UN BILANCIO TRA LA SOAP E IL THRILLER
Dopo un mese e mezzo a far parlare di sé, Devils si è congedata dal proprio pubblico con due episodi caratterizzati da una scrittura serrata e numerosi colpi di scena, riscattandosi parzialmente dai forse troppi alti e bassi che si sono alternati durante tutta la stagione.
Presentatasi nelle prime puntate come un prodotto dalle intenzioni serie, che non aveva paura di affrontare argomenti scomodi e sicura della propria preparazione accademica, La nuova serie targata Sky sembrava effettivamente avere fatto bene i propri calcoli: la materia finanziaria, semplificata ma non troppo; i giochi di potere, studiati su più livelli; le relazioni tra i personaggi, un po’ deboli ma forse volutamente stereotipate.
Invece, l’apprezzamento iniziale ha lasciato via via spazio ad alcune critiche tipiche della serie televisiva italiana, tanto che Devils è arrivata a vedersi affibbiare in giro per il web la pericolosa etichetta di “buona soap”.
Effettivamente la sceneggiatura presenta alcuni elementi poco credibili, che per gli spettatori familiari alla materia si traducono spesso in aperta incongruenza – ne è stato l’esempio più evidente il passato in carcere minorile di Massimo, dato il rinomato background checking dei processi di selezione nel settore finanziario – e che non si possono certo ignorare, perché che una delle leve principali del successo della serie era stato proprio il proporsi come vera per quanto riguarda il mondo delle grandi banche.
Tuttavia, lo sforzo di costruire una storia basata su fatti di cronaca con un approccio giornalistico, anche se un po’ romanzato, è stato sicuramente l’elemento più riuscito dello show. A questo si è aggiunto un altro fattore, rilevante dal punto di vista della novità, e cioè la scelta di raccontare l’Europa e l’euro come attori protagonisti della finanza internazionale.
La vera critica incontrovertibile su Devils è la debolezza degli intrecci tra i protagonisti, che si riflette in tutto ciò che direttamente li riguarda, in primo luogo i dialoghi oltremodo banali, per non parlare delle imbarazzanti frasi della voce narrante, sempre forzate e fuori contesto. Oltre a questo, secondo fatto assolutamente inspiegabile è la relazione morbosa tra i Morgan e Massimo, interamente demandata al sentito dire: il rapporto di mentoring con Dominic per nulla approfondito e l’attaccamento di Nina a Massimo malamente giustificato (dato che, a quanto pare, andava ben indietro rispetto alla morte del figlio).
Non da ultima si aggiunge la relazione con Sofia Flores, la quale non si può certo biasimare per essere caduta in preda al fascino di Alessandro Borghi in giacca e cravatta, ma che rappresenta un personaggio eccessivamente scostante, tanto da perdere rapidamente qualsiasi appeal nei confronti del pubblico.
Insomma, Devils è stato un prodotto un po’ svenduto, che se non fosse stato per il buono sforzo di regia e per l’attualità delle tematiche affrontate, avrebbe rischiato di cadere nella banalità.
Il bilancio tra soap e financial thriller, in conclusione, si può dire essersi chiuso in pareggio.
“WHAT EVER IT TAKES”
Nel terzo e quarto episodio venivano presentate ben due crisi economiche riferibili al background di altrettanti due personaggi – quella dei cosiddetti “Tango Bond” in Argentina con Sofia e quella della bolla immobiliare irlandese con lo scagnozzo di Duval – con lo spettatore che, informato sulla recente storia economica europea, aveva già motivo di sospettare che la serie si sarebbe chiusa con la crisi del debito italiano. Massimo Ruggero, lo “squalo della finanza”, protagonista di una lotta interiore tra il bene e il male, si trova ad affrontare le responsabilità che il proprio ruolo comporta, non solo nei confronti delle persone che ama, ma anche nei confronti della società intera. Soprattutto, Massimo Ruggero è un italiano. Con queste premesse il collegamento era immediato, ed un finale di stagione con uno spettacolare salvataggio del nostro Paese dal default era quindi prevedibile sin dall’inizio.
Un po’ meno immediata, invece, è stata la comprensione di come gli autori abbiano trasportato nella finzione della serie il pericolo del crollo dell’UE e successivo salvataggio. Proprio in questo caso, infatti, la serie non riesce ad incastrarsi bene con il contesto economico e politico reale, suscitando troppe domande nello spettatore non informato.
