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Ciò che rende Downton Abbey così delizioso è l’attenzione maniacale ad ogni piccolo dettaglio, pregio che rende una certa continuità alla serie, vista ormai come un quadro unico e non divisa in stagioni. Allo stesso tempo questa continuità agevola il telespettatore che, proprio grazie alle piccolezze messe lì indisturbate, è partecipe del lento cambiamento dei tempi, del mondo: e se così ci affacciavamo a Downton Abbey tre anni fa con un telefono ed una cameriera che desiderava diventare segretaria in un’epoca dove era impensabile per le donne aspirare a far carriera, eccoci di nuovo qui, con un frullatore e un biglietto di Gwen, diventata segretaria e ormai sposata. Gesto impercettibile, quasi insignifcante nell’economia dell’episodio, ma che ci fa ricordare e paragonare quanto fossero diversi i tempi prima e ci fa quasi sorridere, perchè noi abbiamo assistito a questo sottile cambiamento, i tempi sono mutati, evoluti per la nostra prospettiva, e lo hanno fatto così di soppiatto che quasi ci sembra di essere approdati ieri a Downton. La maestria di Fellowes è sempre stata questa, è vero che la guerra ha portato grandi novità, così come l’imprenditoria di Downton, ma non serviva guardare ai grandi eventi, alle grandi evoluzioni, perchè solo tre anni fa a Downton ci accoglieva un’aspirante segretaria e un primitivo
telefono. Da tutt’altra parte invece, negli upstairs, parliamo di grandi cambiamenti: la lettera di volontà testamentaria di Matthew porta scompiglio, ora è Mary la sua legittima erede e questo non va certo a genio al vecchio Robert Crawley, rimasto l’unico esponente di un’ormai estinta generazione di pensiero. Comprendo che nell’episodio l’atteggiamento di Robert sia parecchio fastidioso e ai limiti del sopportabile, passando per l’ottuso e ostinato della famiglia, soprattutto di fronte ad una Lady Violet pronta a mandarlo a letto senza cena, ma il punto di vista di Robert è quello che invece ci fa capire che è in corso una rivoluzione in cui egli è lo spodestato: avrebbe mai potuto immaginare di ritrovarsi ad amministrare i suoi terreni con un autista e una donna (sua figlia per giunta)? L’ironia della cosa è che deve anche accettare il fatto di dover sottostare alle loro decisioni, due contro uno, la dura legge della maggioranza semplice.
telefono. Da tutt’altra parte invece, negli upstairs, parliamo di grandi cambiamenti: la lettera di volontà testamentaria di Matthew porta scompiglio, ora è Mary la sua legittima erede e questo non va certo a genio al vecchio Robert Crawley, rimasto l’unico esponente di un’ormai estinta generazione di pensiero. Comprendo che nell’episodio l’atteggiamento di Robert sia parecchio fastidioso e ai limiti del sopportabile, passando per l’ottuso e ostinato della famiglia, soprattutto di fronte ad una Lady Violet pronta a mandarlo a letto senza cena, ma il punto di vista di Robert è quello che invece ci fa capire che è in corso una rivoluzione in cui egli è lo spodestato: avrebbe mai potuto immaginare di ritrovarsi ad amministrare i suoi terreni con un autista e una donna (sua figlia per giunta)? L’ironia della cosa è che deve anche accettare il fatto di dover sottostare alle loro decisioni, due contro uno, la dura legge della maggioranza semplice.
Il resto dell’episodio è facilmente trascurabile: il signor Grigg se n’è andato (per fortuna) tagliando corto una trama che, se non farci scoprire qualcosa in più del passato di Mr Carson, poco aveva da aggiungere; Lady Edith dopo il bacio dello scorso episodio è decisa a compiere un passo successivo portando il suo editore a Downton; infine la piccola Rose ci porta ad assistere ad una scazzottata per vivere il brivido di un tè danzante.
Le dinamiche migliori dell’episodio si svolgono invece nei downstairs: la nuova (vecchia) entrata Edna si rivela una serpe, degna compagnuccia di Barrow, cosa ben gradita anche se ci auguriamo che ciò porti a qualcosa, nello specifico a fare un pò di luce sul personaggio di Thomas che è così terribilmente ben costruito che sarebbe un peccato usarlo solo per fare lo stronzetto.
Anna, Bates e Molesley, trama forse un pò troppo svenevole, ma dedita a mostrarci che oltre l’avidità di far carriera e la determinazione a tenersi ben stretto il proprio posto di lavoro senza scrupoli nel denigrare altri membri della servitù, a Downton c’è anche un grandissimo rispetto per il lavoro e per coloro che il proprio lo svolgono bene, comportandosi con tutti sempre con gentilezza ed educazione. Nei downstairs ci si ricorda con piacere di Grace e non ci si dimentica di Mr Molesley.
PRO:
- Mary e Tom: insieme per
l’amministrazione di Downton - Le perle di Lady Violet, appuntamento
ormai immancabile. - Il lento cambiamento
nell’imprenditoria di Downton e la posizione di Robert - Dinamiche nei downstairs
- Lettera di Gwen, oltre a favorire la
continuity, ci ha ricordato indirettamente Lady Sybil: fu lei ad
incoraggiare le aspirazioni della giovane cameriera.
CONTRO:
- Mary e Tom: è certamente un contro se
Fellowes sta tentando di gettare le basi per “qualcos’altro”… - Lady Edith, non ha aggiunto nulla
all’episodio - Mr. Carson e Mr. Grigg, storyline
sviluppata e finita in due puntate: ne potevamo fare a meno. - Thomas Barrow usato per fare lo
stronzo: una retrocessione del personaggio non sarà perdonata! - Lettera di Matthew: “Scrivo
questa lettera nell’eventualità che accada qualcosa…” for
goodness sake Fellowes, puoi fare di meglio.
Dopo una timida premiere Downton Abbey comincia ad ingranare, certo l’episodio non è dei migliori e non sono avvenute troppe cose, ma noi telespettatori abbiamo imparato che la bellezza della serie sta proprio nell’impercettibilità della rivoluzione.
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.