0
(0)
La nuova serie tedesca di Netflix non si concede tempi morti, anche perché sarebbe esagerato vista e considerata la composizione della stagione, e torna a premere nuovamente sull’acceleratore. Come preventivato nella recensione del primo episodio, i collegamenti tra la professoressa Lorenz e Mia sono da ricondurre ad avvenimenti passati e prettamente personali-familiari della ragazza, per la precisione la morte del fratello gemello già mostrata in precedenza. La professoressa, infatti, prima di diventare tale sembrerebbe aver ricoperto il ruolo di dottoressa e tra i vari casi in cui è intervenuta c’è anche quello del fratello di Mia in cui, evidentemente, qualcosa sembra essere andato storto. Allo spettatore viene data nozione di questa cosa attraverso un dialogo ascoltato di nascosto da Mia tra il padre e Tanja in cui quest’ultima viene accusata pesantemente e si evidenzia la possibilità di approfondire la questione in un’aula di tribunale con degli avvocati.
Risultano di grande interesse i minuti concessi ai vari flashback riguardanti l’infanzia di Mia visto e considerato che aiutano lo spettatore a costruire moventi, motivazioni e background caratteriali dei vari personaggi principali, aspetti narrativi che non avrebbero alcun tipo di senso all’interno della narrazione.
Interessante inoltre che la serie abbia deciso di costruirsi narrativamente attorno all’espediente del flashback preferendolo ad un singolo episodio volto unicamente all’esposizione del passato, scelta di trama che negli ultimi anni ha preso sempre più piede all’interno del mondo della serialità.
La minaccia del padre non sortisce gli effetti desiderati e Mia, dopo un “incidente” automobilistico, si ritrova orfana. Di quell’incidente Mia porta con sé sia una cicatrice morale (ha riconosciuto la Lorenz subito dopo l’incidente), sia una cicatrice fisica (i segni sul braccio che anche nello scorso episodio aveva abilmente mascherato ma che in questa puntata Jasper nota).
La puntata, come inizialmente esposto, non perde tempo, un’accelerazione che da un certo punto di vista aiuta lo spettatore a sentirsi maggiormente coinvolto all’interno della storia; dall’altro risulta eccessivo, soprattutto quando occorre soffermarsi sulla logica nuda e cruda del racconto. Mia, arrivata da poco più di un paio di giorni a Friburgo, riesce a fare amicizia con tutte le persone che contano (i suoi coinquilini, la professoressa Lorenz, Jasper) riuscendo ad entrare nel giusto grado di intimità con la maggior parte di esse, potendone quindi sfruttare sia le capacità, sia il ruolo. E in tutto ciò occorre sottolineare come il personaggio di Mia (interpretato da Luna Wedler) venga presentato, in ogni singolo frangente, come l’introversa del gruppo, facendo apparire questi legami come ancora più esagerati di quanto già siano.
Esattamente come annotato nella precedente recensione, Ole si riconferma spalla comica-chimica per eccellenza riuscendo ad apparire simpatico, strampalato e completamente fuori da ogni schema pur apparendo per una manciata di minuti in totale. La scena di lui che cerca di seguire un tutorial su YouTube (!) per impiantarsi un microchip basta e avanza per poterne cogliere le potenzialità all’interno di una serie di questo tipo che necessita, gioco forza, di una valvola di sfogo comica per evitare di appesantire ulteriormente la narrazione.
I segreti sembrerebbero sul punto di venire a galla sia da un lato (Mia sta rischiando, esponendosi molto), sia dall’altro (la perfettibilità lavorativa della Lorenz potrebbe essere a rischio) e con soli quattro episodi rimasti ed una trama che spinge con decisione sull’acceleratore c’è da attendersi un susseguirsi di rivelazioni e/o colpi di scena a ripetizione. O almeno questa è la speranza.
Risultano di grande interesse i minuti concessi ai vari flashback riguardanti l’infanzia di Mia visto e considerato che aiutano lo spettatore a costruire moventi, motivazioni e background caratteriali dei vari personaggi principali, aspetti narrativi che non avrebbero alcun tipo di senso all’interno della narrazione.
Interessante inoltre che la serie abbia deciso di costruirsi narrativamente attorno all’espediente del flashback preferendolo ad un singolo episodio volto unicamente all’esposizione del passato, scelta di trama che negli ultimi anni ha preso sempre più piede all’interno del mondo della serialità.
La minaccia del padre non sortisce gli effetti desiderati e Mia, dopo un “incidente” automobilistico, si ritrova orfana. Di quell’incidente Mia porta con sé sia una cicatrice morale (ha riconosciuto la Lorenz subito dopo l’incidente), sia una cicatrice fisica (i segni sul braccio che anche nello scorso episodio aveva abilmente mascherato ma che in questa puntata Jasper nota).
La puntata, come inizialmente esposto, non perde tempo, un’accelerazione che da un certo punto di vista aiuta lo spettatore a sentirsi maggiormente coinvolto all’interno della storia; dall’altro risulta eccessivo, soprattutto quando occorre soffermarsi sulla logica nuda e cruda del racconto. Mia, arrivata da poco più di un paio di giorni a Friburgo, riesce a fare amicizia con tutte le persone che contano (i suoi coinquilini, la professoressa Lorenz, Jasper) riuscendo ad entrare nel giusto grado di intimità con la maggior parte di esse, potendone quindi sfruttare sia le capacità, sia il ruolo. E in tutto ciò occorre sottolineare come il personaggio di Mia (interpretato da Luna Wedler) venga presentato, in ogni singolo frangente, come l’introversa del gruppo, facendo apparire questi legami come ancora più esagerati di quanto già siano.
Esattamente come annotato nella precedente recensione, Ole si riconferma spalla comica-chimica per eccellenza riuscendo ad apparire simpatico, strampalato e completamente fuori da ogni schema pur apparendo per una manciata di minuti in totale. La scena di lui che cerca di seguire un tutorial su YouTube (!) per impiantarsi un microchip basta e avanza per poterne cogliere le potenzialità all’interno di una serie di questo tipo che necessita, gioco forza, di una valvola di sfogo comica per evitare di appesantire ulteriormente la narrazione.
I segreti sembrerebbero sul punto di venire a galla sia da un lato (Mia sta rischiando, esponendosi molto), sia dall’altro (la perfettibilità lavorativa della Lorenz potrebbe essere a rischio) e con soli quattro episodi rimasti ed una trama che spinge con decisione sull’acceleratore c’è da attendersi un susseguirsi di rivelazioni e/o colpi di scena a ripetizione. O almeno questa è la speranza.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Biohackers si riconferma una serie tv veloce, rapida e con il chiaro desiderio di non perdere tempo (e di conseguenza di non farne perdere al suo pubblico, il che è positivo). Purtroppo certe sequenze affievoliscono il ritmo, ma risultano comunque congeniali nel voler presentare un quadro più completo della storia. I segreti, vero punto cardine della puntata così come della storia, sembrano sul punto di essere esposti senza possibilità di appello. Ma quali saranno quelli più gravi e pubblicamente pericolosi?
Arrival 1×01 | ND milioni – ND rating |
Secrets 1×02 | ND milioni – ND rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.