La chiave di volta sono di nuovo i conti della banca d’investimento tedesca, che tiene sotto scacco i PIIGS e ha tutto l’interesse a farli fallire. Tuttavia, non appena Massimo crea panico nei mercati shortando con un massivo investimento di capitali la Rheinthaler Bank, i tedeschi sono costretti ad un radicale cambio di rotta e muovono il pezzo più importante della scacchiera: il Governatore della BCE Mario Draghi.
Tutto molto avvincente, sicuramente, per chi sappia che ruolo può giocare una banca centrale nelle crisi economiche, acquistando titoli di stato per sostenere finanziariamente un paese sull’orlo della bancarotta. Senza dubbio un elemento negativo per Devils, che si era proposta come una serie che spiegava la finanza rendendola alla portata tutti, vedasi ad esempio nella scorsa puntata l’analogia tra un CDO e una torta preparata con ingredienti andati a male.
Lo stesso clamoroso errore è stato commesso facendo mancare un’introduzione adeguata della persona di Mario Draghi, protagonista di un lungo climax ascendente che finisce con un gran colpo di scena, il tutto goduto solo dallo spettatore che conoscesse già l’ex governatore della BCE, e che aspettasse dall’inizio dell’episodio di ascoltare ancora una volta il suo storico discorso.
La scelta, poi, di strumentalizzare un personaggio talmente iconico della storia europea, riducendolo alla stregua di una pedina a comando dei banchieri tedeschi, è stata forse un po’ troppo azzardata, anche per una serie dall’animo fondamentalmente complottista come Devils.
Se non altro, la serie ha beneficiato ancora di una fortunata coincidenza, facendo rivivere al pubblico un episodio di rinnovata attualità, in un momento in cui si è tornati tristemente a parlare di euro, di debito e di Europa.
Mario Draghi: “[…] Very often non-euro area member states or leaders, underestimate the amount of political capital that is being invested in the euro- […] But there is another message I want to tell you. Within our mandate, the ECB is ready to do whatever it takes to preserve the euro. And believe me, it will be enough.”
UN BUON FINALE PER UNA NUOVA STAGIONE
Era stata già riportata nella recensione degli episodi 3 e 4 la notizia che Devils avrà una seconda stagione. Il progetto per Sky è sicuramente da considerarsi come un successo, pur non potendolo certo paragonare ad altri celebri crime Sky Original come Romanzo Criminale, Gomorra o 1992.
Nella speranza che la prima stagione abbia dovuto tergiversare sull’introspettiva, dovendo dare un background psicologico ai personaggi, la seconda stagione potrebbe trovare una formula vincente in questi ultimi due episodi di chiusura. Come si diceva ad inizio recensione, il pubblico si è trovato di fronte ad un’identità ritrovata, merito sia degli avvincenti plot twist sia della regia che torna a dare il meglio di sé accompagnando abilmente la scrittura.
Le rivelazioni finali come la colpevolezza di Nina o il ruolo del global CEO Jeremy Stonehouse, sono accompagnate da accurate inquadrature che fanno apprezzare il valore tecnico della serie. Emblematica in tal senso è la scena in cui Massimo sta per essere annunciato CEO ed entra nella sala riunioni notando il volto di Jeremy Stonehouse riflesso nel tavolo, come a scoprirne un lato oscuro, poco prima di sapere che Sofia Flores è stata misteriosamente uccisa…
Devils si salva quindi in calcio d’angolo, dopo avere disilluso il pubblico più entusiasta e lasciandolo con un solo interrogativo in sospeso: cosa ci si può aspettare per il futuro della serie?
In primis, ci si augura che abbia imparato dai suoi errori, abbandonando il terreno sentimentale e studiando qualche altra tecnica di trading che non sia lo short selling. Per il resto, il materiale grezzo sicuramente non manca, dalla rivoluzione ucraina, al secessionismo catalano, fino alla Brexit, gli esempi di storia europea sulla quale costruire speculazioni finanziarie sono parecchi (salvataggi clamorosi, però, pochi!).
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Episode 8 1×08 | ND milioni – ND rating |
Episode 9 1×09 | ND milioni – ND rating |
Episode 10 1×10 | ND milioni – ND rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.