Downton Abbey 4×08 – Episode EightTEMPO DI LETTURA 6 min

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E’ l’ottavo episodio per Downton Abbey.
Questo per noi pubblico significa due cose: innanzitutto gli autori devono darci una conclusione degna se non a tutte ma a molte storyline che sono state iniziate in questa stagione; per contro, devono lasciarci qualcosa da attendere con ansia per
l’ormai puntuale regalo natalizio del Christmas Special.
Possiamo dire che ci sono riusciti? Insomma, perchè se da una parte abbiamo visto un grosso passo in avanti in alcune parti della trama orizzontale, dall’altra se dovessimo trarre delle conclusioni per un’intera stagione, non possiamo non essere critici, almeno in minima parte.
Non possiamo difatti oggi eluderci dal trarre, a proposito di questo mese e mezzo di show, alcune deduzioni. Questa stagione aveva il dovere di risollevare il morale del pubblico dopo la morte di Matthew e di permettere al serial di essere rinnovato per un quinto anno, cosa che in effetti è avvenuta, quindi vuol dire che così male queste otto puntate non sono state. E infatti, il continuo confronto tra Upstairs e Downstairs, il ricordare nella minuzia gli usi e i costumi del tempo (ad esempio, i gusci di ostriche che avevano la stessa funzione in cucina delle odierne spugne lavapiatti, ricordi che probabilmente solo una bisnonna potrebbe riferirci), la descrizione profonda che si fa di ogni personaggio e -perchè no- la magnifica interpretazione di ogni soggetto, che si parli dell’assistente cuoca o della figlia aristocratica, hanno anche quest’anno svolto la loro magnifica funzione: affascinarci e farci sognare. Desiderare di aver vissuto gli anni ’20, in cui la vita era diversa, in cui vi erano princìpi morali diversi. Inoltre, da non dimenticare sul fronte dei punti a favore, la continua fusione che si fa tra realtà e finzione, così da far sembrare tutto più vero. Il “Teapot Dome Scandal” ad esempio, che porta Lord Grantham in America in soccorso del cognato Harold è davvero esistito: avvenuto tra il 1920 e il 1923 e, come affermato da Lady Violet, ha permesso ad alcuni di arricchirsi concedendo a compagnie private l’estrazione del petrolio. Su tutte queste note caratteristiche, nessuno di noi può dire niente, anche se magari non abbiamo apprezzato alcuni personaggi o alcune situazioni, non possiamo negare la maestria di Fellowes nel continuare uno show che è diventato il capostipite di tutti i serial in costume.
Tuttavia, essere all’ottava puntata significa dover per forza trarre delle conclusioni, anche -e forse soprattutto- su quei personaggi, quelle situazioni che non abbiamo gradito. In primis, permettetemi di sottolineare le molte -forse troppe- analogie con le stagioni precedenti, che in queste puntate un qualsiasi osservatore attento avrebbe potuto constatare. Partiamo da Lady Rose, personaggio introdottoci l’anno scorso e che doveva sostituire la sfortunata Lady Sybil. Ovviamente, questa nuova entrata non ha niente in comune con la terza figlia del conte Crawley, che si distingueva per un’intelligenza nel capire anticipatamente i tempi e una indipendenza che al tempo non era certo la normalità per una donna. Sybil si è fatta amare dal pubblico non solo per la sua gentilezza e la sua grazia, ma perchè quello che sosteneva era giusto: che male c’era nello sposare lo chauffeur, una brava persona che aveva solo la colpa di pensarla diversamente dalla sua famiglia nobile, ma che era in grado di amarla come pochi uomini avrebbero potuto? In questo, non si può notare la copia in Lady Rose, che vuole sposarsi con Jack Ross, cantante di colore. La differenza però sta nel fatto che mentre la prima combatteva battaglie giuste, la seconda combatte solo per sfidare la famiglia, e quindi per stupidità. Ergo, se ne poteva fare a meno. Stessa analogia che potremmo ritrovare in Mr. Molesley e Miss Baxter, i nuovi Anna e John Bates dei Downstairs, che magari una volta potevano anche emozionare, ma adesso tolgono soltanto l’attenzione ai seri problemi che i coniugi Bates devono risolvere. Ulteriore analogia è quella di proporre come nuova fiamma di Tom la maestrina Sarah Bunding, tanto indipendente nelle idee e politicamente attiva come fu la sua deceduta consorte. Insomma, sembra che per aggraziarsi gli spettatori, rimasti inevitabilmente delusi dopo lo scorso Natale, gli autori abbiano deciso di puntare sul sicuro, sul già visto. E glielo permettiamo solo perchè fino ad ora abbiamo (quasi) sempre apprezzato le loro scelte e perchè, come ho detto sopra, rimane uno show con molte frecce al suo arco. 
Detto ciò, bisogna fare un breve riferimento a questa puntata dal punto di vista narrativo: via il maligno Mr. Green (assassinio o incidente?), che non piaceva a nessuno; Edith che ritorna nell’ombra dopo qualche episodio in cui sembrava finalmente riscattarsi; i Conti di Grantham presenti solo sul finale; un Carson praticamente inesistente. Insomma, se non ci fosse la sempre gradita Lady Violet e la magnifica Mary, probabilmente avremo poco da salvare.
Concludendo, vorrei dar menzione proprio al triangolo amoroso di Lord Gillingham-Lady Mary- Mr.Blake: all’inizio la presenza del primo ci ha fatto ricordare molto l’incontro con il defunto consorte Matthew, e infatti il rapporto fra i due era troppo simile a quello che abbiamo visto durante la prima stagione. Poi però si è aggiunto Charles Blake, e con l’avventura nel fango la situazione si è un po’ diversificata: non più il vecchio dunque, ma un pretendente che ha molto di nuovo, e che Mary sembra preferire al più affidabile amico d’infanzia. Di sicuro nel prossimo episodio le cose verranno maggiormente risolte, poichè in fondo questa è una delle storie che sono state trattenute per una conclusione in grande stile nel Christmas Special. Così come il giallo dell’omicidio di Mr. Green, che di sicuro porterà a una nuova svolta nella prossima puntata.
PRO:

