troppo marginale
La cifra stilistica di American Horror Story sta nella particolarità delle scene girate, nel tocco approfondito dato alla fotografia ma l’attenzione al dettaglio deve esserci soprattutto nella storia e nei personaggi raccontati. Quando questo manca, si pesca a piene mani in qualcosa di non necessario, quando invece è presente si da vita ad un prodotto di vera qualità.
VOTO EMMY
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.