La visione di I Know This Much Is True non è stata certo facile: le prime cinque puntate, infatti, sono state spesso caratterizzate da dolore, sofferenza e un carico emotivo spesso difficile da sopportare. Per questo motivo, ci si poteva aspettare un finale egualmente cupo, drammatico e privo di motivi di ottimismo. In realtà, le cose sono andate abbastanza diversamente: infatti, la classica dose di lutto e rabbia è stata presente, ma è stata affiancata anche da un tentativo di rinascita, di ricucitura dei rapporti e di sistemazione dei conti aperti con il passato. Inoltre, la narrazione è riuscita anche a tracciare un percorso che – al di là della storia personale dei Birdsey – è stata anche in grado di riassumere la vicenda storica dell’immigrazione italiana negli Stati Uniti e della successiva integrazione degli italiani all’interno della società. Per questo motivo, il giudizio finale è complessivamente positivo. Al tempo stesso, anche il finale non è esente da una serie di errori che hanno spesso minato l’impatto e la portata dello show.
Thomas
Come prevedibile, la puntata è iniziata esattamente nel punto in cui era finito il penultimo episodio: dopo essere riuscito a far uscire Thomas dall’istituto Hatch, Dominick cerca di instaurare un regime di convivenza con il fratello. Tuttavia, i suoi piani si sono infranti ben presto. Nella notte, poche ore dopo essere rilasciato, Thomas ha lasciato la casa di Dom per non farvi più ritorno. L’uomo, infatti, è andato di nuovo alle cascate – il suo posto preferito – e ha perso la vita mentre nuotava.
Ad un primo sguardo, la decisione di far morire Thomas nei minuti iniziali può sembrare sbagliata: il cuore dello show, infatti, è sempre stato rappresentato dal rapporto tra i due fratelli. Tuttavia, la scelta è stata corretta, in considerazione del messaggio conclusivo che la serie ha voluto mandare. Questa serie, infatti, ha essenzialmente parlato di un uomo con una vita difficile e alla disperata ricerca della sua identità, il che gli impediva di guardare avanti e proseguire con la propria vita. Da questo punto di vista, la morte di Thomasha rappresentato un punto di svolta che nel lungo termine si è rivelato positivo per il fratello. Dominick, infatti, voleva bene a Thomas, e gli dedicava molte attenzioni. La sua presenza, però, impediva a Dominick di riflettere lucidamente sul suo passato, dato che vedeva tutto da una prospettiva che contemplava sempre e inevitabilmente anche il fratello (e che, dunque, faceva girare tutti gli avvenimenti attorno alla figura di Thomas, che Dominick ha spesso visto, soprattutto in gioventù, come oppressiva e limitante). La morte di Thomas, invece, gli ha fornito la possibilità di fare definitivamente i conti con il suo passato, e finalmente portare a conclusione la pluridecennale ricerca della sua identità.
Ray
Sin dal pilot, Ray è stato presentato sotto due prospettive differenti: nei flashback, era la figura tirannica che creava un regime di terrore all’interno della casa, maltrattava Concettina e spesso era violento e dispotico nei confronti dei giovani gemelli. Al contrario, nelle scene ambientate al tempo presente, il suo rapporto con Dom non è negativo, e ha dimostrato diverse volte di preoccuparsi dello stato del suo figlio adottivo prediletto. Successivamente alla morte di Thomas, questa contraddizione tra le due figure è diventata insopportabile per Dominick. Il personaggio interpretato da Mark Ruffalo, infatti, durante la cerimonia successiva al funerale, ha iniziato a ricordare a tutti le violenze e i comportamenti assunti da Ray durante l’infanzia sua e del fratello. Soprattutto, lo sfogo di Dominick ha rivelato un aspetto importante. In alcuni flashback, e anche durante i dialoghi con la dottoressa Patel, Dominick ha spesso sottolineato come Ray fosse più violento con Thomas che con lui e incolpava il fratello di questa differenza. Dal suo punto di vista, infatti, lui era in grado di convivere con il patrigno e sapeva quando non parlare e come non farlo arrabbiare; Thomas, al contrario, non era in grado di ridurre la tensione all’interno della casa e ne ha spesso pagato le conseguenze.