  • “Il lavoro è come la vecchiaia, My Lady. La cosa peggiore al Mondo, dopo l’alternativa”.
  • “Nessuna vita appare gratificante, se ci si pensa troppo”. Le perle di saggezza e l’acume di Lady Violet: una delle cose di cui sentiremo certamente la mancanza dalla prossima settimana.
  • Michelle Dockery e Maggie Smith eccellenti, come sempre.
  • Fine -e si spera stavolta per sempre- della telenovela Daisy-Alfred.
  • Mary e il suo “desire of suitors”: Lord Gillingham e Mr.Blake, a simboleggiare il vecchio che si contrappone al nuovo.
    CONTRO:
    • Edith, che dopo un riscatto nelle prime puntate è tornata ad essere l’insulsa e sfortunata ragazza aristocratica.
    • Mr.Carson praticamente inesistente. Essendo lui una fonte di battute secondo solo a Lady Violet, c’è dispiaciuto un po’ non abusarne in questo episodio.
    • Lady e Lord Grantham: accantonati e un po’ appannati in questa stagione, sono tornati solo nell’ultima scena. Per ricordarci quei tempi andati e farci sentire a casa, ma non basta.
    • In generale, una puntata e una stagione troppo ricca di analogie con le precedenti.

    In un episodio più lungo rispetto alla norma e in un Season Finale ci aspettavamo di più, inutile negarlo. Stiamo comunque parlando di Downton Abbey, che è riuscita a emozionare l’intero Mondo. Si ha però l’impressione di un aver voluto andare sul sicuro da parte degli autori, riciclando situazioni già precedentemente viste, e proprio perchè stiamo parlando di un serial così eccellente, di certo non possiamo accontentarci.
    Non ci rimane che aspettare il Christmas Special, sperando davvero di non avere sorprese come l’anno scorso. Il pubblico ama Downton e Fellowes lo sa, però deve riuscire a contraccambiare tanta benevolenza come era abituato a fare magnificamente in passato.

    VOTO EMMY

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    2 Comments

    1. Impietoso il personaggio di Tom e l'accoppiata con la maestrina, inesistenza del personaggio di Thomas e inutilità di Robert e Cora. D'accordo su tutto. Indignata da questa stagione.
      P.S. Quando Tom parlava di Sybil mi si è stretto il cuore!

    2. Anche quando ci sono state le scene finali di Robert e Cora mi si è stretto il cuore.Interpretano l'amore "antico" del secolo prima e sono sempre stati modello in questo.Invece totalmente assenti in questa stagione.

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