Dopo il funerale, però, la prospettiva di Dominick è cambiata: non era colpa di Thomas se era picchiato e punito in misura maggiore, la responsabilità era di Ray, ma anche sua. Lui, come già ricordato, era spesso infastidito dalla presenza di Thomas (si ricordi la gita scolastica), e lo riteneva uno dei motivi per cui la sua vita non era come quella di molti altri bambini. Inoltre, come mostrato dalla vicenda di Penny Ann Drinkwater, Dominick era ostile nei confronti di chi si comportava in un modo che lui riteneva strano. Per questo motivo, pur essendo a sua volta maltrattato da Ray, spesso cercava di allearsi con lui e spostare l’attenzione su Thomas (emblematica, in questo senso, è la facilità con cui Dominick dice a Ray che Thomas e Concettina stanno giocando al gioco del tè, pur sapendo che il patrigno avrebbe reagito violentemente).
Per di più la morte di Thomas ha anche permesso a Dominick di risolvere i suoi problemi con Ray. Risolvere il problema non vuol dire, infatti, dimenticare il comportamento del patrigno e la violenza; al contrario, significa ricordare questi fatti, ma cercare di andare avanti e costruire un rapporto non esclusivamente basato su vicende molto negative svoltesi più di 30 anni prima. Ray, come detto anche dalla dottoressa Patel, era il padre di Dominick, perché è stata la figura maschile di riferimento per tutta la sua vita. I padri, ovviamente, possono essere figure positive o negative, e Ray ha spesso fatto parte della seconda categoria. Questo processo di riconoscimento, dunque, ha portato Dominick a fare un importante passo avanti. Per decenni, la sua idea di padre è stata una figura quasi mitizzata, astratta, piena di virtù e migliore di Ray. Facendo i conti con la realtà, però, ha capito che in realtà è Ray il padre che gli è stato assegnato dal destino. Tramite questa razionalizzazione, Dominick ha finalmente fuso l’idealtipo del padre e Ray, ponendo fine a un binomio che gli ha causato molta incertezza e gli ha impedito di fare i conti con il passato. Una volta accettato che non avrebbe avuto altro padre oltre a Ray, ha realizzato di non aver avuto una famiglia sfortunata e fuori dal comune, ma una famiglia abbastanza normale con – purtroppo – un padre violento. La scelta di Dominick di non abbandonare Ray, nonostante le sue azioni passate, è una scelta personale che esula da questo ragionamento, ed è principalmente dettata dalla necessità di avere una figura di riferimento familiare, dopo la morte di Thomas.
Domenico Onofrio Tempesta
Nelle prime quattro puntate, la figura di Domenico Onofrio Tempesta era stata menzionata in un paio di occasioni, ma non era mai stata al centro della narrazione. La situazione è cambiata nello scorso episodio, il quale ha mostrato l’arrivo di Tempesta negli Stati Uniti e le vicende che lo hanno visto protagonista. In quella recensione, si era appuntato come il manoscritto fosse “una parentesi della noia che non rivela niente di determinante“. Questa osservazione era assolutamente corretta ma, alla luce di questo finale di serie, deve essere aggiornata.
Tempesta, infatti, è stato inizialmente usato da Dominick per confermare le sue convinzioni riguardanti la maledizione della famiglia. Inoltre, leggendo il manoscritto, ha avuto l’impressione di essere esattamente come il nonno: cinico, egoista e colpevole di aver tradito il fratello.
Questo aspetto, però, non è quello più rilevante. La vicenda di Tempesta, infatti, deve essere analizzata non dalla prospettiva delle relazioni familiari, ma da quella della storia degli Stati Uniti. Come è noto, infatti, tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 gli italiani sono stati tra i gruppi che hanno maggiormente migrato negli Stati Uniti. In una società basata sul predominio degli WASP (White, Anglo-Saxon, Protestant), gli italiani erano spesso vittime di discriminazione. Un esempio purtroppo emblematico, da questo punto di vista, è rappresentato dal linciaggio di New Orleans del 1891, che vide la morte di 11 italiani. Come è noto, nel corso dei decenni la discriminazione verso gli italiani è diminuita, anche se non è mai del tutto scomparsa. Nel 1973, ad esempio, l’allora Presidente Richard Nixon ha detto che gli italiani non erano come gli altri bianchi, dato che hanno un odore diverso, hanno un aspetto diverso e si comportano diversamente. Inoltre, ha anche detto che è spesso difficile trovare un italiano onesto. Non bisogna dimenticare, inoltre, che per diverso tempo gli italiani sono stati presi di mira dal KKK, il quale era notoriamente razzista nei confronti degli europei del sud e dei cattolici.
La storia degli italiani in America, dunque, è stata caratterizzata da molta sofferenza, ma oggi è possibile affermare che l’integrazione degli italiani in America sia stata completata da diverso tempo. Un aspetto poco conosciuto di questa storia è che l’integrazione degli italiani – e degli irlandesi, anche loro a lungo discriminati – è spesso avvenuta anche a discapito di altri gruppi, come gli afroamericani e i nativi americani. Gli italiani, infatti, erano considerati inferiori agli WASP, ma superiori rispetto ai sopracitati gruppi. Questa posizione intermedia li ha spesso spinti a cercare di raggiungere il livello superiore. Per farlo, era necessario farsi accettare dai gruppi dominanti. Non a caso, una delle vie principali attraverso le quali si è realizzata tramite la massiccia presenza nei corpi di polizia.
Le vicende di Tempesta rivelano esattamente questo: è arrivato in America con l’obiettivo di diventare il primo italiano proprietario di una casa e di un terreno. Lui, dunque, voleva raggiungere il gradino superiore, quello degli anglosassoni. Anche se sapeva che era considerato inferiore rispetto al gruppo WASP, Tempesta era comunque apertamente ostile alla famiglia Drinkwater. Questo sentimento era condiviso anche dal giovane Dominick, a testimonianza del fatto che fosse un sentimento diffuso nelle comunità italiane dell’epoca. Per questo motivo, la scoperta di essere per metà nativo americano permette a Dominick di comprendere appieno quanto sbagliate siano state, per molto tempo, le sue convinzioni. La vicenda di Tempesta, di Henry Drinkwater e di Dominick, dunque, è stata usata da Derek Cianfrance e Mark Ruffalo – entrambi di origini italiane – per tracciare un ritratto onesto della propria comunità, sottolineandone le avversità, ma anche i difetti e gli errori.
Dessa e prospettive future
In questa recensione si è cercato di ricostruire il quadro delle relazioni personali e delle vicende che hanno angustiato Dominick per così tanto tempo. L’ultimo aspetto del suo passato (e presente/futuro) da analizzare è il rapporto con Dessa. Come è noto, la morte della loro figlia neonata e la decisione di fare una vasectomia hanno posto fine al loro matrimonio. Nonostante il divorzio e il poco minutaggio dedicatole, però, Dessa è sempre sembrata lo spirito più affine a Dominick, la persona in grado di capirlo meglio. I fantasmi che tormentavano Dominick – nonché il grande livello di attenzioni di cui ovviamente necessitava Thomas – gli impedivano però di ricucire il rapporto con lei. Così come per Ray e la vicenda del padre, però, la morte di Thomas ha innescato dei processi che gli hanno permesso anche di far finalmente i conti con il gravissimo lutto subito.
A dimostrazione di ciò, la scena finale ritrae Dominick e Dessa che tengono un bambino in mano. Questo finale – più aperto rispetto al libro, nel quale Dominick e Dessa adottano il figlio di Joy, morta di AIDS – permette allo spettatore di immaginare la vita futura dei due personaggi. La sensazione è che, dopo decenni di tristezza, finalmente un po’ di serenità sia all’orizzonte per Dom. La scelta di una conclusione tutto sommato lieta è in controtendenza con le aspettative, considerando le puntate precedenti. L’esecuzione è stata sicuramente ben realizzata. Tuttavia, si può affermare che questa conclusione sia stata in tono minore rispetto al resto dello show. La differenza non va trovata nella minore drammaticità che – come detto poco fa – non ha rappresentato un problema, anzi. Piuttosto, tutta la conclusione delle vicende di Dominick è sembrata troppo lineare e poco audace. Per uno show che aveva mostrato di saper osare e di non aver paura di andare oltre alcuni canoni prestabiliti, si tratta di un difetto che non può essere trascurato (anche se, ovviamente, il giudizio complessivo è più che sufficiente).
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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I Know This Much Is True conclude il suo percorso con un episodio di buona fattura e con molti spunti interessanti. Tuttavia, anche in questo caso la sensazione è che lo show non sia riuscito a esprimere pienamente il suo potenziale.
Episode 5 1×05 | 0.38 milioni – 0.04 rating |
Episode 6 1×06 | 0.46 milioni – 0.06 rating |
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.